Teatro

Teatri/Libro

Teatri/Libro

Cosa significa oggi “traghettare” una scrittura non drammaturgia sul palcoscenico? Da cosa nasce l’esigenza di affrontare un testo come libro e presentarlo in forma di teatro? Luca Ronconi, Giuliano Vasilicò e Carmelo Bene si sono confrontati con questa sfida e hanno cercato e “ricercato” il modo di fondere il libro nel teatro con esperimenti che hanno segnato il ‘900 artistico. Ettore Massarese in quest’opera, approfondita, ricca di suggestioni e significati, dedicata ad un pubblico di studiosi o di appassionati di linguaggio teatrale, affronta in modo colto e specialistico l’evoluzione nel teatro del ‘900 di questo passaggio fisico e psicologico dal libro al teatro. La lettura è un’esperienza interna e individuale, fatta di suggestioni che ogni lettore prova per sè, di immagini che rivivono nella memoria personale, è un viaggio che si compie nei propri intimi processi mentali, quasi come un percorso mistico irripetibile. La trasmutazione del libro in teatro non è una piana e semplice ricostruzione narrativa della vicenda ma è il tentativo di riprodurre il meccanismo mentale che prova il lettore; non solo solo: il teatro può ricercare altresì il meccanismo creativo che sta all’origine del libro e diventare allora il disvelamento dell’esperienza artistica dell’autore e non del lettore. Sul palcoscenico il teatro/libro riporta la coscienza dei personaggi da cui deriva la loro storia e la vicenda intera è narrata attraverso, frammenti, evocazioni, immagini, in un clima che deriva direttamente dall’intuizione intellettuale e artistica dei “sei personaggi” di Luigi Pirandello. Il ‘900, il secolo che ha sconvolto il teatro, si manifesta prepotentemente nel “Pinocchio” di Carmelo Bene, così come nell’”Orlando” di Ronconi o ne “L’uomo senza qualità” di Vasilicò. La ricerca e la sperimentazione del teatro/libro coinvolge il pubblico in un’esperienza di percezione multipla collettiva: le azioni dello spettacolo si svolgono spesso simultaneamente negli spazi e allora il singolo spettatore diventa una parte dell’universo della rappresentazione. Il momento ricettivo-percettivo del soggetto fruitore si perde nel labirinto delle altre possibili fruizioni in un cosmo di parole, di luoghi, di emozioni, di coscienze che coesistono intorno ad un testo diventato “organismo” vivente e pulsante. Si arriva così quasi ad un “super–libro” che si amplifica sul palcoscenico e si dilata fino ad espletare tutta la sua potenza e fagocita gli attori, assorbe i personaggi, ingloba lo spettatore: il testo iniziale che sembrava inerme fatto di segni neri di inchiostro su carta diventa un potente Minotauro. E allora nel teatro, che è di per sé azione e parola, l’individuo resta muto e impotente a totale servizio del Dio-Libro che si manifesta. Da qui l’interessante riferimento che Massarese fa al personaggio drammatico e simbolico di Serafino Gubbio ancora da Pirandello.
Un libro profondo e impegnativo che apre strade importanti nella comprensione di opere teatrali di non sempre facile fruizione. Un libro sul linguaggio del teatro nel ‘900 e sugli uomini che l’hanno reso immortale.
 

Ettore Massarese
Teatri/Libro
Esperienze di percezione tra corpi in pagina e corpi in scena
Aracne Editrice 2009
Pagg.205 Euro 14,00