La Fondazione Magnani Rocca di Mamiano di Traversetolo (Pr), nata nel 1977 dalla volontà di Luigi Magnani per onorare la memoria dei genitori, ci offre ormai da anni splendide esposizioni che hanno sempre avuto la peculiarità di proporci l'osservazione dei vari fenomeni artistici da angolazioni poco consuete o per lo meno non ovvie.
Anche quest'anno la promessa è stata mantenuta con la mostra “Toulouse-Lautrec e la Parigi della Belle Époque”, aperta dal 10 settembre all'11 dicembre 2011, che ha come pregi essenziali quello di accendere i riflettori su un artista che in Italia non è così conosciuto, ma soprattutto quello di evidenziare chiaramente l'importanza e l'influenza che le sue celeberrime affiches hanno avuto, ad esempio, nel guidare la trasformazione di Picasso da artista accademico a pittore d'avanguardia.
La mostra si articola, come sempre, nei locali al piano terreno della villa a fianco delle sale che contengono la raccolta permanente con le opere dei secc. XIII-XVIII (quelle dei secc. XIX-XX si trovano al piano superiore) e si apre con uno spazio in cui alcuni dipinti di figura di Lautrec sono messi a confronto con quadri di Monet, Renoir, Cézanne ad evidenziare, anche solo ad un primo colpo d'occhio, come l'artista si distingua da questi ultimi per il mancato interesse verso la luce e il paesaggio, dimostrando, invece, una passione assoluta per l'essere umano.
Le sale successive, ben più ricche di opere, testimoniano molto bene l'influenza che il “japonisme” ebbe a livello di tecnica ed inquadratura sulle affiches prodotte in così gran numero dal pittore. A questo scopo, al corpus dei manifesti sono accostati esempi di stampe giapponesi simili a quelle cui l'artista certamente si ispirò. I punti di contatto sono molteplici: stesso linearismo grafico, ma diversa elaborazione e trasposizione dei soggetti nel mondo misterioso dei locali notturni.
Man mano che si procede, l'itinerario espositivo chiarisce sempre più al visitatore come la cartellonistica di Lautrec sia davvero un cardine imprescindibile per la conoscenza di un periodo così sfaccettato come la Belle Époque. Scorrono davanti ai nostri occhi marcate silhouettes femminili viste da punti inconsueti, immagini di uomini analizzate con occhio spietato e fortemente caricaturale, spaccati della società decadente nella quale l'artista è profondamente immerso e che egli osserva sempre con ironia: il tutto unito all'uso innovativo di ampie campiture di colori piatti.
Un fascino questo del mondo di Montmartre, con i suoi lati segreti e torbidi così ben evidenziati dalle affiches di Lautrec, che finì per attrarre anche Picasso il quale, già dall'epoca della sua frequentazione del caffè-cabaret Els Quatre Gats di Barcellona, ammirava le opere dell'artista d'Albi e, da esse ispirato, iniziò a concentrarsi sul linguaggio della linea.
Parallelamente alla cartellonistica si sviluppa anche il percorso relativo alla grafica: un bell'insieme di litografie, schizzi, disegni dal segno nervoso, a penna, a inchiostro, a matita nera che finiscono ancora una volta per indagare in modo privilegiato il mondo dello spettacolo, sempre osservato sotto la lente d'ingrandimento della satira, e che rivelano una straordinaria qualità tecnica ed espressiva.
A corredo dell'esposizione il bel catalogo delle Edizioni Gabriele Mazzotta, in vendita presso il book shop della Fondazione, a cura di Stefano Roffi, con saggi di Arturo Carlo Quintavalle, Ada Masoero, Stefano Roffi e Mauro Carrera.
La mostra è aperta tutti i giorni, ad eccezione del lunedì con orario continuato dalle 10 alle 18 (19 il sabato, domenica e festivi). Per maggiori informazioni: www.magnairocca.it, tel. 0521 848327/848148, fax 0521 848337.
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