Teatro

Sta per aprire a Treviso 'Storie dell'Impressionismo'

Sta per aprire a Treviso 'Storie dell'Impressionismo'

Grande attesa per la mostra dedicata ai grandi protagonisti dell'Impressionismo, da Monet a Renoir, da Van Gogh a Gauguin, che celebra nelle sale del Museo Civico di Santa Caterina i vent'anni di Linea d'ombra, leader in Italia nell'organizzazione di grandi e memorabili mostre-evento dedicate all'arte in Francia tra Otto e Novecento.

Linea d'ombra compie vent'anni al servizio dell'arte e della cultura, contrassegnati da una impressionante serie di mostre aperte un po' in tutta Italia, che messe insieme hanno totalizzato insieme qualcosa come dieci milioni di visitatori. E li celebra con il suo creatore e mentore Marco Goldin proprio a Treviso, dove è iniziata la sua attività - e dalla quale mancava ormai dal 2003 - con una mostra intitolata Storie dell'Impressionismo - I grandi protagonisti dell'Impressionismo, da Monet a Renoir da Van Gogh a Gauguin. Un'ulteriore tappa nel cammino che Linea d'ombra ha intrapreso da tempo con lo scopo di far conoscere nel nostro paese un cospicuo numero di opere d'arte - 120 tra dipinti, incisioni, fotografie provenienti da importanti collezioni pubbliche  e private - legate alle grandi correnti artistiche della Francia di fine Otto ed inizio Novecento, con lo scopo di ripercorrere il cammino dell'Impressionismo, con i suoi temi - il paesaggio, la figura, la società del tempo - ed i suoi accostamenti culturali, tra i quali spicca l'influsso dell'arte giapponese

Dunque ancora una volta, al centro della mostra che si aprirà il 29 ottobre negli appositi spazi del Museo di Santa Caterina per poi chiudersi il 17 aprile 2017, l'attenzione sarà focalizzata sui protagonisti dell'Impressionismo, un grande amore del noto critico trevigiano. «Una mostra – ci ha detto – è qualcosa di più e di diverso da un museo; perché una mostra non presenta semplicemente delle opere d'arte accumulate nel tempo e custodite in un determinato luogo, ma nasce da un progetto che tu hai in testa, al quale hai lavorato molto a lungo: per un anno, due anni, tre anni o più. Un progetto che, una volta realizzato, vede al suo interno le opere d'arte disposte in un percorso ideale, quello che tu proponi al pubblico, nel quale ognuna si trova a dialogare in una certa maniera con le altre messe in mostra, ed acquista così un significato diverso da quello che ha nel suo ambiente consueto».

L'occasione di parlare di questa che appare, già nelle premesse, una rassegna di notevolissimo interesse, a pochi giorni dalla sua apertura, è stato l'arrivo a Treviso delle prime opere, ed in particolare del delizioso Ritratto di Mademoiselle Irène di Renoir - proveniente come altre cinque tele dalla Collezione Bührle di Zurigo – cioè dell'immagine presa a simbolo della mostra stessa.

Quadro mostrato alla stampa in anteprima nel corso di una conferenza stampa tenutasi presso la Fondazione Zanetti – main sponsor con Unicredit della mostra – alla presenza di Massimo Zanetti, leader della società Segafredo Zanetti, di Luciano Franchin, Assessore alla cultura del Comune di Treviso, e naturalmente di Marco Goldin. Il quale ha raccontato come la celebre opera, da considerarsi tra i capolavori del grande pittore di Limoges, abbia alle spalle una storia un po' curiosa: dipinta da Renoir in un periodo particolarmente felice della sua carriera – cioè tra il 1879 ed il 1880 - contemporaneamente ad un secondo ritratto avente per soggetto le altre due bambine della ricca famiglia di banchieri ebrei parigini Cohen d'Anvers (Blue et Rose, oggi custodito a San Paolo del Brasile), non soddisfece per nulla i genitori, che peraltro malvolentieri aveva acconsentito a far eseguire i due quadri. Pagato tardi e meno del suo valore, il Ritratto di Mademoiselle Irène venne infatti prima relegato nelle stanze della servitù, come l'altro quadro gemello, e poi venduto qualche anno più tardi ad un mercante d'arte.

In attesa dell'inaugurazione della mostra - che sarà accompagnata da una kermesse musicale di tre giorni con vari atisti tra cui Franco Battiato, Antonella Ruggiero, Massimo Bubola e Giovanni Caccamo - va sottolineato che i locali del Convento di Santa Caterina ospiteranno in contemporanea altre due esposizioni ideate da Linea d'ombra: Tiziano, Rubens, Rembrandt - L'immagine femminile tra Cinquecento e Seicento, che presenta tre capolavori prestati dalla Scottish National Gallery, e inoltre Da Gottuso a Vedova a Schifano – Il filo della pittura in Italia nel secondo Novecento. Tutte visitabili con lo stesso biglietto, insieme alle ricche raccolte d'arte del Museo Civico.

Per maggiori informazioni sulle mostre, www.lineadombra.it