Teatro

Speciale 50 anni TSA: una serata d'onore

Speciale 50 anni TSA: una serata d'onore

E’ stato un segreto fino all’ultimo. Si diceva ci sarebbero stati degli ospiti; ma nessuno sapeva chi fossero e cosa avrebbero fatto. L’unica notizia che si aveva era che a condurre la serata sarebbero stati Alessandro Preziosi e Teresa Mannino.
Ed alla fine la “Serata d’onore” organizzata il 28 ottobre per festeggiare i 50 anni del TSA (sigla che significa Teatro Stabile d’Abruzzo, ma che rimanda anche al precedente nome di Teatro Stabile dell’Aquila, col quale è nato nel 1963 ed è vissuto fino al 1990 quando è stato rinominato Teatro Stabile Abruzzese, poi modificato nel nome attuale col sopraggiungere del 2000) è stata una grande serata di gala, di spettacolo, di varietà, di intrattenimento e di rincontro per tanti artisti che hanno fatto la storia dell’ente.

Sul palco si sono susseguiti un turbinio di ricordi, emozioni e momenti di puro spettacolo che, seppur non hanno visto tutti gli spettacoli ed i rispettivi attori, registi, scenografi, autori di musiche e direttori artistici presenziare sul palco, hanno però ripercorso alcuni dei momenti salienti dello stabile abruzzese.
Avevamo lasciato Piera Degli Esposti all’Auditorium del parco e l’abbiamo ritrova poi qui come prima ospite (dopo il video messaggio del giornalista aquilano Bruno Vespa che ricordava la nascita del Teatro Stabile dell’Aquila) a rispondere alle domande di Preziosi e della Mannino sul palco dell’Auditorium della Scuola Sottufficiali della Guardia di Finanza di Coppito (AQ) trasformato per una sera in un’elegante gradinata da Marta Crisolini Malatesta, con l’orchestra al centro e due Arlecchini a fare da valletti. In alto la foto di una luna piena video-proiettata, presto sostituita dai video e dalle foto di produzioni del Teatro Stabile d’Abruzzo.
Guardando quella luna non è stato difficile pensare all’ultima produzione del TSA alla quale ha partecipato Alessandro Preziosi e contemporaneamente anche alla prossima che faranno, ossia il “Cyrano” di Rostand (co-prodotto con Khora.teatro) ricco di due stagioni di repliche e il “Cyrano sulla luna” da un testo del vero Cyrano de Bergerac, che debutterà tra un paio di mesi, opere entrambe adattante dal fido Tommaso Mattei, autore che è anche nello staff ideatore della “Serata d’onore” (insieme a Paola Musa e Alessandra Felli).
Cyrano è salito sul palco, sdoppiandosi nei due attori Alessandro Preziosi e Pino Micol, in una sorta di duello costituito da una intervista doppia al celebre personaggio condotta da Teresa Mannino e che si è conclusa con il prorompente monologo di Cyrano sul suo naso lasciato a Pino Micol, forte delle 600 repliche con le quali l’attore, diretto da Maurizio Scaparro, con il Teatro di Roma negli anni ’70, portò in giro per il mondo il famoso testo rostandiano.

Ogni ospite intervenuto si è prodotto in un momento di spettacolo, sia esso un monologo, una lettura, un ricordo o una canzone, e vi assicuro che trovarsi di fronte tutti insieme dei mostri sacri come Paola Gassman e Ugo Pagliai (che hanno recitato l’intenso incontro di Dante all’”Inferno” con Paolo e Francesca in un’interpretazione da brivido che Alessandro Preziosi ha definito << il teatro in 3 D >> e Teresa Mannino << un master >>), Antonio Calenda (che ha dedicato alla Degli Esposti la lettura di un estratto di “Kean, genio e sregolatezza” nel quale si parla del perché si recita), Giulio Scarpati (che ha letto la poesia “Cocotte” di Guido Gozzano mentre sullo schermo retrostante passavano le immagini di L’Aquila post-sisma), Massimo Venturiello e Tosca (che hanno interpretato “Gastone” di Petrolini, uno spettacolo che portavano in un tournée qualche anno fa), Francesca Benedetti (che ha letto un estratto di una lettera scritta da Ennio Flaiano dedicata all’Abruzzo, mentre nello schermo venivano proiettate immagini della regione, e poi un pensiero su Giancarlo Cobelli scritto da ella stessa), Caterina Vertova (che ha letto un brano in cui Andrea Camilleri dice cosa gli piace del teatro) e Glauco Mauri (ultimo ospite a salire sul palco ed oggetto dell’intervista non solo di Alessandro Preziosi, ma anche dei due Arlecchini-attori a cui ha consigliato di << non barare mai >> e di fare l’attore pensando a quello che scrisse Brecht, cioè che << tutte le arti contribuiscono all’arte più grande di tutte: quella del vivere >> in quanto il teatro è donare umanità a chi ascolta e questo permette di rimanere sempre giovani << perché hai la gioia di poter raccontare favole alla gente >>) è una emozione grande e una bellissima serata di spettacolo.

Così come lo è stato anche rivedere un estratto dal video di “A me gli occhi” che fu interpretato Gigi Proietti per il TSA e ascoltare, finalmente dal vivo, Franco Mussida con la sua chitarra, mentre in alto scorrevano le immagini delle ultime produzioni dell'Ente Teatrale Regionale, “Costellazioni”, “Igiene dell’assassino” e lo spettacolo da lui musicato, cioè “Scene da un matrimonio” (diretto da Alessandro D’Alatri, con Federica Di Martino e Daniele Pecci e con scenografie di Matteo Soltanto).
Senza dimenticare le due canzoni nelle quali si è cimentato Alessandro Preziosi (“Parole, parole” del recentemente scomparso Gianni Ferrio, in duetto con Teresa Mannino, e poi “Avrai” di Baglioni) e la lettura da parte dei presentatori dei consigli di “Grammatica essenziale” scritti da Ennio Flaiano perché, come ha ricordato Preziosi, il TSA nelle sue produzioni è stato attento anche alla letteratura di scrittori abruzzesi, figure tra le maggiori del ‘900, come Pomilio, Silone, D’Annunzio e Flaiano.

Ma data la matrice dell’evento, per chi non ne fosse a conoscenza, va spiegata la familiarità dei meravigliosi artisti intervenuti col Teatro Stabile d'Abruzzo. Cercherò di fare un discorso cronologico.
Per quanto riguarda Piera Degli Esposti, ho già raccontato nell’articolo di ieri (“Il TSA compie 50 anni – 1. Piera Degli Esposti e il libro di Errico Centofanti”), a lei dedicato, quali erano gli spettacoli a cui ha preso parte. E lì ho accennato anche al regista Giancarlo Cobelli e a Gigi Proietti. Basti qui aggiungere che Proietti restò poi al TSA anche negli anni successivi (fino agli inizi del 2000) come altro artista simbolo dell’ente: prima come attore, poi come regista, Presidente e Direttore Artistico. Oltre che nell'opera di Lerici summenzionata, recitò anche in "Il Dio Kurt”, la prima edizione di "Operetta" e "Coriolano", tutti diretti da Calenda con scene di Franco Nonnis, poi in "La cena delle Beffe" con regia, scene, costumi ed interpretazione di Carmelo Bene e “Kean” di cui ha curato anche la regia, con scene di Nonnis che si era occupato anche della scenografia del precedente "Guardami negli occhi. Ovvero Il sistema Ribadier", sempre da lui diretto ma interpretato da Roberto Herlitzka, Virgilio Zernitz, Sandra Collodel e Luigi Tontoranelli; le musiche erano di Fiorenzo Carpi, mentre nel successivo "Dramma della gelosia. Tutti i particolari in cronaca" (dal film di Age Scarpelli e Scola) erano di Armando Trovajoli e vi ha diretto (tra gia altri) Sandra Collodel che poi sarà diretta anche nei successivi "Falstaff e le allegre comari di Windsor" con Giorgio Albertazzi, Vittorio Viviani, Virgilio Zernitz, Daniele Griggio e Francesco Sala e "Non ti conosco più" con Edoardo Siravo, Alessia Giangiuliani e Vittorio Viviani. Da aggiungere anche la regia di alcune puntate di "I tre moschettieri. Spettacolo in 12 puntate" (le altre furono dirette da Beppe Navello, Maurizio Scaparro, Ugo Gregoretti, Mario Missiroli, Andrea Dosio e Piero Maccarinelli).

Ugo Pagliai è arrivato all’allora Teatro Stabile dell’Aquila a metà degli anni ‘60 per recitare ne “Il divorzio” di Alfieri diretto da Paolo Giuranna (all’epoca uno dei registi di punta del TSA), al fianco, tra gli altri, di Achille Millo e poi in “Cecè”, uno dei testi pirandelliani del progetto “Maschere nude”, sotto la regia di Anna Maria Messeri.

Nella successiva opera alla quale ha partecipato, “Un debito pagato”, diretta da Luigi Durissi, è arrivata anche Paola Gassman. Tra l’altro questa è stata anche la pièce del debutto di Mariangela Melato e la prima delle opere prodotte dal TSA musicate da Vittorio Gelmetti (poi ha composto le musiche anche per “La cena delle beffe” diretta da Carmelo Bene, “Aminta” diretta da Giancarlo Cobelli, “Gesta, amori, tornei, battaglie del Cid Campeador” regia di Alessandro Giupponi, “A piacer vostro” di Antonio Calenda, la seconda riedizione di “Operetta” sempre di Calenda che ha musicato in collaborazione con Germano Mazzocchetti e poi “Frankenstein” regia di Ida Bassignano). Per trovare altre pièces interpretate dalla coppia Pagliai – Gassman per il TSA si dovranno attendere vent’anni, perché infatti è solo sul finire degli anni ’80 che hanno interpretato “Il padre”, di Strindberg, diretti da Alvaro Piccardi e poi, ancora dopo una decina d’anni, “Il viaggio a Venezia”, una co-produzione con Teatro Stabile del Veneto e Teatro Olimpico di Vicenza diretta da Luca De Fusco (con Daniele Salvo, Massimo Cimaglia, Gaia Aprea, Dely De Majo, Alberto Fasoli e Roberto Milani). Paola Gassman, infine, è presente anche in una delle ultime produzioni tuttora in tournée, il monologo “Il balcone di Golda”, diretta da Maria Rosaria Omaggio.
Caterina Vertova è stata una delle attrici di punta dell’ente negli anni ’80, spaziando da produzioni come il progetto “Teatro ore 11”, a cura di Alberto Gozzi e sotto la direzione registica di Dante Guardamagna, Andrea Dosio, Beppe Navello e dello stesso Gozzi (rispettivamente in “La malattia”, “Il teatro visto dal teatro”, “Fanciulli, adolescenti e affini” e “Antologia”, tutti interpretati, tra gli altri, anche da Claudio Marchione) a spettacoli teatrali veri e propri, come “Gli spettri” di Ibsen (al fianco di Carmen Scarpitta ed Elia Schilton) e “Sogno di Oblomov” di Siro Ferrone, da Goncarov (al fianco di Paolo Bonacelli e Domiziana Giordano), entrambi diretti da Beppe Navello (che all’epoca era direttore artistico del TSA) fino alla lettura scenica a cura di Alvaro Piccardi, “Lo scrittore assediato” di Manlio Santanelli e Nicola Fano.
Giulio Scarpati: << Io con il Teatro Stabile dell’Aquila ho avuto un rapporto forte forte tanti anni fa, nel 1981, con la regia di Aldo Trionfo, nel “Candelaio” di Giordano Bruno e voglio ricordare i tantissimi artisti che erano lì: c’era ovviamente Sergio Castellitto, Emilio Bonucci, Osvaldo Ruggieri, Giampiero Fortebraccio, Susanna Javicoli, Aldo Puglisi, … Una serie infinita di attori. Eravamo, credo, 18 in scena. A quei tempi si usava così. Speriamo che si continui a farlo! >> Le scene erano di Emanuele Luzzati, i costumi di Santuzza Calì e le musiche di scena erano a cura di Paolo Terni e dello stesso Aldo Trionfo.
Massimo Venturiello è stato scritturato 15 anni dopo, in una coproduzione col Teatro Stabile delle Marche, “La rosa tatuata”, di Tennessee Williams, nella quale sotto la direzione di Gabriele Vacis, oltre a Venturiello, recitavano anche Valeria Moriconi ed Emma Dante. 
Nei primi anni ’90, Francesca Benedetti ha lasciato le sue orme prima in “Non ode il buio demone”, diretto da lei stessa insieme a Lorenzo Salveti e poi nelle “Metamorfosi” di Ovidio (drammatizzate da Luigi Maria Buzzati), spettacolo diretto da Salveti che ha visto la partecipazione anche di Daniele Fracassi, Bartolomeo Giusti, Miana Merisi, Danilo Proia, Sonia Barbadoro, Elisabetta Femiano, Manuela Mandracchia, Roberto Pacini e Giacinto Palmarini.
Lorenzo Salveti all’epoca era Direttore Artistico del Teatro Stabile Abruzzese e in tale periodo si produsse in una decina di regie (spesso in collaborazione con l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”: oltre “Metamorfosi”, anche “Romeo e Giulietta”, “Mille e una notte” e la trilogia di “Evento Goldoni: “Il teatro comico”, “L’impresario delle Smirne” e “Il Molière”) per poi tornare anche sul finire del decennio.
Antonio Calenda è stato uno dei registi più prolifici per il TSA, dirigendo all’incirca una ventina di opere teatrali e un recital, a partire dal più volte menzionato “Il Dio Kurt” della fine degli anni ’60 che, racconta il regista, << fu un successo assoluto e lanciò Proietti come primo attore >>, fino a “La rappresentazione della passione” della fine degli anni ’90. In questo arco di tempo durato quarant’anni sono comprese due edizioni di “Operetta” di Gombrowicz (la prima con Piera Degli Esposti, Luigi Proietti, Viviana Toniolo e Virgilio Zernitz e musiche di Fiorenzo Carpi e Gigi Proietti, la seconda con Pino Micol, Giampiero Fortebraccio, Giorgio Lopez, Maria Monti, Cochi Ponzoni, Sebastiano Nardone, Sergio Rubini e Aldo Puglisi e con musiche di Vittorio Gelmetti e Germano Mazzocchetti), tre di “La rappresentazione della passione” (di cui ho parlato nell’articolo precedente su “Il TSA compie 50 anni – 1. Piera Degli Esposti e il libro di Errico Centofanti”) e un progetto su opere di Eschilo dal titolo “Orestiade” comprendente “Le coefore”, “Agamennone” e “Le Eumenidi”. Ha inoltre spaziato per opere di Sofocle. Shakespeare e Brecht, passando per Pietro Aretino, Achille Campanile ed Edward Bond, con scenografi-costumisti come Franco Nonnis e autori di musiche come Fiorenzo Carpi, Luigi Proietti e Domenico Guaccero, prima di arrivare a Vittorio Gelmetti e Germano Mazzocchetti. Tra gli attori che ha diretto per il TSA, oltre quelli appena menzionati, ci sono anche Alida Valli, Mario Scaccia, Roberto Herlitzka, Orso Maria Guerrini, Sergio Castellitto, Giancarlo Gentilucci, Luigi Tontoranelli, Roberto Sturno e Glauco Mauri.


Intervistato da Alessandro Preziosi, Calenda ha detto che per fare il regista << bisogna avere la solidarietà degli attori, la loro fede. Io, per esempio, vedo qui un grande grande grande attore che mi diete la sua fiducia per fare “Riccardo III”: Glauco Mauri […] Al massimo apice della sua carriera decise di stare con noi in un’impresa che si rivelò fortunatissima.>>
In questa pièce shakespeariana (adattata da Salvatore Quasimodo), produzione dell’inizio degli anni ’80, con musiche di scena composte da Germano Mazzocchetti, Mauri interpretava il protagonista ed accanto a lui c’erano attori del calibro di Elsa Merlini, Giampiero Fortebraccio, Luigi Tontoranelli, Aldo Puglisi e Giorgio Lopez.

Questa ovviamente non vuole essere una ricostruzione complessiva di tutte le produzioni, coproduzioni e laboratori organizzati dal Teatro Stabile dell’Aquila, poi Teatro Stabile Abruzzese ed infine Teatro Stabile d’Abruzzo, ma è soltanto un ricordo di quanti vi hanno lascito le proprie orme seguendo le tracce indicate dai ricordi resi spettacolo nella “Serata d’onore”.
Introducendo la serata, Alessandro Preziosi, che è anche l'attuale direttore artistico dell'ente, ha detto che << il teatro, come la creazione, è un atto d’amore >>.
Chiamarla serata di gala è riduttivo! Sul palco, a suonare gli intermezzi musicali, per oltre due ore di spettacolo, c'erano Salvatore Buonafede (piano), Dario Rosciglione (contrabbasso) e Nicola Angelucci (batteria) (volendo inserire anche questo eccezionale trio jazz nel discorso storico del TSA, diciamo che Dario Rosciglione era nel Stefano Di Battista Jazz Quartet che ha accompagnato Alessandro Preziosi qualche mese fa durante lo spettacolo “Il ponte” scritto da Carmelo Pennisi e Massimiliano Durante) e degli ironici momenti di vita artistica sono stati proposti da Giancarlo Ratti (il quale peraltro, era stato uno degli attori di “La parola ai giurati”, diretto ed interpretato da Alessandro Gassman qualche anno fa): “L’attore solo e la notte bianca”, “L’attore solo e il ristorante” e “L’attore solo e l’hotel”.

Uno spettacolo, quindi, ben studiato e strutturato: Non una semplice serata di ricordi. Ma un vero e proprio varietà.
I due valletti Arlecchini che hanno avuto il compito di condurre in scena i grandi ospiti e maestri, si sono poi rivelati Simone Villani e Cosimo “Coky” Ricciolino, due giovani allievi della Link Academy di Roma, diretta da Alessandro Preziosi e che sono stati anche attori del Teatro Stabile d’Abruzzo nelle recenti edizioni de “I cantieri dell’immaginario”. Tutti e due erano in “Sogno di una notte di mezza estate” della scorsa estate. Simone ha partecipato anche a “Troilo e Cressida” dell’anno precedente. Entrambe le opere erano frutto di un laboratorio, il primo era a cura di Luca Ventura e Andrea Baracco; quest’ultimo (in entrambi i casi con assistente Daniele Muratore) ha curato anche il secondo insieme a Nikolaj Karpov e Maria Shmaevich. In tutte e due le pièces le scene erano di Marta Crisolini Malatesta; nel primo anche i costumi (nel “Troilo e Cressida”, invece erano di Silvia Polidori).

La Crisolini Malatesta, che peraltro, come già detto all’inizio di quest’articolo, è la scenografa (con assistente Silvia Lombardo) della “Serata d’onore” ha collaborato col Teatro Stabile d’Abruzzo anche in “Igiene dell’assassino” (regia di Alessandro Maggi con Federica Di Martino e Eros Pagni) e in “Costellazioni” (in cui Silvio Peroni ha diretto Margot Sikabonyi e Alessandro Tiberi); in entrambe il disegno luci era di Valerio Tiberi (Tiberi, con la collaborazione di Andrea Burgaretta, si è occupato delle luci anche in "Cyrano" di Preziosi).
Le luci di questa splendida serata di spettacolo che si è svolta all’Auditorium della Scuola Sottufficiali della Guardia di Finanza a Coppito-L’Aquila (in attesa che venga restaurato il Teatro Comunale – argomento di cui parlerò nel prossimo ed ultimo articolo di questa trilogia dedicata alla due giorni di eventi organizzati per il 50ennale del TSA) sono state curate da Andrea Burgaretta, il quale, aveva collaborato anche a “Troilo e Cressida”.
La platea era gremita e ad assistere allo spettacolo c’erano anche tanti dei protagonisti della storia del teatro aquilano: Ugo Gregoretti, Luca De Fusco, Beppe Navello, Lorenzo Salveti, Alvaro Piccardi, Mascia Musy, Andrea Baracco, Daniele Muratore, Luca Ventura, Silvio Peroni, Luigi Tontoranelli e Miana Merisi, Franco Troiani, Federico Fiorenza, Armando De Ceccon, Reuven Halevi,…
Perché lo spettacolo non è stato solo quello sul palco, ma anche il rincontro dopo tanti anni di un così folto gruppo di personalità teatrali tutte assieme!