Dopo oltre 50 repliche, con una media di mille spettatori a data registrati nella prima parte della tournée, l’irriverente e fortunato spettacolo di Marco Travaglio, Anestesia totale prodotto da Promo Music di Marcello Corvino ritorna a Milano, mercoledì 11 luglio nell’ambito del festival estivo “Teatri di Villa Clerici”.
Anestesia totale getta uno sguardo sull'Italia ormai priva dell'ingombrante presenza del Cavaliere. Il tour, iniziato ad aprile dell’anno scorso, racconta un immaginario futuro divenuto presente italiano: l'uomo che, con la preziosa spalla del centro-sinistra, ha portato l'Italia verso il baratro, continua a riflettersi nel Paese che ha per questi diciassette anni contribuito, mediaticamente e non solo, a forgiare.
Il giornalista torinese propone cinque “lezioni” sulla disinformazione, per aprire gli occhi e iniettare un antivirus contro lo stato di anestesia in cui giornalisti e pubblico sono intrappolati a loro insaputa, tra manipolazione delle informazioni, favoritismi, dissimulazione di vero giornalismo.
Travaglio ritorna ad appassionare il suo numeroso e affezionatissimo pubblico attraverso lo stile di sempre: grande coerenza, ironia tagliente e un’infallibile memoria del nostro Paese. Palco spoglio, un’edicola, un violinista, un panchina e due microfoni, racconta un futuro prossimo, ancora in bilico tra presente e passato. Al suo fianco l’attrice Isabella Ferrari, impegnata a leggere riflessioni di Indro Montanelli.
Il dopo B. di si presenta come una misteriosa epidemia che ha ridotto un intero paese all’anestesia totale. E proprio dall’analisi di queste macerie che si cerca di trovare la cura per un Paese in cui cittadini hanno perso logica, memoria, verità e solidarietà. Il virus è un sistema che imbavaglia i cittadini, ma comodo al potere di ogni colore. Chi vince prende tutto. Travaglio ne ha per tutti, anche per il bocconiano e sobrio Mario Monti, già consulente Goldman Sachs, che fa capolino, di tanto in tanto con le sue “riforme condivise”.
Anestesia totale fotografa il vizio degli italiani, compiacenti con i potenti, cercando di scuoterli dal loro torpore, urla al Paese che non è più possibile essere complici e abituati allo scempio e che ora più che mai è necessario prendere coscienza e cambiare. Travaglio espone, analizza, sviscera come il più impietoso dei chirurghi alla ricerca dell’infezione e dei suoi sintomi, lasciando allo spettatore-paziente il compito risvegliare la propria coscienza e scoprire l’antidoto.