L’Accademia Nazionale di Santa Cecilia ha proposto una speciale anteprima della stagione 2013/14 in occasione della tournée italiana della Turkish National Youth Philarmonic, istituzione che ha creato un’orchestra formata da 100 giovani musicisti turchi tra i 16 e i 22 anni.
L’Accademia Nazionale di Santa Cecilia ha proposto una speciale anteprima della stagione 2013/14 in occasione della tournée italiana della Turkish National Youth Philarmonic, istituzione che ha creato un’orchestra formata da 100 giovani musicisti turchi tra i 16 e i 22 anni. Il progetto ha una forte caratterizzazione sociale ed educativa legata all’idea che il lavoro in orchestra rappresenti un esercizio di vita democratica. Infatti una serie di seminari e workshop in questo senso, tra cui il “Laboratorio di democrazia”, rappresenta parte integrante del lavoro quotidiano dei musicisti. Il risultato artistico è sorprendente! L’orchestra ha un suono molto bilanciato; l’intenso lavoro di preparazione collettiva non oscura la piacevole freschezza della performance dei giovani musicisti, dando appunto l’idea di un suono che è il risultato di un’entusiasta attività “democratica”. La direzione di Cem Mansur è da sottolineare per l’ottimo (e immaginiamo intenso) lavoro in questa direzione.
Il concerto si apre con l’ouverture del Guglielmo Tell di Rossini e l’iniziale duetto dei violoncelli rende subito evidente l’atmosfera della serata: l’interpretazione delle due giovani artiste appare piacevolmente emozionata e diligentemente seguita dal resto dell’orchestra. In questo brano vari solisti (violoncello, flauto, oboe) e le varie sezioni sono messe in evidenza e la prova è estremamente positiva e divertente, come l’amalgama che porta la firma dell’ottimo Mansur.
E’ poi la volta del concerto per violino di Beethoven in cui l’orchestra accompagna il celebre violinista russo/israeliano Shlomo Mintz. L’orchestra si rivela all’altezza del virtuosismo (impressionante anche se puramente funambolico il bis) del solista. Molto delicato il dialogo tra orchestra e violino che si apprezza per esempio quando Shlomo Minz è accompagnato dal pizzicato degli archi.
Dopo i grandi applausi per Minz e l’intervallo la prima sinfonia di Brahms è un ascolto ragguardevole.
La piacevole sorpresa di questa sera ci fa salutare un’Accademia in via di organizzazione e scaldare le orecchie per la Stagione imminente. Sulla via del ritorno, nel primo fresco di settembre apprezziamo l’uscita dall’Auditorium degli orchestrali che ci ricorda una normale uscita di un liceo tra telefonini, sigarette, jeans e scarpe da ginnastica: questi ragazzi rappresentano un gradevole connubio tra normalità ed eccellenza, una speranza per il futuro artistico e democratico del proprio paese. E’ questa la Turchia che ci piacerebbe vedere presto in Europa.
Scritto da: Lorenzo Asti