Teatro

Speciale da Londra: "Wicked!", il musical

Speciale da Londra: "Wicked!", il musical

Già si sapeva che i musicals di Broadway e Londra sono una spanna sopra ai nostri. Innanzitutto hanno un teatro dedicato (e a ragione, visto che durano anni) e, proprio in virtù di questa “spanna”, fanno sempre – e per i sopradetti anni – il tutto esaurito. In contemporanea programmazione a New York e Londra, “Wicked!” ha vinto 15 premi, inclusi 3 Tonys e il Grammy. Sarebbe però giusto rettificare un dettaglio. “Una spanna” è quantomeno riduttivo per uno spettacolo come “Wicked!”. Vedendo i musicals nostrani, ci si rende conto di quanto noi Italiani siamo ancora primitivi in questo genere. Lo spettacolo londinese, debuttato a fine settembre, è un tripudio di scenografie (Eugene Lee), indefinibili per cotanta accuratezza. Innumerevoli le scene mobili volanti e, ahi noi, con tempi precisissimi, alla faccia delle nostre statiche ed elementari una-due scene. I costumi (Susan Hilferty) sono tali da far impallidire il Premio Oscar omonimo (infatti la Hilferty ha vinto il Tony), gli effetti speciali come sopra, che quasi ti chiedi se non sei al cinema. Su tutto, vola e ancora vola un elemento base: la musica. Liriche e musiche da cardiopalma: lui è Stephen Schwartz, vincitore dell’Oscar per “Pocahontas” e “Il Principe d’Egitto”…e scusate se è poco. La storia è basata sul romanzo di Gregory Maguire ed è una sorta di prequel del “Il Mago di Oz”, il libro di L. Frank Baum. Prima dell’arrivo di Dorothy nel regno di Oz, due ragazze si incontrano e, dopo varie traversie, diventano amiche. Sono le due Streghe del libro, ossia quella dell’Ovest e quella dell’Est. La prima è Elphaba, la “stregata” (Wicked, appunto), nata con la pelle verde smeraldo, dalla mente brillante ma comunque incompresa e reietta; l’altra è Glinda, bellissima e simpatica Barbie viziata, ambiziosa e popolarissima. Le due si incontrano a scuola dove Elphaba, evviva l’integrazione razziale, viene subito messa in un angolo. Glinda ne diventa amica e il loro rapporto spazia dal giocoso allo stizzoso, con un substrato di pungente humour che percorre le quasi 3 ore di spettacolo. Glinda definisce Elphaba come “unusually and exceedingly peculiar” (“insolitamente ed esageratamente peculiare”), mentre Elphaba ribatte con un elisarante “blonde” (“bionda”). Le protagoniste sono eccezionali: Idina Menzel nei verdi panni di Elphaba (peraltro la Menzel era già protagonista a Broadway) ed Helen Dallimore in quelli di Glinda, fanno scarnificare le mani dagli applausi e lasciano a bocca aperta sia per presenza scenica che per doti canore; la Menzel, poi, e qui evviva l’esperienza, è di un’espressività stupefacente. La Dallimore, al debutto assoluto in un musical di questo livello, tiene testa egregiamente alla navigata collega e, se non si perde per strada, si annuncia come star futura nel settore. Un duetto superbo, dalla chimica perfetta, che convince e regala emozioni e risate; le due amiche si scontreranno sull’unico terreno che fa scontrare le donne, ossia un uomo (ma perché poi??) e, dato che non è corretto svelarne il finale, suggerisco di prenotare un Ryan Air a 30 euro e precipitarsi all’Apollo Victoria Theatre. Di rilievo gli altri personaggi: Nigel Planner (il Mago di Oz) è fenomenale, dato che riesce a tirar fuori un ottimo accento del Mid-West americano; Madame Morrible (direttrice della scuola) è la pienissima – in tutti i sensi - Miriam Margolyes. Uno spettacolo che ha tutto: amore, amicizia, simpatia, musica, piaceri visivi, risate, ironia, un cast eccellente. Assolutamente imperdibile. A Londra, ovviamente.