Cambio ai vertici dello storico teatro di Milano: la direzione artistica viene assunta da Lella Costa e Serena Sinigaglia, punti di riferimento importanti per la vita culturale meneghina.
La scomparsa di Sergio Fantoni, nell’aprile 2020, e la recente decisione di Fioravante Cozzaglio di lasciare la direzione artistica del Teatro Carcano a un socio hanno reso necessario un cambio di passo nel percorso artistico e gestionale dello storico palcoscenico milanese.
Sarà, infatti, Carlo Gavaudan, presidente del gruppo Sosia & Pistoia, ad avviare il nuovo corso della sala di Porta Romana, all’indomani di una pandemia che ha fortemente penalizzato lo spettacolo dal vivo e i suoi lavoratori.
La "rivoluzione" di due donne valorose
Il progetto di rinnovamento del Teatro Carcano vede al centro Milano, perciò Sosia & Pistoia ha ritenuto naturale rivolgersi a due artiste milanesi, alle quali affidare il ruolo di direttrici artistiche: Lella Costa e Serena Sinigaglia, entrambe adatte a rivendicare ruolo centrale della donna nel lavoro sulla scena e dietro le quinte.
Una coppia che si conosce e si stima da anni, che recentemente ha lavorato su un progetto comune: Se non posso ballare… non è la mia rivoluzione, ispirato al "Catalogo delle donne valorose", di Serena Dandini. Lo spettacolo, interrotto dalla pandemia, sarà in scena nella prossima stagione del Carcano.
Nuovi pubblici in un teatro per la comunità
Del gruppo Sosia & Pistoia fa parte, inoltre, Mismaonda, società di gestione e produzione di eventi live, diretta da Mariangela Pitturru (in passato, alla direzione del Teatro delle Celebrazioni di Bologna), che completa la triade della direzione artistica, con il compito di sintetizzare le visioni progettuali all’interno di una programmazione artistica in grado di coinvolgere nuovi pubblici.
Da un lato, infatti, non si può prescindere dal percorso artistico di Lella Costa, che ha calcato tutti i palcoscenici di Milano e che ora si immagina svolgere il ruolo di “padrona di casa, che accoglie pubblico e colleghi, partecipando alle produzione, ma senza necessariamente avere un ruolo in scena”; dall’altro, lo sguardo è ora rivolto alle istanze di aggregazione sociale sviluppate con ATIR da Serena Sinigaglia e alla sua visione di un teatro che, partendo dalla periferia, confluisca verso un centro ripensato come comunità che si ritrova unita.