Per la prima volta, i due maggiori enti teatrali catanesi -con il tanto agognato rientro dello Stabile, dopo lunghi mesi di vicissitudini- propongono insieme, con il sostegno delle autorità locali, i rispettivi cartelloni per la prossima stagione 2016/17.
Una coinvolgente conferenza stampa, tenutasi la scorsa settimana nel salone Bellini di Palazzo degli Elefanti a Catania, ha inaugurato le programmazioni per l'annata entrante dei due principali enti teatrali locali, il Teatro Stabile ed il Massimo "V. Bellini", così da dimostrare alla cittadinanza, sollecitandone la partecipazione, la strenua volontà messa in campo dalle autorità, pubbliche e private, ai fini di un cospicuo rilancio della vita culturale di questa città metropolitana, conferendole il lustro che merita e innovative opportunità di sviluppo.
Gli interventi dei relatori hanno pertanto insistito sull'ineludibile necessità di una stretta collaborazione tra associazioni culturali, unico mezzo utile per il superamento delle difficoltà economico-organizzative all'ordine del giorno per enti di grande complessità, come i due storici teatri in questione; la rilevanza di titoli ed interpreti resisi disponibili testimonia la possibilità di contemperare qualità e budget ristretti, senza perdere di vista il fondamentale intento di fornire un servizio pubblico a prezzo contenuto: essendo la cultura, e quella teatrale in particolar modo, ancor oggi, un elemento sostanziale dell'identità democratica di ogni cittadino.
Per questo, si è scelto di puntare su una produzione criticamente differenziata, per vecchi e nuovi appassionati: cinque melodrammi, due balletti ed una fittissima rassegna sinfonico-concertistica, per quanto attiene il Bellini, che si contraddistingue anche per la giovane età degli interpreti coinvolti (il 40% al di sotto dei 35 anni), laddove lo Stabile può annoverare dieci spettacoli di prosa (tra cui diverse co-produzioni e ospiti di prestigio), un fuori programma con Leo Gullotta e la rassegna Altrove: il teatro va in città, volta a valorizzare i luoghi d'arte catanesi con rappresentazioni all'insegna dell'impegno etico-sociale.
La stagione operistica, oltre alla presenza di classici irrinunciabili del genere, come la pucciniana Manon Lescaut (con il tenore augustano Marcello Giordani, la soprano Monica Zanettin e il baritono Giovanni Guagliardo), la Salomè di Richard Strauss -condotta da Gunter Neuhold con la regia di Pierluigi Pizzi- e l'operetta La Vedova allegra di Franz Lehár per la regia di Gino Landi e con la partecipazione straordinaria di Tuccio Musumeci nei panni di Njegus, vedrà il ritorno di lavori meno rappresentati: La straniera di Vincenzo Bellini, lontana dalle scene catanesi da quindici anni, che aprirà la stagione il 21 gennaio 2017 e per la prima volta sarà eseguita secondo l'edizione critica Ricordi, con Daniela Schillaci nel ruolo della protagonista e la direzione orchestrale di Fabrizio Maria Carminati, e il Don Giovanni di Mozart, impersonato dal baritono Gianluca Margheri, con la direzione di Salvatore Percacciolo e la regia di Francesco Esposito.
Tutti gli allestimenti, accanto ai due balletti previsti, Schiaccianoci di Cajkovsij, nella versione del Balletto dell'Opera Nazionale di Odessa, e l'adattamento coreutico della Carmen di Bizet a cura del Balletto di Milano, saranno approfonditi e illustrati in dettaglio in un ciclo di conferenze presso il Dipartimento di Scienze umanistiche dell'Università di Catania, gestito dalle docenti e musicologhe Maria Rosa De Luca e Graziella Seminara.
In leggero anticipo rispetto alla lirica, già il prossimo 28 ottobre inizierà la stagione concertistica, secondo un denso calendario costituito da ben diciotto appuntamenti, dodici dei quali sinfonici e sei da camera, enucleati intorno ad alcuni punti di riferimento contenutistici ed autoriali: un gruppo di performance sarà dedicato a Schumann, un altro riguarderà la musica iberica, un ciclo sarà incentrato alla musica del Novecento, che tra l'altro inaugura il repertorio con l'esecuzione della Prima sinfonia di Mahler, sotto la direzione di Gianluigi Gelmetti.
Tra i virtuosi, solisti o in ensemble, il Bellini potrà vantare presenze illustri, come quelle del chitarrista Manuel Barrueco, del contrabbassista Francesco Siragusa, dei pianisti Ksenia Kogan, di Giuseppe Albanese e di uno dei maggiori conoscitori viventi dell'opera di J. S. Bach, l'iraniano Ramin Barhani, approdato e formatosi musicalmente nel nostro Paese dopo una sofferta vicenda biografica; accanto a loro, rilevanti formazioni di gruppo, come il Quartetto Nous e l'Aetna String Quartet, e numerose composizioni destinate a dare risalto alle qualità interpretative del Coro del Teatro Bellini, quali il Messiah di Händel, l'oratorio di Schumann Der Rose Pilgerfahrt, in prima assoluta a Catania, la Zarzuela, selezione antologica di musica spagnola e il Requiem di Fauré.
A rafforzare ulteriormente l'offerta artistica, provvederanno inoltre gli extra fuori abbonamento, che spaziano dalla Messa Arcaica di Franco Battiato alla musica folk dell'etnomusicologo Ambrogio Sparagna, con il suo spettacolo A Chiarastidda, con un particolare riguardo alle innovazioni: la maratona Rachmaninov, un'esecuzione senza soluzione di continuità dei quattro Concerti e della Rapsodia per pianoforte e orchestra di questo autore, e la coreografia di Roberto Zappalà I am beautiful, esordiente al Teatro Claudio Abbado di Ferrara lo scorso 18 marzo, nell'ambito del progetto Transiti Humanitatis.Clicca QUI per maggiori dettagli sulla stagione sinfonica del Bellini
In linea con la predilezione da sempre accordata dallo Stabile al teatro di prosa serio-drammatico, anche nella programmazione appena presentata è possibile individuare due filoni tematici ascrivibili al genere tragico, uno dei quali comprendente alcune rivisitazioni dei classici di questo genere, l'altro orientato in maggior misura all'impietosa denuncia delle ipocrisie che rovinano il vivere sociale.
Nel solco della tradizione tragica delle origini, si colloca Edipo, una pièce che coagula in un solo lavoro le due tragedie sofoclee -l'una conseguenza dell'altra- Edipo re ed Edipo a Colono, il primo interpretato da Andrea Baracco, il secondo da Glauco Mauri, per una produzione della Compagnia Mauri Sturno- Fondazione Teatro della Toscana, in scena dal 22 al 30 aprile 2017; al teatro tragico moderno rimontano invece le due versioni del Macbeth di William Shakespeare, la prima delle quali, dal 7 al 18 dicembre 2016, in coproduzione con il Teatro Stabile di Napoli, Fondazione Campania dei Festival- Napoli Teatro Festival Italia, con la regia di Luca De Fusco, vedrà Luca Lazzareschi e Gaia Aprea nel ruolo dei terribili coniugi regicidi; la seconda, nell'originale allestimento di Vincenzo Pirrotta, che vestirà pure i panni del protagonista insieme a Cinzia Maccagnano, sarà rappresentata in coproduzione con lo Stabile di Palermo dal 24 febbraio al 5 marzo con il titolo Macbeth. Una magarìa.
Molti spettacoli in cartellone allo Stabile affrontano invece i mali connessi alla stessa natura sociale dell'uomo: innanzitutto Il misantropo di Molière, a cura della Compagnia dei giovani del TSC di Catania, in programma dal 5 al 14 maggio, e il pirandelliano Il piacere dell'onestà, con Pippo Pattavina e la regia di Antonio Calenda, in apertura di stagione, dal 22 novembre al 4 dicembre 2016.
Se in quest'ultimo lavoro la finzione imposta dalle convenzioni si risolve infine in bene, ben diverso è il tragico e cruento esito cui si approda con Le serve di Jean Genet, un dramma della follia del 1947, ispirato ad una vicenda di cronaca nera, qui proposto con la regia di Giovanni Anfuso; il nucleo fondante della società individuabile nella famiglia sembrerebbe insomma capace di tirar fuori il peggio dell'animo umano anche a detta del contemporaneo Edoardo Erba, autore prolifico e pluripremiato, che nel suo Vizio di famiglia, con Pietro Montandon e la regia di Saro Minardi, in scena dal 3 al 12 febbraio, attraverso un tocco ironico lieve ma pungente, offre un'eloquente panoramica dei piccoli e grandi inconvenienti cui si può incorrere quando si cerchi una famiglia ad ogni costo.
Ancora un cortocircuito dei meccanismi che ci fanno spesso accettare il grigio fluire del tempo trascorso in obbedienza alle convenzioni della vita familiare, è alla base del thriller tragico Notturno di donna con ospiti di Annibale Ruccello, con Giuliana De Sio e la regia di Enrico Maria Lamanna, dal 14 al 25 gennaio 2017.
La crudeltà dei meccanismi sociali, che -per diverse motivazioni- mettono al bando personaggi scomodi, soprattutto se donne, è invece analizzata in Due donne che ballano del catalano Josep Maria Benet i Jornet, una produzione del Centro d'Arte Contemporanea Teatro Carcano, inscenata da due virtuose della recitazione quali Maria Paiato e Arianna Scommegna, sotto la regia di Veronica Cruciani, dal 16 al 21 marzo prossimi; dal 31 marzo al 4 aprile è poi la volta del riadattamento teatrale di Profumo di donna, lavoro cinematografico noto in due celebri versioni, a sua volta ispirato al testo di Giovanni Arpino Il buio e il miele, con Massimo Venturiello nel ruolo di regista e protagonista, impegnato a lottare contro il falso buonismo e gli ostacoli -quelli sì, reali- imposti dal mondo a chi è affetto da una menomazione fisica.
Imperdibile, fuori abbonamento nella sala Verga, al prezzo simbolico di un euro, Minnazza, «spettacolo per voce solista su prose e liriche siciliane», con Leo Gullotta unico attore in scena, intento ad offrire la sua arte alla terra natia, per celebrarne miti e bellezze ed esercitare una doverosa opera di denuncia sociale, attraverso passi indimenticabili di autori siciliani d'ogni epoca, da Cielo d'Alcamo a Leonardo Sciascia e Giuseppe Fava.
Molti appuntamenti si avvarranno delle suggestive cornici offerte dai luoghi d'arte etnei; con l'arrivo della bella stagione, Tuccio Musumeci si cimenterà nei panni del Dyskolos di Menandro al Teatro Greco-Romano di Catania, utilizzato come palcoscenico naturale anche in Troiane: viaggio di donne migranti, una produzione Senza misure Teatro, progetto S. E. T. A., in scena a marzo per il ciclo Altrove: il teatro va in città: una rassegna a forte impatto sociale con cinque lavori, commissionati a compagnie di sicuro valore, in altrettanti siti catanesi significativi sotto il profilo artistico-architettonico. Anche il primo e il quarto appuntamento tratteranno la tematica delle migrazioni globali: si tratta di Solo andata, che verrà rappresentato a gennaio nella Chiesa di S.Niccolò l'Arena a cura degli allievi della Scuola d'arte drammatica dello Stabile, e di Servizio al potere, in calendario ad aprile nella Sala Consiliare di Palazzo dei Minoriti, per una produzione Teatro del Canovaccio.
Sulle differenze di genere e l'omosessualità sarà incentrato Sui generis, in scena nella Sala Vaccarini di Palazzo degli Elefanti a febbraio, mentre le difficoltà sociali legate alla condizione femminile e il delitto del femminicidio saranno trattati a maggio, presso il Rettorato dell'Università di Catania, in Carne da macello, grazie ad una produzione Banned Theatre.