Dall'11 al 16 aprile Bologna dedica alla Compagnia Scimone/Sfranmeli una Personale che comprende quattro spettacoli (Amore,Nunzio,Pali,Bar), il film "Due amici", Leone del futuro come miglior opera prima alla Mostra del Cinema di Venezia 2002, l'organizzazione di un laboratorio, attraversando così i temi, i linguaggi e le dinamiche di lavoro della celebre Compagnia messinese.
Bologna omaggia la Compagnia Scimone Sframeli, dedicandogli, dall’11 al 16 aprile, una personale che comprende quattro spettacoli – Amore, Nunzio, Pali e Bar - il film Due amici, l’organizzazione di un laboratorio, "Fare teatro è come fare l’amore", e un incontro con la Compagnia.
La personale è organizzata da Emilia Romagna Teatro Fondazione - Arena del Sole, in collaborazione con il Centro La Soffitta del Dipartimento delle Arti, Università di Bologna, che partecipa all'iniziativa con il progetto "Corpi eloquenti", inclusivo di film, laboratorio e incontro, a cura di Gerardo Guccini.
Il progetto Corpi eloquenti si integra alla “Personale della Compagnia Scimone e Sframeli” (Bologna, Arena del Sole/Centro La Soffitta), evidenziando alcuni focus: l’attività laboratoriale, i rapporti fra la drammaturgia di corpi del teatro e la narrazione cinematografica e gli inizi di questo percorso teatrale che ha attraversato i confini nazionali facendosi conoscere ed apprezzare a livello internazionale
Entrambi Premi Ubu, i siciliani Spiro Scimone, autore e interprete, e Francesco Sframeli, regista e interprete, offrono a Bologna la visione di quattro dei loro lavori teatrali creati tra il 1994 ed il 2015, un’occasione unica per avvicinarsi ai temi, ai linguaggi, al lavoro creativo e drammaturgico della Compagnia. Messinesi di origine, i due si formano a Milano: Scimone si diploma attore all’Accademia dei Filodrammatici, mentre Sframeli alla Civica Scuola d'Arte Drammatica "Paolo Grassi". Il debutto come compagnia avviene nel 1994 con Nunzio che, grazie alla regia di Carlo Cecchi, rivela una cifra drammaturgica e scenica assolutamente unica che si muove tra l’ironico, il surreale e il visionario.
Definito infatti “un genio visionario”, Spiro Scimone, tra i più originali nuovi drammaturghi del teatro italiano, grazie al suo linguaggio teatrale e alle geniali interpretazioni, taglienti ed ironiche, di un vero talento naturale qual è Francesco Sframeli (anche regista degli ultimi lavori), riesce a ridare vigore alla drammaturgia italiana contemporanea, acquistando sempre più una propria forza e autonomia di espressione. In oltre venti anni di attività, i loro spettacoli sono stati tradotti in molte lingue e messi in scena in tutto il mondo. I testi di Scimone sono stati pubblicati in Italia, Francia, Spagna e Portogallo.
La scrittura scenica di Scimone e Sframeli nasce dalla necessità di vivere il teatro come relazione tra corpi: dell’autore, dell’attore e dello spettatore. Relazione che non è data una volta per tutte ma si deve conquistare giorno dopo giorno, attimo dopo attimo. Se la compagnia Scimone Sframeli - fondata nel 1994 dai messinesi Spiro Scimone (autore/ attore) e Francesco Sframeli (regista/attore) - mette in scena, caso rarissimo in Italia, un suo repertorio di drammaturgia contemporanea, costituito da otto testi teatrali, lo si deve a questa esigenza di vivere in modo corporeo e immediato il rapporto teatrale. I testi di Spiro Scimone sono parole pronunciate da corpi di persone diverse. L’autore, fra queste, è solo quella che le fissa, che le compone. Se non ci fossero gli attori e gli spettatori i testi non potrebbero nascere, così come non può nascere un bambino in assenza di corpi che lo fecondino, lo custodiscano, lo generino. Scritto, rappresentato, conservato, il testo serve a riprodurre, di rappresentazione in rappresentazione, la relazione che l’ha fatto. Per Scimone e Sframeli, il repertorio è dunque una condizione del rapporto di continuità amorosa col corpo degli spettatori.
La personale si apre martedì 12 aprile, ai Laboratori delle Arti/Auditorium, alle ore 18.00, con la proiezione di Due amici ispirato al testo teatrale Nunzio, storia di due umanità che convivono nella periferia di una grande città, una convivenza misteriosa, complice, in un film claustrofobico e ironico, nel segno di una regia che lo avvicina a Buñuel , ma anche alla commedia italiana d’autore più recente. Il film, oltre al premio come miglior opera prima alla Biennale di Venezia del 2002, ebbe anche la nomination come Miglior opera prima ai David di Donatello.
Mercoledì 13, alle ore 21.00, all’Arena del Sole va in scena Amore (2015) il lavoro più recente della coppia siciliana. Ambientato in un cimitero, lo spettacolo vede in scena due coppie, una composta da due persone anziane, l’altra da un pompiere e dal suo comandante. Amore si vede a Bologna e in Emilia Romagna per la prima volta.
Giovedì 14, alle ore 21.00, al Laboratori delle Arti sarà la volta di Nunzio (1994), primo lavoro della compagnia scritto in dialetto messinese, che rivelò lo straordinario talento drammaturgico di Spiro Scimone e gli valse i primi riconoscimenti.
Pali, lavoro del 2009, premio Ubu come miglior testo italiano, andrà in scena venerdì 15, alle ore 21.00, all’Arena del Sole. Ne sono protagonisti quattro personaggi in fuga che urlano il loro malessere e il loro scontento verso un mondo sempre più egoista e indifferente, si muovono all'interno di una scena potente e semplice, ritti su pali come vedette del nulla, recitano immobili, o quasi immobili, la loro impotenza.
La personale si conclude sabato 16, alle ore 21.00, ai Laboratori delle Arti, con Bar (1997), il secondo lavoro sempre in dialetto messinese. Ne sono protagonisti due uomini, il barista Nino e il disoccupato Petru, che vivono nel retro di un bar. Nel 1997, anno del suo debutto, Bar valse un doppio premio Ubu alla coppia di artisti: Scimone, come nuovo autore e Sframeli, come nuovo attore. Al termine dello spettacolo Gerardo Guccini coordina l’incontro con i due artisti.
Completa e arricchisce la personale l’11 e il 12 aprile Fare teatro è come fare l’amore un laboratorio gratuito, condotto da Spiro Scimone e Francesco Sframeli e riservato agli studenti dell’Università di Bologna, che si svolgerà ai Laboratori delle Arti.
Nel complesso, la Personale di Bologna, consente di attraversare i temi, i linguaggi e le dinamiche di lavoro di questa compagnia, in cui la scrittura di Spiro Scimone è strettamente connessa alla sua interpretazione scenica e, quindi, al lavoro di attore e regista di Francesco Sframeli.