Teatro

Teatro Massimo di Palermo, un modello di management virtuoso anche per il 2017

Teatro Massimo di Palermo
Teatro Massimo di Palermo

Gli ottimi risultati nella gestione dell’Ente riflettono un miglioramento di prestazione in ogni settore.

La recente divulgazione dei dati relativi al bilancio 2017 del Teatro Massimo di Palermo suggella in bellezza un quinquennio di buona amministrazione, confermando l’Ente palermitano come una positiva rarità nel sofferente panorama teatrale italiano.

Il quinto bilancio consecutivo chiuso in attivo per il 2017, cui si affiancano ricavi propri superiori ai cinque milioni di euro ed un notevole aumento del valore della produzione, testimoniano lo stato di buona salute strutturale del Teatro, esito di un piano di risanamento all’insegna dell’innovazione: «L’aumento della produttività e l’apertura a forme artistiche anche diverse da quelle proprie tradizionali- analizza il presidente della Fondazione, Leoluca Orlando- hanno rafforzato il rapporto con il territorio, ma anche dato un contributo di attrattività che si registra con l’intervento anche di privati».

Strenua ricerca di sistemi di autofinanziamento, desiderio di cambiare per il meglio tenendo conto del feedback ottenuto dagli spettatori quale valore aggiunto sembrano dunque gli elementi base di una formula vincente purtroppo ancora poco imitata.



Management virtuoso e pubblico protagonista

Nel corso degli ultimi anni, ad esempio, anche le modalità di comunicazione del Teatro si sono adattate ai nuovi mezzi, orientandosi progressivamente verso una diversificazione dei contenuti proposti e divulgati in modo massivo facendo sempre più spesso ricorso alle risorse digitali.

Distinguendosi tra i teatri d’opera italiani, il Massimo di Palermo in giorni prefissati consente di assistere alle rappresentazioni in diretta streaming oppure alle registrazioni on demand sul sito web istituzionale; superato così l’ostacolo materiale legato al prezzo del biglietto non sempre accessibile e guadagnando nel contempo in attrattiva presso le nuove generazioni, il Massimo si è pure prodigato per la divulgazione del genere lirico -tradizionalmente ancorato a stereotipi elitari- nei quartieri periferici o disagiati con il progetto Opera Camion (adesso proseguito con (H)èllozen). Un insieme di misure democratiche e altamente inclusive (tra cui la beneficenza per le onlus umanitarie) che, unite a politiche di contenimento della spesa, hanno consolidato l’immagine di un teatro in sintonia con il suo pubblico, in costante crescita dal 2014 (+37.5%).



I risultati lusinghieri di un modello vincente e durevole

Il piano di risanamento pluriennale, agevolato in parte dalle risorse del Patto per Palermo, è intervenuto su più fronti: anzitutto per il reperimento dei fondi, puntando sull’aumento delle risorse derivanti da autofinanziamento (soprattutto tramite botteghino e visite guidate), ricerca di collaborazioni e coproduzioni con importanti teatri internazionali (Opéra di Parigi e Royal Opera House Covent Garden di Londra), oltre che strategie di marketing mirate.

Il Teatro si è adoperato anche per ridurre al minimo gli sprechi, mentre il rendimento dei dipendenti e la percentuale di occupazione della Sala Grande (80.3% per 266 rappresentazioni) facevano registrare un continuo incremento: una meritoria condizione di sicurezza valsa infine il nulla osta per il finanziamento pubblico con cui la Fondazione ha estinto quasi del tutto i mutui accesi presso l’ex Banco Popolare Siciliano.

Giunge infine molto atteso il risultato della valutazione FUS, innalzata a 1.752 punti al termine dell’esercizio 2017, al termine di ”un quinquennio tutto di bilanci positivi che consente di affrontare il prossimo anno, una volta fuori dal piano di risanamento, tutte quelle iniziative necessarie per mettere a regime un progetto di rilancio per gli anni futuri” - conclude con giustificato ottimismo il presidente Orlando.