Prima serata di selezione
La sala grande del meraviglioso Palazzo Tozzoni (offerto gentilmente dal Comune di Imola) ospita questa sera la magia del teatro.
La frenesia che ha accompagnato questi mesi di preparazione lascia ora posto al delicato rito teatrale.
C’è un clima sereno, sembra quasi “un incontro fra amici nel salotto buono di casa”, come fa notare uno degli organizzatori (confidenzialmente signor Valerio), una perfetta simbiosi fra pubblico e attrici entrambi pronti a lasciarsi trasportare dalle emozioni che si espanderanno dalla scena alla platea.
Una semplice pedana e la consolle per la musica sono gli unici attrezzi di scena presenti in sala, ancora una volta colgo un aspetto di questo concorso che mi piace “l’essenzialità”, la vera anima del teatro, il presupposto fondamentale per far emergere il talento e la preparazione.
Qui ogni attrice ha la possibilità di mostrare le proprie capacità interpretative, vocali e gestuali, il percorso fatto, qui ogni donna può mostrare la propria essenza priva di substrati culturali imposti, l’anima del personaggio e in essa, la propria.
Fra le 11 concorrenti (singole o in gruppo) che la giuria tecnica ha avuto modo di valutare nel corso della prima serata ricordiamo le performance di:
•TAMARA BALDUCCI prima nella classifica provvisoria con punti 36,16.
Ha proposto una performance brillante da “Le cognate” di Tremblay: Divertente, capace di entrare perfettamente nel personaggio della ragazza sola che ha “bisogno di un uomo”…Voce bellissima e ben impostata. Un pezzo di drammaturgia sapiente, solo in apparenza leggero e superficiale.
•Segue un gruppo di tre attrici: LAURA BANDELLONI, IRENE BARBUGLI e IRENE MIRABEDINI in una sfida davvero singolare: hanno proposto il primo coro delle Coefore di Eschilo nella traduzione di Pasolini. Una regia interessante, che vede le coefore non più nella veste classica di donne sofferenti, ma donne-soldato, determinate, artefici del loro destino, che non si piegano davanti al dolore. Ottima l’impostazione vocale, belli i costumi, ben coordinate nei movimenti, geniale l’idea della proposta musicale moderna che fa da sfondo alla parte finale del dialogo. (punti 33,50)
•LORENA SENESTRO fa un uso letterale del dialogo “Galantuomo e Mondo” di Giacomo Leopardi, per mostrare l’efficacia del linguaggio e l’attualità dei temi affrontati dal poeta. Dialogo rivisitato dall’attrice con grande presenza scenica, capacità di sdoppiarsi nei due personaggi, uso efficacissimo della voce. Brava (punti 30,50)
•Nella sua interpretazione dell’Acquario di Karl Valentine, ALESSANDRA MIRRA dona credibilità a chi potrebbe invece essere giudicato semplicemente folle, razionalità a chi sembra svampito, logicità all’illogico….del resto non è possibile negare che…”non è che la scala salga, siamo noi che saliamo la scala”. Testo satirico svolto con grande naturalezza ed efficacia per il divertimento di tutti i presenti (punti 30).
•LIVIA CAPUTO ha raccontato i diversi stati dell'amore: il metafisico e il materiale in ogni relazione, l'incomunicabilità tra i due sessi - con un collage di poesie di Eliot: Una fotografia del destino di ogni "Coppia", un ritorno della tragedia nella poesia, attraverso i suoi elementi primordiali: il maschile e il femminile. Dotata di una voce straordinaria, ha usato una tecnica perfetta nella difficile costruzione del dialogo. Brava e coraggiosa interprete.(punti 26,83)
Una menzione particolare riguarda la performance di ELISA CUTRUPI premiata dal pubblico e dalla Giuria dei Giovani come miglior interprete della serata. Ha colpito il contenuto del brano: “Visioni di una battaglia in corso” di Remo Binosi. Un suggestivo racconto di guerra rivissuto da una giovane donna innamorata, al varco di un sottile filo tra visione e realtà, tra speranza e illusione
In questa breve descrizione è possibile cogliere la multidimensionalità dell’animo femminile, la complessità dell’essere attrice e infine la possibilità che l’essere donna dà all’attrice, quella di esplorare gli aspetti più ancestrali e quelli più moderni del proprio animo e rappresentarli nella loro essenza.
Al termine di questa serata provo un senso di sollievo, la consapevolezza di una rinnovata vitalità del teatro, la felicità nel constatare che ci sono giovani attrici coraggiose che credono nel proprio percorso e lo portano avanti con la fiducia e con l’ostinazione che caratterizza noi “teatranti”.
La sala grande del meraviglioso Palazzo Tozzoni (offerto gentilmente dal Comune di Imola) ospita questa sera la magia del teatro.
La frenesia che ha accompagnato questi mesi di preparazione lascia ora posto al delicato rito teatrale.
C’è un clima sereno, sembra quasi “un incontro fra amici nel salotto buono di casa”, come fa notare uno degli organizzatori (confidenzialmente signor Valerio), una perfetta simbiosi fra pubblico e attrici entrambi pronti a lasciarsi trasportare dalle emozioni che si espanderanno dalla scena alla platea.
Una semplice pedana e la consolle per la musica sono gli unici attrezzi di scena presenti in sala, ancora una volta colgo un aspetto di questo concorso che mi piace “l’essenzialità”, la vera anima del teatro, il presupposto fondamentale per far emergere il talento e la preparazione.
Qui ogni attrice ha la possibilità di mostrare le proprie capacità interpretative, vocali e gestuali, il percorso fatto, qui ogni donna può mostrare la propria essenza priva di substrati culturali imposti, l’anima del personaggio e in essa, la propria.
Fra le 11 concorrenti (singole o in gruppo) che la giuria tecnica ha avuto modo di valutare nel corso della prima serata ricordiamo le performance di:
•TAMARA BALDUCCI prima nella classifica provvisoria con punti 36,16.
Ha proposto una performance brillante da “Le cognate” di Tremblay: Divertente, capace di entrare perfettamente nel personaggio della ragazza sola che ha “bisogno di un uomo”…Voce bellissima e ben impostata. Un pezzo di drammaturgia sapiente, solo in apparenza leggero e superficiale.
•Segue un gruppo di tre attrici: LAURA BANDELLONI, IRENE BARBUGLI e IRENE MIRABEDINI in una sfida davvero singolare: hanno proposto il primo coro delle Coefore di Eschilo nella traduzione di Pasolini. Una regia interessante, che vede le coefore non più nella veste classica di donne sofferenti, ma donne-soldato, determinate, artefici del loro destino, che non si piegano davanti al dolore. Ottima l’impostazione vocale, belli i costumi, ben coordinate nei movimenti, geniale l’idea della proposta musicale moderna che fa da sfondo alla parte finale del dialogo. (punti 33,50)
•LORENA SENESTRO fa un uso letterale del dialogo “Galantuomo e Mondo” di Giacomo Leopardi, per mostrare l’efficacia del linguaggio e l’attualità dei temi affrontati dal poeta. Dialogo rivisitato dall’attrice con grande presenza scenica, capacità di sdoppiarsi nei due personaggi, uso efficacissimo della voce. Brava (punti 30,50)
•Nella sua interpretazione dell’Acquario di Karl Valentine, ALESSANDRA MIRRA dona credibilità a chi potrebbe invece essere giudicato semplicemente folle, razionalità a chi sembra svampito, logicità all’illogico….del resto non è possibile negare che…”non è che la scala salga, siamo noi che saliamo la scala”. Testo satirico svolto con grande naturalezza ed efficacia per il divertimento di tutti i presenti (punti 30).
•LIVIA CAPUTO ha raccontato i diversi stati dell'amore: il metafisico e il materiale in ogni relazione, l'incomunicabilità tra i due sessi - con un collage di poesie di Eliot: Una fotografia del destino di ogni "Coppia", un ritorno della tragedia nella poesia, attraverso i suoi elementi primordiali: il maschile e il femminile. Dotata di una voce straordinaria, ha usato una tecnica perfetta nella difficile costruzione del dialogo. Brava e coraggiosa interprete.(punti 26,83)
Una menzione particolare riguarda la performance di ELISA CUTRUPI premiata dal pubblico e dalla Giuria dei Giovani come miglior interprete della serata. Ha colpito il contenuto del brano: “Visioni di una battaglia in corso” di Remo Binosi. Un suggestivo racconto di guerra rivissuto da una giovane donna innamorata, al varco di un sottile filo tra visione e realtà, tra speranza e illusione
In questa breve descrizione è possibile cogliere la multidimensionalità dell’animo femminile, la complessità dell’essere attrice e infine la possibilità che l’essere donna dà all’attrice, quella di esplorare gli aspetti più ancestrali e quelli più moderni del proprio animo e rappresentarli nella loro essenza.
Al termine di questa serata provo un senso di sollievo, la consapevolezza di una rinnovata vitalità del teatro, la felicità nel constatare che ci sono giovani attrici coraggiose che credono nel proprio percorso e lo portano avanti con la fiducia e con l’ostinazione che caratterizza noi “teatranti”.