Teatro

Salviamo il Teatro San Babila e tutta la cultura!

Salviamo il Teatro San Babila e tutta la cultura!

Mercoledì 12 maggio si attende la prima udienza riguardante lo sfratto del Teatro San Babila, celebre e amatissimo luogo dello spettacolo e della cultura posizionato da decenni in pieno centro storico milanese. Sfratto richiesto dai proprietari, ovvero la Parrocchia adiacente. La causa è già stata rimandata nel 2009 da giugno a dicembre e poi da dicembre 2009 a maggio 2010: si spera che ora i giudici abbiano desiderio di affrontare la questione tenendo conto di un nuovo disegno di legge presentato alla Commissione Cultura della Camera per la modifica della 'legge salva teatri', come è stata chiamata, passata di competenza alla Commissione Giustizia.

Il direttore artistico del San Babila, l'appassionato Gennaro D'Avanzo, in passato attore e in seguito ottimo addetto stampa quando il direttore era il signor Maramotto, oggi difende questo spazio di realtà e illusioni con le unghie e con i denti. Organizzare con largo anticipo la stagione dell'anno prossimo è sempre stata una responsabilità colma di piacere ma oggi è soprattutto una sfida: significa che il Teatro è vivo e vegeto, che intende continuare ad esistere e ad offrire al proprio pubblico di affezionati spettatori una serie di opere scelte col cuore in mano, che batte trepidando nella speranza di veder confermate le proprie speranze. Si chiamava 'Cuore Parlante' la stagione appena conclusa, la prossima si chiamerà 'Emozioni d'Autore'.

Si apre infatti il prossimo ottobre con Shakespeare: Molto rumore per nulla è una commedia intrigante, colma di schermaglie amorose e vendette, trame e lieto fine. I protagonisti Franco Oppini e Renato Campese sono diretti da Maurizio Annesi. In novembre è la volta di Goldoni, ovvero de Il burbero benefico, con la regia di Matteo Tarasco e in scena Mariano Rigillo e Anna Teresa Rossini. Dicembre vuole uno show d'eccezione che faccia da compagnia per le feste di Natale e Capodanno e stavolta vedremo Raffaele Pisu, Fabio Ferrari, Lorenza Mario e altri bravissimi attori diretti da Gianluca Guidi in una commedia di Ray Cooney, Chat a due piazze, una specie di proseguimento temporale di un grande successo passato sempre scritto dallo stesso autore, Taxi a due piazze. Ora sono i figli dei vecchi protagonisti a combinarne di tutti i colori.

Nel 2011 vedremo un Eduardo De Filippo con Francesco Paolantoni in Uomo e galantuomo, poi Il padre della sposa con Corinne Clery e il bravo Gino Rivieccio e infine la coppia di cabarettisti più teatrali d'Italia, Zuzzurro e Gaspare in Non c'è più il futuro di una volta, di cui sono autori. A tutta la prosa si aggiunge una seconda stagione di Opere e Operette, a partire dalla Traviata di Verdi, passando per La vedova allegra di Lehàr, al Don Giovanni di Mozart, tra gli altri. Insomma, dai grandi classici agli autori più contemporanei, attenti a combattere la crisi abbassando i prezzi degli abbonamenti in balconata e con offerte nuove e allettanti. Ma come è potuto accaddere che si giungesse allo sfratto di un luogo simile? Secondo molti attenti analisti, che hanno prodotto un dossier visibile su Internet, c'è una forte ingerenza della Chiesa Cattolica rispetto all'indipendenza della cultura italiana. Lo dimostra il fatto che città come Milano ma anche Viareggio, Ravenna, Roma, Foggia e Catania hanno vissuto, o stanno ancora vivendo, aspri scontri tra alcuni rappresentanti del potere ecclesiastico e gruppi di cittadini autonomamente organizzati in difesa della libertà di espressione. Ovunque viene dato sfratto esecutivo verso teatri, cinema, sale d'essai e luoghi di incontro culturale, al punto da diventare un fenomeno.

Il Teatro San Babila è ubicato presso le strutture appartenenti all’omonima parrocchia milanese. Nel 2002 il direttore Gennaro D’Avanzo firma un contratto d’affitto d’azienda il quale prevede il pagamento di un canone annuale di 130.000 euro netti. La programmazione della stagione viene decisa dalla direzione e sottoposta all’attenzione dei proprietari prima della pubblicazione. Negli anni, il teatro offre una programmazione vivace, dinamica, in perenne evoluzione: numerosi artisti affermati ne calcano il palco, da Ernesto Calindri a Lauretta Masiero a Luigi de Filippo. Tante giovani compagnie vi si alternano finché, all’inizio del 2009, l’arciprete della parrocchia mons. Gandini fa recapitare l’avviso di sfratto al direttore D’Avanzo. La motivazione con cui viene giustificata tale scelta sarebbe da imputare alla scarsa qualità degli spettacoli proposti, denunciata all’arciprete da alcuni fedeli scontenti. In realtà, il monsignore vorrebbe stipulare un nuovo contratto con una nuova gestione perché "il teatro torni a fare i classici, come è nella sua tradizione”, pare abbia affermato.

Ma Shakespeare che cos'è? De Filippo, Goldoni? E i giovani autori moderni e contemporanei, non hanno forse diritto a presentarsi? D'altra parte, D'Avanzo gode di circa 3000 abbonati all'anno a dimostrazione che il pubblico gradisce le scelte della direzione attuale, senza contare che eventuali errori di gestione non ricadono certo sulla proprietà, che affitta il teatro. Inoltre la direzione ha investito, oltre ai soldi per il canone, ulteriori 400.000 euro per la ristrutturazione della struttura e per l’arredo. La scelta di cambiare gestione si ripercuoterebbe anche sui quindici dipendenti del sig. D’Avanzo che si ritroverebbero dall’oggi al domani disoccupati. Ciò che il direttore contesta quindi all’ente ecclesiastico, oltre alla divergenza culturale, è l’atteggiamento imprenditoriale da azienda che, avendo già un cospicuo tornaconto, punta ad arricchirsi ulteriormente. D’Avanzo fa ricorso, rimandando la decisione al Tribunale di Milano, che fa slittare la decisione. Nel frattempo sono state raccolte 4500 firme solo tra gli spettatori del San Babila, che non ne vogliono la chiusura né il cambio di gestione.

Non solo: l’onorevole Valentina Aprea, Presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati, presenta un disegno di legge che integra la precedente legge “Salva teatri” del 2009 emanata per impedire lo sfratto del Teatro Nuovo di Milano. Questa prevede infatti l’obbligo di rinnovare il contratto d’affitto in scadenza per ulteriori 9 anni, ma solo per i contratti di locazione e non per quelli d’azienda. Il nuovo D.D.L. è esteso invece a tutte le attività teatrali indipendentemente dal tipo di contratto. Nel caso in cui il disegno di legge dovesse essere approvato, il direttore D’Avanzo e i suoi dipendenti avrebbero quindi la possibilità di continuare a lavorare per altri 9 anni al Teatro San Babila.

E c'è una novità: a seguito della presentazione in data 12/12/2009 del testo firmato da Valentina Aprea, altre associazioni, tra cui l'Agis (Associazione Generale Italiano Spettacolo) hanno chiesto che il disegno legge comprendesse tutte le attività culturali. Pertanto, a seguito di queste ulteriori richieste, si dimostra che una legge dovrebbe salvaguardare tutti e non solo una parte delle attività culturali.. Il Governo, preso atto di queste richieste, si è fatto carico e verrà rivisto il DDL con le piccole ma essenziali modifiche e aggiunte che riguardano i contratti di locazione e affitto d'azienda anche per gli spettacoli viaggianti e le sale cinematografiche.

(nella foto, uno degli spettacoli della scorsa stagione con Amanda Sandrelli)