Teatro

Steve Jobs si materializza all'Elfo Puccini con il suo 'Tormento ed estasi'

Steve Jobs si materializza all'Elfo Puccini con il suo 'Tormento ed estasi'

Steve Jobs è un’icona del XXI secolo. Il suo ingegno ha cambiato il mondo, nessuno è rimasto  escluso – nella nostra civiltà – dall’estetica e dagli agi della sua tecnologia. Il suo celebre discorso agli allievi della Stanford University, «Siate affamati. Siate folli», è diventato una esortazione a non omologarsi. 
Come accade sempre per figure tanto straordinarie, anche quella di Jobs presenta però dei lati oscuri e Mike Daisey, coraggioso drammaturgo americano li evidenzia in un testo dinamico e acutamente critico. 

Un tipo di teatro che si fa strumento di discussione viva e che ha suscitato notevoli reazioni   polemiche: la Apple ha dovuto fare delle precisazioni, ma anche Daisey si è visto costretto a dare conto di alcune sue “interpretazioni artistiche” non proprio rispondenti al vero, tanto che il suo   testo continua ad essere aggiornato e dettagliato.

Grazie alla traduzione e all’adattamento di Enrico Luttmann e alla sensibilità del regista Giampiero Solari, Il tormento e l’estasi di Steve Jobs esordisce in Italia. Fulvio Falzarano ha il compito di farsi tramite delle riflessioni di Daisey, che intreccia la  luminosa epopea di Jobs alla rivelazione del profilo inquietante e taciuto del “prezzo” pagato per quella tecnologia che ha cambiato il mondo. 

Daisey è un convinto “seguace del culto di Mac”: ripercorre entusiasta i traguardi di Jobs   esternando le sue (e nostre) smanie per ogni nuova creazione con la “mela”.  «Steve è stato bravissimo – scrive – ci ha costretto ad aver bisogno di cose che non sospettavamo nemmeno di volere»: e così vai con i coloratissimi iPod, con gli iPhone, con la libertà assicurata   dall’iPad...
Libertà e purezza: l’attenzione al design e la tecnologia “alla portata di tutti” di Apple ci avevano forse illuso. Dietro il successo però c’è altro.

Daisey denuncia, non condanna: augurandosi forse che la consapevolezza collettiva faccia sì che quella mela che illumina i nostri oggetti più amati, possa un giorno non nascondere alcun marciume.


Dal 23 gennaio al 2 febbraio 2014

Sala AcomeA

Produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia

IL TORMENTO E L’ESTASI DI STEVE JOBS
tratto da “The Agony and Ecstasy of Steve Jobs”

traduzione e adattamento di Enrico Luttmann
di Mike Daisey

con Fulvio Falzarano

video di Cristina Redini
luci di Paolo Giovanazzi
regia Giampiero Solari