Teatro

SPAM, smarrirsi nell'oblio della rete

SPAM, smarrirsi nell'oblio della rete

L’uomo contemporaneo smarrito nella rete e il dramma di ricostruire la propria identità partendo dalle tracce lasciate sul computer, tra bambole cinesi contraffatte, tende da doccia, inusuali abiti da passaggio e cabine trasparenti. Buono e credibile lo spunto per Spam, il nuovo testo del famoso drammaturgo argentino Rafael Spregelburd, che dirige in questo spettacolo in scena alla Cavallerizza Reale di Torino l'11 e 12 giugno l’attore Lorenzo Gleijeses, il quale interpreta un professore universitario, affetto da amnesia temporanea, che, rispondendo a una mail, cerca di ricostruire il proprio recente passato… e non solo.
Il giovane attore si districa con destrezza attraverso 31 brevi scene, presentate in ordine casuale, ma questo, unito alle musiche dal sapore underground eseguite dal vivo da Alessandro Olla, non basta a elevare lo spettacolo dalla patina di lentezza che lo attanaglia. Le 31 brevi scene (un mese nella vita del professore) devono comunque trovare il proprio compimento e la narrazione diventa via via più “pesante”; al punto che gli spettatori realizzano solo in conclusione l’effettivo dramma del protagonista - una vita spesso “indesiderata” - ma viene tuttavia a mancare quella suspance che ci si aspetterebbe in situazioni del genere e lo spettacolo arriva a durare qualche minuto in più dell'ora e mezza prevista nel programma.
Ma forse il regista vuole dirci (anche) questo: tutto lo spam che ci circonda, la spazzatura contemporanea, ci riempie di non-ricordi che lasciano in noi esclusivamente un senso di vuoto.
Da notare, infine, il design luci di Gigi Ascione, che accompagna il protagonista nella sua ricerca spasmodica e drammatica allo stesso tempo; e lo spazio scenico, concepito da Roberto Crea (in bilico tra la pop art e un pizzico di stile bohémien), che sembra voler introdurre lo spettatore proprio in una discarica metropolitana.