Dopo l'anteprima nazionale al Piccolo Teatro di Bari e un mini tour in Basilicata, "La macìara. Si possono guarire le mani?" prosegue il suo percorso al Teatro Mimesis di Trani.
Le chiamavano "macìare", streghe. Le loro storie sono state tramandate di generazione in generazione dalle genti di Basilicata; oggi il ricordo di questa tradizione orale secolare sarà portata in scena sabato 31 gennaio (ore 21) al Teatro Mimesis di Trani (via Pietro Palagano, 53) con lo spettacolo "La macìara. Si possono guarire le mani?".
Prodotto da Notterrante Compagnia in collaborazione con il Cielo di Carta – Scuola di Teatro di Trani, lo spettacolo, scritto e diretto da Mariella Soldo, è un reading polifonico alterato che vede protagonisti Barbara De Palma, voce narrante che darà vita attraverso letture drammatizzate, monologhi e canti popolari, a tutti i personaggi della storia, e Stefania Ladisa alla viola e al violino.
Un tempo, neanche troppo lontano, in Basilicata, le donne si mettevano sull’uscio di casa e raccontavano storie ai bambini, alle altre donne e ai contadini che tornavano dai campi. Storie divertenti o macabre, che importava. Alla gente piaceva ascoltare. Oggi si è persa quest’abitudine. Le parole sono diventate suoni distratti che ci attraversano per caso, senza più il peso dell’emozione.
Con “La macìara. Si possono guarire le mani?”, la Compagnia Notterrante propone un racconto dalle atmosfere arcaiche, sull’ambigua figura della macìara. La storia vuole andare al di là della tradizione e del cliché, cercando di recuperare il lato umano di questo personaggio popolare. Il racconto è ambientato in un villaggio immaginario della bassa Lucania, ai confini con la Puglia e a ridosso della seconda guerra mondiale.
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