Teatro

Speciale La Versiliana :TINTO BRASS FIRMA IL “DON GIOVANNI”

Speciale La Versiliana :TINTO BRASS FIRMA IL “DON GIOVANNI”

IN PRIMA NAZIONALE PROTAGONISTA CORRADO TEDESCHI, CORINNE BONUGLIA E BARBARA BOVOLI Commedia-evento nel grande teatro all’aperto del Festival La Versiliana di Marina di Pietrasanta (Lu). Il maestro dell’erotismo italiano regista e progettista della rilettura della celebre opera di Molière. Un cast tutto al femminile con l’unica eccezione del Corrado Tedeschi-Don Giovanni, seduttore cinico e rovinato dalle donne. “Don Giovanni” di Molière, riletto da Tinto Brass, debutta in prima nazionale al Festival La Versiliana di Marina di Pietrasanta (Lu) e diventa ”Don Giovanni…e le sue donne”. Il maestro dell’erotismo italiano apre venerdì 24 luglio (inizio ore 21,30) nel celebre teatro all’aperto nel Parco della Versiliana, il ciclo di prime nazionali, “i grandi eventi” come sono stati ribattezzati che scandiranno, tra luglio ed agosto, lo straordinario cartellone teatrale del Festival toscano (5 prime e 36 spettacoli complessivi. Info su www.laversilianafestival.it). Una rilettura inedita da parte del regista in veste anche di “progettista”, che ha ambientato nella “Casetta rossa” della Venezia anni 20, sul Canal Grande, lasciva e leggera, la piéce che vedrà protagonista Corrado Tedeschi, seduttore cinico, Corinne Bonuglia nel ruolo di Donna Elvira, Barbara Bovoli in quello maschile di Sganarello e altre sette muse-attrici. La regia è di Beppe Arena e l’adattamento teatrale di Fausto Costantini. Le scene e i costumi sono di Carlo De Marino. Disegno e Luci Marco Palmieri “Ho sempre immaginato Don Giovanni - ha commentato Tinto Brass durante la presentazione dello spettacolo - come un campione di amoralità, un disincantato dandy intellettuale, un cinico seduttore dedito unicamente alla lussuria e al piacere. Circondato da donne-farfalle notturne dalle ali di velluto, languide, pallide, inquiete, illuse e conquistate dal suo fascino virile, smorfiose, lamentose, smaniose e umide come Venezia con l'acqua alta, labbra e unghie smaltate di rosso cupo, occhi lionati, mazzetti di violette sulle gote esangui,velette nere a proteggere volti ardenti e reticenti insieme, corpi nudi avvolti in mantelli di lontra ornati di biondo castoro”. Una rilettura che desta curiosità per una messa in scena destinata a stravolgere il “vecchio” Don Giovanni più vicino al modello d’annunziano che a quello moleriano. Il Don Giovanni di Tinto Brass è il seduttore per eccellenza che viene sedotto da un sacco di donne finché la cosa non gli si ritorce contro. Le donne lo rovineranno. “Don Giovanni – spiega Fausto Costantini - non è solo il grande amatore spregiudicato che tutti conoscono, ma il canto di libertà per un uomo che vede attraverso l'amore, l'elevazione verso una forma pura, di vita comportamentale, che scuote in ciascuno il grigio quotidiano, facendolo apparire una tavolozza di colori, dove solo una minuta umanità non riuscendo ad elevarsi, accerchia e stritola la sua diversità. Nel contatto con l'universo femminile, Don Giovanni, a differenza dei più, sprigiona e recupera il gioco infantile dove il sesso non ci rende diversi, ma complici nell'appartenenza. Ma quanti pur sentendone il bisogno, vogliono tornare bambini, senza dimenticare di essere grandi? Sicuramente non quelli che standoci vicini, ci osservano con spavento, pronti a colpirci alla prima occasione, per uccidere con il corpo la vita di sogno del protagonista. Lo spettacolo è un percorso immaginario che attraverso Don Giovanni ci permette di cogliere tutte le reazioni di una variegata umanità quando entra a contatto con il sentimento. E' l'ultimo viaggio d'amore di un mito eletto. Ma la gente comune – conclude Costantini - che possiede le chiavi della cassaforte dei sentimenti viene distratta dal riscatto sociale e non s'accorge che l'unico elemento equilibrante tra le persone non è la ricchezza, ma l’amore, non apre mai quel forziere”.