Teatro

Thérèse Martin, il Racconto d'infanzia di Rosaria Lo Russo al Navile di Bologna

Thérèse Martin, il Racconto d'infanzia di Rosaria Lo Russo al Navile di Bologna

Venerdì 28 e Sabato 29 Settembre, alle ore 21, al Teatro del Navile, via Marescalchi 2/b  - Bologna, Rosaria Lo Russo presenta “Thérèse Martin ovvero Santa Teresa del Bambin Gesù e del Volto Santo”, Racconto d’infanzia di Rosaria Lo Russo, liberamente tratto da Storia di un’anima ms. A e dalle poesie di Thérèse Martin, con Rosaria Lo Russo e Rosanna Gentili. Ideazione scenica: Rosaria Lo Russo. Regia: Rosanna Gentili.

Con il suo “Racconto d’infanzia”, Rosaria Lo Russo, poetessa attrice e performer, porta sulla scena la prima narrazione autobiografica di “Thérèse Martin, ovvero Santa Teresa del Bambin Gesù e del Volto Santo”. Il racconto di vita della suora carmelitana abbraccia un periodo che va dall’infanzia fino all’entrata in monastero.

“Contemporaneamente alla scrittura autonarrativa Thérèse è stata autrice di poesie occasionali, o su soggetti particolarmente cari alla sua visione dell’eroismo cattolico femminile, che rivelano, insieme al racconto della vita, la sua visione mistica e mitica del destinarsi alla sororità  monacale piuttosto che alla vita borghese (la classe sociale a cui la famiglia Martin apparteneva) di una donna adulta. Paradossalmente – e protofemministicamente – Thérèse, tramite la scrittura, rappresenta il suo anelito di libertà spirituale e intellettuale rispetto alla “clausura” dei rituali convenzionali cui le donne della sua società e della sua epoca erano destinate.

E sceglie di restare Bambina per sempre, affrontando la vita da suora e la morte da santa con la consapevolezza della scelta di rimanere al di qua della vita di una donna adulta della provincia francese tardo-ottocentesca, autoescludendosi dalle tappe forzate della vita femminile della borghesia.

Ad una restituzione vocale fedele del testo di Santa Teresina – santa popolarissima e amatissima proprio perché archetipo della Bambina-Vergine-Madre (in quanto suora, Madre) – l’archetipo dell’unica femminilità-altra accettata dal pensiero e dalla mentalità borghese (ma accettata in quanto autoesclusione, non in quanto libera alternativa), si contrappone la messa in scena del corpo femminile nella sua realtà di impedimento ad esistere, e diventare adulto al prezzo di perdere l’innocenza, la visione mi(s)tica del mondo.

Thérèse sceglie di non diventare adulta, prima facendosi monaca carmelitana, in acquiescenza alla sorella maggiore, Pauline, poi di vivere anelando la morte come ritorno all’amore originario, al principio stesso del venire al mondo, per preservare il valore eversivo dell’innocenza, della delicatezza, della fragilità come risposta straziata e straziante al dolore per la realtà del male.

Una requiescenza che non è passività e tanto meno bigottismo ottocentesco proprio perché oppone al potere ecclesiastico la resistenza di una clausura sororale dalla quale prende corpo una scrittura narrativa e poetica (che prevedeva anche frequenti incursioni teatrali in monastero, “pie ricreazione” le chiamava Thérèse) vòlta a sottrarsi alla schiavitù del mondo in nome della libertà dello spirito creatore dell’infanzia di inventare, con coraggio, l’oltranza e l’alterità come dimensioni di spossessamento: infine di libertà dall’Io. L’itinerario mistico di Thérèse, la “petit voie” (la “piccola via”), è questa infinitamente piccola resistenza al potere e al male attraverso la straordinaria capacità infantile di perseverare nell’invenzione del bene.”

Info complete: www.teatrodelnavile.com
Prenotazione telefonica allo 051.224243