Il 7 dicembre "Giovanna d'Arco" inaugura la stagione lirica milanese: sul podio Riccardo Chailly e nel cast la star Anna Netrebko. I registi Moshe Leiser e Patrice Caurier sottolineano lo scontro tra carne e anima dall'Ottocento alla contemporaneità: pazzia o misticismo?
Settima opera di Giuseppe Verdi, Giovanna d'Arco debuttò alla Scala il 15 febbraio 1845 su libretto di Temistocle Solera tratto dal dramma di Friedrich Schiller: l'accoglienza del pubblico fu trionfale e, in particolare, piacque il carattere della protagonista, uno dei ruoli più riusciti del compositore prima di Violetta. Nonostante ciò, l'opera fu il casus belli del divorzio tra Verdi e la Scala. Giovanna d'Arco in un breve arco di tempo decadde e, nell'attuale revival del giovane Verdi, non ha avuto la fortuna di altre opere al punto che persino alla Scala non viene eseguita da 150 anni, considerato che l'ultima edizione risale al lontano 1865, ultima di due sole riprese dopo la prima assoluta.
Questa Giovanna, che sarà presentata nell’edizione critica curata da Alberto Rizzuti per Ricordi - University of Chicago Press, si inserisce nella linea artistica e culturale che darà forma alle stagioni scaligere dei prossimi anni: riproporre le opere che sono nate alla Scala e riallacciare il legame con la tradizione del melodramma italiano (che andrebbe tutelato con una apposita soprintendenza speciale) allargando il numero dei titoli, alternando i più famosi alla riscoperta di capolavori meno eseguiti e portando in palcoscenico le edizioni critiche.
Riccardo Chailly sale sul podio al suo primo Sant’Ambrogio da direttore principale, la regia è di Moshe Leiser e Patrice Caurier (scene Christian Fenouillat, costumi Agostino Cavalca, luci Christophe Forey) e il cast comprende Anna Netrebko (Giovanna), Francesco Meli (Carlo VII), Carlos Álvarez (Giacomo), Alessandro Moretti (Delil) e Dmitry Beloselskiy (Talbot), mentre Erika Grimaldi sostituisce la protagonista nell'ultima recita; il Coro della Scala è stato preparato da Bruno Casoni.
Giovanna d’Arco è, tra i titoli degli “anni di galera”, il più gravido di futuro, una partitura sperimentale che fa da cerniera tra le esperienze giovanili e la trilogia popolare. L’orchestrazione curatissima include fisarmonica, campane, sistri, arpe, un cannone e, nell’ultima romanza di Carlo, un sorprendente accompagnamento di corno inglese e violoncello solo. Ma soprattutto vi troviamo prefigurati spunti musicali, temi e personaggi del Verdi a venire. Egli divise l’opera in quattro atti ma nell’edizione a stampa venne invece introdotta la partizione in un prologo e tre atti; l’edizione critica ripristina la lezione originaria in quattro atti ma alla Scala si darà con un solo intervallo tra secondo e terzo.
Leiser e Caurier lavorano insieme dal oltre trent'anni e hanno sempre sottolineato il carattere unitario delle opere, fusione di musica e teatro. Refrattari al teatro decorativo come alle provocazioni, i due registi hanno situato l’azione delle opere che hanno messo in scena in epoche e luoghi diversi ma sempre cercando la collocazione più aderente alla verità drammaturgica del testo e alle intenzioni degli autori (vedi l'applauditissima Norma di Salisburgo con Cecilia Bartoli da noi recensita). In questo caso essi partono dalla certezza che pazza Giovanna lo fosse per davvero, o meglio “pazza come sono certe mistiche o le isteriche, come tante fanciulle dell’Ottocento, epoca buia per la donna che, dopo l’assaggio della libertà illuminista, torna a essere imbrigliata nella più truce repressione sessuale. O come quei giovani esaltati di oggi, che si votano a un integralismo religioso rinunciando a ogni gioia e persino alla vita. Davanti a scelte estreme, Giovanna non si tira indietro. Seguendo le voci celesti e demoniache che si affollano nella sua testa, parte in missione per conto di Dio. Non più ragazza di campagna ignorante, ma vergine guerriera, l’eletta, colei che salverà la Francia dagli invasori”, come hanno dichiarato al Corriere della Sera.
Torna la consuetudine di far precedere le esecuzioni dei titoli di particolare interesse storico o culturale da un’introduzione per il pubblico. Prima di ciascuna recita di Giovanna d’Arco (tranne prima e anteprima) Franco Pulcini terrà un incontro di presentazione dell’opera presso il Ridotto: gli incontri avranno inizio alle ore 19 e l’accesso sarà consentito agli spettatori muniti di biglietto per la serata.
Dopo l'anteprima giovani del 4 dicembre e la prima del 7 dicembre alle 18, trasmessa in diretta su Rai 5 e in alcune sale cinematografiche, sette le repliche in cartellone: 10-13-15-18-21-23 dicembre e 2 gennaio; tranne prima e anteprima (ore 18), tutte le recite sono alle ore 20; i prezzi vanno da euro 15,00 a euro 250,00, tranne prima e anteprima. Maggiori informazioni e biglietti sul sito del Teatro alla Scala.