Teatro

SPECIALE RFF 2014 "Migrazioni" dall'Italia al Belgio e ritorno.

SPECIALE RFF 2014 "Migrazioni" dall'Italia al Belgio e ritorno.

Migrazioni ci racconta, con tono tenero e leggero ma non superficiale, la migrazione di due giovani donne che si separano dalla propria terra, dalla propria cultura, dalla propria gente.
Durante il viaggio avventuroso, sul treno, prima, e per mare poi, le due migranti subiscono la fascinazione dei paesaggi, dei panorami, degli elementi naturali, che destano meraviglia ma possono anche sopraffare, visti con gli occhi grandi di due adulte un po' bambine, la cui condizione di marginalità, culturale, esistenziale ed economica che le induce a emigrare fa fare loro esperienza del mondo con una tenerezza che è la condizione vera del genere umano.

Raccontato senza l'ausilio della parola, dove la lingua parlata è segno di una alterità e non il motore della drammaturgia, Migrazioni si muove tra le coordinate del teatro fisico di Lecoq con una immaginazione scenica ricca e godibilissima come nelle pantomime a due dove, complice il coperchio di un baule sollevato, le braccia di una delle protagoniste si fanno lunghissime mentre le mani sono mobili e si moltiplicano di numero.

Un baule e una valigia che, aperti, fungono da pareti dell'interno fatiscente dal quale le due donne emigrano e, chiusi, diventano fardello metaforico di una condizione che non le lascia nemmeno durante il viaggio e strumento scenico col quale rappresentare ora il sedile di un treno, ora giaciglio sul quale passare la notte, ora l'imbarcazione dalla quale naufragano fino ad arrivare nella terra nuova.

Serena Telesca e Caterina Bencini del Collectif Faim de Loup, italiane di stanza a Bruxelles da diversi anni, recitano con una mimica mai rigida o stereotipata ma sempre personalissima e di grande duttilità attente ad attestare  un punto di vista eccentrico dove l'ironia e l'autoironia stemperano l'aspetto ludico tenendo a bada la retorica della fanciullezza, riuscendo a sostenere la tenerezza di un racconto che diverte e commuove rimanendo elegiaco e mai comico.

Uno spettacolo con una scrittura scenica sapiente e colta che usa intelligentemente anche l'elemento paratestuale (come l'arrivo nella terra nuova presentato come finale di spettacolo nel quale sembra che le due attrici escano a prendersi gli applausi e invece si tratta della reazione delle migranti finalmente giunte a destinazione) la cui euforia è annientata dalla doccia fredda delle sirene che scattano quando attraversano il confine (la partitura sonora,  non solo musicale, è elemento importantissimo dello spettacolo) capovolgendo cos il lieto fine con un elemento che richiama le discriminazioni e il rifiuto con cui ogni paese accoglie le persone straniere.

Telesca e Bencini, in stato di grazia, affrontano alcuni problemi tecnici facendoli diventare parte dello spettacolo risolvendoli con intelligenza e umiltà con un genio scenico che denota un gran mestiere.

 

Roma Fringe Festival 2014  Migrazioni