In bloom si lascia latamente ispirare dal romanzo Il linguaggio segreto dei fiori
di Vanessa Diffenbaugh (Garzanti, 2011 Milano) non nella trama ma nella poetica con la quale l’autrice comunica le sue profonde emozioni attraverso il linguaggio dei fiori.
Ne è nata una elegante, delicata, profonda, commovente e indimenticabile coreografia nella quale le quattro danzatrici partendo alla memoria del proprio vissuto così come è incarnato e radicato nel proprio essere (anche) donne attraverso i movimenti del loro corpo restituiscono al pubblico un’emozione, stato d’animo o modo di essere cui le donne, queste donne, provano, vivono e comunicano.
Una serie di emozioni (ri)vissute, esplorate, reinterpretate e messe in scena tra individualismi infantili e capricciosi, esasperazioni provocate da chi non si uniforma a un comune agire (o sentire?) dove il confronto non si fa mai antagonista a dove la solidarietà di classe, tra donne, tra amanti (nell'accezione più vasta del termine che vede questo sentimento non necessariamente incarnato in un risvolto sessuale comunque e non negato a priori) che mentre è del tutto spontaneo e incontenibile per le donne, quelle che agiscono sul palco e quelle che si confrontano e (ri)conoscono in platea rimane, per noi uomini, una invidiabile meta, lontana e seducente.
Complice una partitura musicale che contribuisce a restituire emotivamente la ricerca coreutica seguita con coerenza dalla compagnia freefall Dance Companydi Sara Marinelli (che ha affrontato coraggiosamente un palco umido della pioggia che ha imperversato il pomeriggio prima della rappresentazione) In bloom fa affiorare sulla supericie del corpo dei queste donne danzatrici alcuni moti dell'inconscio, alcune emozioni libere di circolare e di affiorare sulla loro pelle per poi tornare a inabissarsi nella prfondità di un sentire libero, elegante e fluente come solo la danza sa fare.
Teatro