Teatro

Special NUDI: Medea, amore e vendetta, passione e tragedia

Special NUDI: Medea, amore e vendetta, passione e tragedia

Una “madrina” d’eccezione ha dato il via al primo Festival NUDI – Nuove Drammaturigie Indipendenti: Medea. La tragedia greca, partorita oltre duemila anni fa dalla “penna” di Euripide, è stata magistralmente tradotta, diretta e interpretata dalla coppia Annika Strøhm e Saba Salvemini di Areté Ensemble, con il sostegno dello Spazio Off di Trento e ResExtensa.
Medea, un nome che evoca dolore e paura, è la donna di cuore e devota al letto nuziale ed alle sue antiche leggi, sposa di Giasone, l’eroe del vello d’oro, uomo di ragione ed azione che appartiene allo stato e si rivela un doppiogiochista bramoso di gloria, ricchezza e potere. Medea e Giasone, al tempo stesso eroi e antieroi, divengono essi stessi eros e thanatos.
Un chiostro, retaggio di una cultura postuma quella ellenica, per una notte si trasforma in una sala del palazzo reale di Corinto, luogo in cui si celebra l’intrigo e la tragedia. Una storia attuale che fa di Medea un noir ambientato ai giorni nostri.
Lo spazio scenico, semplice, con alcuni tappeti e due valigie-baule ad adornare la scena, rappresenta la casa di Medea; sul fondo, un telo ricorda la stanza dei bambini. Su un  attaccapanni, degli abiti attendono di prendere vita e dar voce ai personaggi maschili della tragedia: Giasone, Creonte, Egeo, il messaggero. Il cambio di abito, fatto in scena, è il confine tra un quadro scenico e l’altro. La musica è assente.
Medea è una storia moderna. Sono tante le donne tradite, frustrate e ripudiate a cui è negata una patria, la famiglia, che hanno sacrificano sé stesse per l’amore di un uomo che le ha rinnegate per il potere ed il prestigio. Un sottile e diabolico desiderio di vendetta, di veder perire l’artefice della sofferenza, è quanto mai attuale oggi come lo era nella Grecia antica.
Donna e madre al tempo stesso, Medea è la storia della rivolta contro un mondo in cui rispetto, fedeltà, fiducia, responsabilità, amore sono scomparsi. Medea compie il sacrificio più alto, uccide i suoi figli. E' la vendetta più atroce, contro l'uomo che ama, contro sé stessa, contro un mondo che la rinnega.