"Rusco- De rerum Natura" Compagnia Arte e Salute Onlus
Regia Gabriele Tesauri
"Rusco" … abbandonato, dimenticato, gettato in un angolo, puzzolente e comunemente “inutile e dannoso”… l’apertura del sipario rivela ai nostri sguardi una montagna di rusco e sullo sfondo un teatro abbandonato.
Questo luogo misterioso, per alcuni fastidioso e per altri affascinante, ha in sé le mille possibilità del divenire, è un seme dimenticato, un mondo a parte che un’attenta squadra di operai, armata di pregiudizi e perplessità, si accinge a riportare a nuova vita. Tra la puzza e i sacchetti dimenticati c’è un uomo, una persona schiva che trascorre i suoi giorni tra una birra e un ricordo, a fargli compagnia le sue allucinazioni, ciò che resta di un antico passato, personale e forse dell’intera umanità.
Dice di chiamarsi Islanda.
Nell’incontro/scontro tra la squadra di operai e quest’uomo, c’è l’eterna diatriba tra evoluzione e stasi, emancipazione e razzismo, tra ciò che può tornare a nuova vita e ciò che è destinato a marcire per sempre.
Il riciclaggio è uno dei temi- guida di questa produzione, un riciclaggio di materia e uomini, un’operazione di rinascita di antichi valori ma di estrema attualità. In questo luogo del divenire Islanda incontra la madre natura, visione dai contorni mistici, emerge maestosa dalla montagna di rifiuti sul fondo, regalandoci uno dei più intensi momenti di questo spettacolo. Qui trova spazio “Il dialogo della natura con un islandese” di Leopardi, in cui l’islandese chiede alla Natura il senso del suo operare contro i viventi ma lei asserisce di essere al di là del bene e del male e di operare seguendo un ciclo di conservazione ben al di sopra delle vite.
In questa scena è racchiuso il senso più profondo dello spettacolo, una parabola sulla cultura occidentale che obbliga a una profonda riflessione sul rapporto uomo-natura, ma anche sul rapporto uomo-uomo.
Teatro