Prima grande notte di danza nel teatro all’aperto del Festival La Versiliana di Marina di Pietrasanta (Lu) con Luciana Savignano e il Balletto di Milano.
Al Festival La Versiliana di Marina di Pietrasanta (Lu) entra in scena la grande danza internazionale. Ad aprire il sipario su uno dei generi più amati dal pubblico l’immensa Luciana Savignano con “Red Passion” accompagnata in questa nuova avventura dal Balletto di Milano. L’appuntamento con la signora della danza italiana, reduce dall’esperienza del talent-show targato Rai “Italian Academy”, è fissato a sabato 25 luglio (inizio ore 21.30. Info e prenotazioni www.laversilianafestival.it) nel teatro all’aperto dove si sono esibiti e hanno trovato la consacrazione internazionale i più straordinari danzatori, e dove la Savignano ritornerà dopo anni di assenza. Un primo grande evento sulle punte di una stagione ricchissima resa affascinante dal parterre di primi ballerini del calibro di Raffaele Paganini, Anbeta Toromani, Jose Perez, Momix, Kataklò e Tradanza Company con la prima nazionale con Yes T.
Maître de ballet Agnese Omodei Salè e Cristina Molteni. Le coreografie sono di Cristiano Fagioli e Cristina Ledri su musiche di Massive Attack e Loreena Mckennitt.
“Red Passion” è un balletto di cui non avere paura, anche se travalica i confini della danza contemporanea e sfocia nel futurismo visionario. I corpi delle danzatrici forgiano dei simboli: il quadrato, metafora della materia (il numero quattro è somma di due braccia e due gambe) si alterna al triangolo, simbolo dello spirito (il tre è il numero dei princìpi divini di luce, calore e vita). I movimenti rappresentano l’evoluzione, dallo strisciare come il serpente che tentò Eva nell’Eden si passa alla costruzione della femminilità consapevole plasmata su un tornio immaginario; la “scultura” prende vita autonoma, emancipandosi da chi l’ha realizzata. Le musiche dei Massive Attack sottolineano bene il ponte tra fatica ed energia smisurata, permettendo alle ballerine in scena di dare sfoggio di impeccabile tecnica. L’assolo in un cerchio di lunare luce bianca incide per la purezza delle linee e la plasticità di ciascun gesto. Rosso e nero tornano in scena per spiegare la dualità tra creazione e distruzione, tra ordine e caos, tra intelligenza e cecità mentale, tra luminosità e buio. La donna è fuoco, è un vulcano in eruzione, ma è anche sovrana di una dimensione armonica di forme e dimensioni consapevolmente dominate. Si inserisce a questo punto un cammeo di stile classico in cui si esprime nella solista l’eterno femminino. Il passo a due successivo stilla un erotismo ancestrale, è il cercarsi per ricomporre l’unità perfetta. Meraviglioso il successivo “gioco di specchi”, introduzione a un momento di estrema dolcezza meditativa. La crescita spirituale richiede fatica, l’ascesa è vittoriosa se non si teme l’acrobatico tragitto da percorrere lungo una struttura che non ha appigli sufficienti per tutti; solo il lavoro, la volontà e l’innocenza d’animo regalano la leggerezza necessaria a conquistare la cima più alta, l’obiettivo apparentemente troppo lontano. Persino i saluti finali negano la stasi, concedendo agli artisti istanti di eccellente virtuosismo.
NOTE COREOGRAFICHE
La passione per una donna può scardinare tutti i valori in cui uno crede, perché la passione è travolgente, è una ricerca della sensazione emotiva e sensuale; lo stesso neoclassicismo che era un arte razionale, era purificata dalle passioni e fondata sui canoni di bellezza astratta. Attraverso il movimento e la capacità espressiva si può trasmettere la propria vitalità interiore, l’irrequietezza e le passioni. La passione è rossa e il rosso è amore e audacia, ma anche il simbolo della vita; Luciana Savignano è l’antologia della passione, un raggio carico di energia che conduce e illumina le vie dell’emozioni più profonde, un canto che unisce anime e corpi in un’unica dimensione.
Cristiano Fagioli
LUCIANA SAVIGNANO
Luciana Savignano nasce a Milano nel 1943 e si forma presso la scuola di Ballo della Scala di Milano, dove si diploma in seguito ad un periodo di perfezionamento al Bolscioi di Mosca. Il suo stile, caratterizzato da una grande espressività e da un’agilità sinuosa e sensuale, le ha dato la possibilità di accostarsi, nonostante una formazione assolutamente classico-accademica, al balletto moderno e di intraprendere quindi un percorso artistico del tutto personale.
Nel 1968 si afferma nel “Mandarino Meraviglioso” di Mario Pistoni e nel 1972 diventa prima ballerina alla Scala ed interpreta “Il lago dei cigni”, “Giselle” e “Cinderella”. Chiamata da Maurice Bejart nella compagnia Du XX ème siècle, danza nella Nona Sinfonia. Tra i due è l’inizio di un lungo sodalizio artistico e la Savignano interpreta le più significative creazioni del maestro tra cui: “Ce que l’amour me dit”, “Leda ed il cigno”, “Duo”, “Romeo e Giulietta”, “La Luna”, “Symphonie pour un homme seul” e “Bolero”.
Durante la sua carriera collabora con coreografi del calibro di Paolo Bortoluzzi, Jorge Donn, Louis Falco, Roland Petit, Amedeo Amodio e George Iancu.
Nel 1994 Luciana inizia una stretta collaborazione con Micha Van Hoecke e danza in “A la memoire”, “Carmina Burana”, “Passage”, “L’oiseau de mon dernier amour” e “Orfeo”. Da ricordare inoltre la sua partecipazione ne L’hotel dei due mondi, lavoro teatrale di Eric E. Schmitt. Dal 1995 collabora con la coreografa Susanna Beltrami con la quale ha fondato nel 1998 la Compagnia Pier Lombardo Danza.
IL BALLETTO DI MILANO
La Compagnia Balletto di Milano, attiva nel mondo della danza oltre 20 anni, è andata sempre più affermandosi tra le realtà nazionali di alto livello, esibendosi con successo sia nelle numerose tournée italiane che nella consistente circuitazione estera per la quale va certamente sottolineata l’importanza della tournée al Bolshoij (1999, Tango … una rosa per Jorge Donn) dove per la prima volta una compagnia italiana ha avuto l’onore di esibirsi, ottenendo anche i personali complimenti dell’allora sovrintendente Vladimir Vassiliev, ai quali si sono unite le vivissime congratulazioni delle autorità (sia russe che i nostri Console ad Ambasciatore a Mosca) e quelle della stampa specializzata e non, di artisti e personalità del Bolshoij.
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