Molti critici illustri lo hanno considerato il più grande autore comico francese dopo Molière e, nonostante abbia vissuto a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, in piena Belle Epoque, c’è chi ancora lo afferma. George Feydeau ha scritto sicuramente alcune tra le più divertenti commedie che si possano rappresentare in scena, solo che è tutt’altro che facile farlo bene, come sanno tutti coloro i quali hanno voluto cimentarsi nell’allestimento di un Feydeau. Da esaurimento nervoso. Le scene si susseguono con ordine millimetrico, le battute vanno pronunciate da tutti gli attori con una precisione perfetta, pena la scomparsa dell’effetto comico. Nessuna improvvisazione, tutto deve funzionare come un orologio svizzero fabbricato a mano da un mastro artigiano. Ma l’effetto finale: ah, quello può portare allo scompiscio assoluto e a mandibole sganassate dalle risate.
Come accade con lo spettacolo da vedere al Teatro Manzoni di Milano fino al 4 novembre prossimo, grazie all’ambizioso impegno di una coppia di comici, conosciuta televisivamente come Zuzzurro & Gaspare ma che da oltre vent’anni ha dimostrato di saperci fare benissimo sulle tavole dei palcoscenici, specie nelle commedie brillanti: Andrea Brambilla e Nino Formicola propongono Sarto per Signora, scritto da un Feydeau venticinquenne, praticamente alla sua prima opera teatrale da rappresentare a Parigi. Il successo fu eclatante e lo proiettò nell’olimpo dei grandi autori, dove rimase sino alla morte, avvenuta nel 1921 all’età di soli 59 anni. Per non rattristare troppo gli amici, pretese con volontà scritte ufficialmente di essere sepolto col suo telefono, in modo da restare in contatto con il resto dei viventi anche dall’aldilà.
Sarto per Signora racconta le vicende del dottor Moulineaux che, volendo nascondere un tentativo di scappatella extraconiugale, inventa bugie che si trasformano in colossali balle dal sapore surreale, anche a causa di eventi decisamente contrari ai suoi disegni primordiali. Lo circondano una moglie ingenua, una suocera pedante, il domestico che ha pure lui l’amante, un marito tradito e, come nella casa degli specchi, gli eventi precipitano in un balletto di equivoci sempre più difficili da dipanare. Sebbene la farsa rappresenti l’epoca vissuta dall’autore, la tanto celebrata Belle Epoque, qui si riconoscono i borghesi, maestri di vizi e furbizie a confronto con fragilità e ingenuità, tanto simili ancora oggi a gran parte della nostra società. Andrea Brambilla e Nino Formicola, eccellenti protagonisti con l’ottima compagnia che li affianca, si lanciano ogni sera nelle situazioni più inverosimili senza risparmiarsi, indossando costumi vintage.
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