Teatro

Torino si riaccende d'incanto e poesia, con l'edizione 2015 di Teatro a Corte

Torino si riaccende d'incanto e poesia, con l'edizione 2015 di Teatro a Corte

In un ventaglio di proposte come sempre ricco e variegato, Teatro.it ha seguito alcuni spettacoli della quindicesima edizione del festival internazionale del teatro europeo nelle dimore sabaude diretto da Beppe Navello.

Selbsttraum di Meinhardt & Krauss

Iris Meinhardt ci prende per mano e ci conduce in un viaggio onirico nella sua intimità. Sfogliando per noi le pagine di un libro dal titolo eloquente, Intimitaeten, ci racconta "la verità, ma travestita da favola". Una favola che inizia scavando tra le pieghe della sua pelle così come tra le anse dell'anima dello spettatore, risvegliando un ancestrale ed impudico voyerismo che incolla il nostro sguardo a quel corpo offerto senza riserve.

La favola, via via, si fa più sognante ed ironica, creando l'illusione di un'assenza di gravità per poi ritornare, inattesa, alla sua cifra iniziale, con la micro telecamera che scivola nella gola di Iris fino a tirarle fuori quelle parole segrete e profonde che di lì a poco udremo: un eloquio in lingua tedesca che trascende la comprensione razionale e scivola diretto dalla orecchie al cuore.

Le Sacre du Printemps: a haptic rite di Kenji Ouellet

Ancora un corpo che si fa spettacolo. Ma questa volta è il corpo dello spettatore a divenire teatro di emozioni condivise. Bendato, preso per mano, guidato, il corpo dello spettatore viene adagiato, accarezzato, disturbato, coccolato, investito, amato, spaventato... Si fa teatro di guerra e di pace, di fragili armistizi che cedono il passo a nuove battaglie, di assalti improvvisi che precedono amorevoli tregue e sensuali intimità.

Entra ed esce continuamente dalla propria storia, per vivere nuovi ruoli, nuovi eventi, nuove inedite possibilità. Infine viene restituito a se stesso, ricondotto alla luce, pregno di emozioni ma al contempo più leggero, come liberato. Più che uno spettacolo, una catarsi.

Origami di Satchie Noro

Una figura esile e slanciata fa capolino a svariati metri d'altezza, aggrappata ad un grosso e pesante container: il maschile ed il femminile si fronteggiano in una lotta d'amore e odio senza posa, quasi una versione new age del mito intramontabile della Bella e la Bestia. La materia pesante si muove, lenta ed inesorabile, ora ad inghiottire ora a liberare la sua preda, alla continua ricerca di una forma mai trovata definitivamente.

L'oscillare di un'ascia contro il trascorrere spietato del tempo, con l'ansia di porre fine al tormento e al contempo assaporare fino in fondo l'estasi che scorre densa nelle vene del rischio. Infine la Bestia cede al coraggio indomito di quel fragile essere che ha osato sfidarla: l'equlibrio fra il pieno ed il vuoto è finalmente stabilito. Dalla lotta, ora, può avere inizio la danza.

Se voir di Association W

Jean-Baptiste André esplora gli spazi del castello di Rivoli in maniera inedita ed inusuale: questa creazione site-specific crea un legame dialogico tra il performer e lo spazio, restituito allo spettatore tramite una telecamera collegata ad un maxischermo.

Il movimento come ricerca di una dialettica corpo-spazio, reinterpretata dall'artista in maniera del tutto personale e con grande perizia tecnica, trova nella dimensione della narrazione per immagini in presa diretta un insolito e coinvolgente spunto di rapporto con il pubblico.

Art of Movement di Billie Cowie

Una lezione di danza ironica e originale quella di Billy Cowie, che ritorna a Teatro a Corte con una nuova creazione multimediale in 3D, in cui due danzatrici si confrontano, in uno spazio scenico ridotto a un cubo di dimensioni ridottissime, con altrettante danzatrici virtuali, in un ensemble omogeneo e surreale di raffinata poesia.

One-Hit Wonders di Sol Picò

Come affrontare il trascorrere del tempo, l'appassire della giovinezza, il rischio della caduta? Con ironia, grinta ed un pizzico di follia, ci insegna la catalana Sol Picò, utilizzando la metafora del volo e dell'atterraggio, un dialogo pungente con una provocatoria voce fuoricampo ed un pas à deux con un improbabile steward un po' ballerino un po' cavalier servente.

Beffandosi dei luoghi comuni all'insegna dell'impertinenza, danzando bendata fra i cactus, sfidando il fallimento chiamandolo per nome. Intramontabile, questa danzatrice che coraggiosamente ci narra il suo -non poi così prossimo- tramonto...