Tra prosa e circo prende vita questo singolare lavoro di Genet che vide un legame indissolubile tra lo scrittore e un giovane artista del circo, suo doppio narcisistico, fino al confronto con il decadimento e la Morte
Fino al 7 ottobre, al Teatro Vascello di Roma va in scena Il Funambolo, scritto da Jean Genet e diretto da Daniele Salvo. Tra gli interpreti in scena Andrea Giordana e Giuseppe Zeno.
La Morte -la Morte di cui parlo non è quella che seguiterà la tua caduta, ma quella che precede la tua apparizione sul filo. È prima di scalarlo che muori. Colui che danzerà sarà morto- deciso a tutte le bellezze, capace di tutte. Allorchè apparirai, un pallore- no, non parlo della paura ma del suo opposto, di un'audacia invincibile-, un pallore ti ricoprirà.
Il funambolo è un testo che si può considerare poco teatrale, ma intenso e appassionato. Una dichiarazione d'amore che Genet dedica al suo amico algerino Abdallah. Genet iniziò il giovane all¹arte della corda e lo stimolò a raggiungere il successo. Ma quando Abdallah cadde e dovette abbandonare la fune, la relazione fra i due si incrinò tanto che il funambolo, ferito dal fallimento e dall'allontanamento di Genet, si suicidò.
Genet ne santificò la presenza nella sua vita, dando vita ad un'idea poetica contorta dove l'amore per ciò che l'altro rappresentava diventa la storia di un rapporto di potere. Due personaggi che in scena, con ossessioni diverse, raccontano di un amore che esplode e si disgrega sotto la spietata falce dell'abbandono. Due funamboli in sintesi, che camminano sul filo dell'orizzonte, per misurarne i limiti o semplicemente giocare con la vita.
Le musiche originali sono di Marco Podda, le coreografie di Ricky Bonativa, le scene di Fabiana di Marco ed i costumi di Daniele Gelsi.
Il Funambolo - SCHEDA SPETTACOLO
Teatro Vascello - CARTELLONE COMPLETO.