Teatro

SPECIALE RFF 2014: 'Lavoro e famiglia', un testo maturo e ben interpretato.

 SPECIALE RFF 2014: 'Lavoro e famiglia', un testo maturo e ben interpretato.

Quello che sorprende di Lavoro e famiglia di Emiliano Loria (vincitore del concorso Oltreparola 2011 Ctas Cantine Teatrali) è la felicissima intuizione di raccontare il maschilismo patriarcale nella famiglia senza scegliere la strada dell'eccesso.

Il padre padrone della commedia Massimo Lo Torchio (Giancarlo Porcari è un padre normale, con comportamenti normali (l'onanismo, la concupiscenza delle dipendenti nel posto di lavoro) socialmente accettati (il narcisismo, l'egotismo), che non raggiungono mai eccessi patologici e che, proprio per questo, denunciano meglio le dinamiche del potere all'interno della famiglia patriarcale nella quale, portata in scena così scevra di feroci e iperboliche e da caso clinico, possiamo riconoscerci tutti e tutte.

Il figlio (Dario Villeggia ) suicida, si impicca alla fine del primo atto (la commedia è divisa in due parti) ha molto più a che fare con un conflitto tra maschi che come diretta conseguenza di un potere che logora chi non lo esercita. Moglie (Lucia Ciardo) figlia (Claudia Campagnola) sono capaci infatti di resistere in maniera molto più tenace alle pressioni del marito, senza per questo esserne meno vittime erodendo così uno dei classici ruoli di genere che vuole il maschio forte e la donna fragile.

Il secondo atto si distanzia ancora di più dai ruoli di genere (quella giustificazione del patriarcato che vuole che pur se relegata in casa il vero potere familiare sia della donna) raccontando un'altra dinamica familiare, simile e omologa alla precedente, dove il padre è un adolescente poco cresciuto cui la moglie si riduce a far da madre (almeno così deduciamo dal racconto di lei, visto che l'uomo è già morto suicida all'apertura dell'atto) dove l'anaffettività della donna (che non è solamente una causa ma anche un effetto) ricade sui figli che, per difendersi, non possono che sottrarsi alla donna e andarsene.

Dopo tanti testi approssimativi visti nei giorni precedenti di questa prima settimana di Fringe romano finalmente uno spettacolo con una drammaturgia che possa davvero dirsi tale, ben scritta, portata in scena (da  Emiliano Loria e Sandra Albanese) con intelligenza ed efficacia e recitata con altrettanta bravura.

Uno degli spettacoli più interessanti visti so far.

 

Roma Fringe Festival 2014 - Lavoro e famiglia