Gli ultimi scampoli del Festival NUDI – Nuove Drammaturgie Indipendenti regalano al pubblico una performance struggente e intensa di drammaturgia contemporanea statunitense. L’attore pugliese Donato Paternoster ha portato in scena “Ifigenia in orem”, tratto dal romanzo “Basch”, di Neil La Bute, considerato il più grande drammaturgo contemporaneo.
Paternoster interpreta superbamente il dramma di un uomo, il tipico family man americano, con tanto di laurea in economia, una bella famiglia, un alto tenore di vita, ma che vede sfumare tutte le sue certezze quando scopre che il suo posto di lavoro è a rischio. Non è un dramma semplice quello interpretato da Paternoster, perché incentrato sulla società americana, diversa da quella europea, dove primeggiare in tutto, essere il numero uno, un vincitore, è fondamentale. Ma quando le certezze crollano l’abisso è a un passo, il baratro inevitabile. Il destino, tragico, tira i fili della marionetta-uomo e ne decide le sorti.
In questa società che fagocita i perdenti, che impone cliché da seguire con obbedienza, l’uomo vive stordito, ed è solo. Ed ecco, segreti che non si possono rivelare a nessuno svelati al primo estraneo incontrato ad una festa. Sorseggiare il proprio drink, sorridere, divertirsi, parlare. Ma quanto può essere marcio l’animo di un uomo che custodisce un atroce segreto? Quanto è tormentato il suo cuore? Il family man vive nell’angoscia il suo nuovo stato di “perdente” e vede nel fato la via di fuga più giusta e comprensibile.
L’uomo coglie al volo l’opportunità che il fato, a suo dire, gli dona, e sacrifica il suo stesso sangue, sua figlia, nell’indifferenza più cinica e spregevole, convito di fare la cosa più giusta per tutti, soprattutto per se stesso: così, avrebbe avuto una chance per non essere licenziato. Un piccolo sacrificio, dopotutto la vita continua.
Il family man non perde il lavoro, la sua idea ha funzionato, il sacrificio non è stato vano. Peccato che scoprirà, ben presto, che le voci sul suo licenziamento erano una burla orchestrata dal suo amico, tanto per tenerlo sulle spine un week-end.
Donato Paternoster interpreta il ruolo colpendo allo stomaco la sensibilità del pubblico tanto da provocare un forte rancore nei confronti del suo personaggio. Un'interpretazione pregevole, di alta drammaturgia su una storia che ha messo in risalto i limiti dell'animo umano, di fronte alla perdita di quelle certezze dettate dai valori contemporanei.