Teatro

TRIESTE 1918. La prima redenzione novant'anni dopo

TRIESTE 1918. La prima redenzione novant'anni dopo

Punto d’incontro fra storia e memoria, il progetto celebra il novantesimo anniversario della prima ricongiunzione della città all’Italia e la fine della grande guerra attraverso mostre, dibattiti, spettacoli, documentari e film. Il ritratto che emerge è quello di una città in guerra ma con una propria vita civile, economica e culturale, una città contesa da due monarchie per il valore geografico strategico, una città che, pur essendo territorio austriaco, è “italiana in un modo diverso dalle altre città italiane”, come scrive Scipio Slataper. Insomma una città-simbolo, protagonista del XX secolo e delle sue complesse vicende storiche, intellettuali e politiche. Dall’eredità del passato non emergono solo lutti e sofferenze, ma anche il ricordo che Trieste è sempre stata luogo di incontro fra popoli, culture, religioni; centro di scambi culturali e commerciali; luogo di creatività artistica e letteraria; perno economico di una vasta area europea, la Mitteleuropa. Un ruolo cosmopolita conseguenza della posizione geografica di frontiera e delle vicissitudini storiche. Per rievocare quegli eventi ed inquadrarli nel contesto difficile del secolo scorso è necessario approfondire, studiare, ricercare senza prevenzioni, in libertà, come sottolinea nell’introduzione al catalogo Massimo Greco, assessore alla cultura del Comune di Trieste. Al fine di far riflettere su fatti lontani nel tempo ma che possono arricchire le coscienze di oggi. Nell’introduzione al catalogo Giuseppe Parlato sottolinea il ruolo della grande guerra per l’Italia, citando Piero Melograni: “milioni di italiani, di tutte le regioni geografiche e di tutte le provenienze sociali, avvertirono sentimenti comuni durante la guerra e furono resi in qualche modo consapevoli delle motivazioni dello stesso processo unitario. A questo elemento si aggiunse il coinvolgimento dei civili, nell’intensa opera di propaganda messa in atto da intellettuali e giornalisti. Si trattò di un fenomeno di nazionalizzazione della massa attraverso canali non necessariamente politici, ma in grado di sortire una effettiva mobilitazione politica”. E se, dopo la guerra, l’Italia non fu più la stessa, a maggior ragione profondi cambiamenti riguardarono Trieste (che aveva i propri cittadini in tutte e due le parti in lotta). Nella Sala Attilio Selva del palazzo Gopcevich, sede dell’assessorato alla cultura del Comune di Trieste, è esposto “Un tesoro riscoperto. Una preziosa eredità austriaca nell’Archivio di Stato di Trieste”, istituzione che, a causa delle particolari vicende storico-istituzionali della città, presenta specificità che lo rendono differente dagli altri Archivi italiani. In mostra gioielli, suppellettili e monete che costituiscono una particolarissima tipologia di “documento di archivio”, eredità del governo austriaco prima e dell’Intendenza di finanza italiana poi, provenienti da lasciti ereditari, pegni per crediti e contenziosi legali. Tra essi valute del Regno dei Serbi, Sloveni e Croati, korone austroungariche, una spilla con il leone di San Marco in porcellana policroma dove, per un errore di interpretazione dell’orafo ceramista il leone non cammina su una banda azzurra (simbolo dell’egemonia di Venezia sui mari) ma su un prato verde. Il Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa presenta “La posta degli irredenti. Documenti dei volontari giuliani e dalmati”, tra cui una cartolina postale pubblicitaria con le bandiere delle terre irredente (Trieste, Gorizia, Trento, la Dalmazia e l’Istria) e la frase di Carducci “Rendi la patria, Dio, rendi l’Italia agl’Italiani”. Le fotografie d’epoca sono nella Sala Umberto Veruda di Palazzo Costanzi, una cronaca per immagini della Trieste liberata, con il vessillo tricolore sopra San Giusto e sopra la torre del municipio. Le uniformi delle collezioni civiche, “Eroi in divisa”, sono presso il Civico Museo del Risorgimento, mentre “Mostrare la guerra. Reperti bellici da collezioni pubbliche e private” sono nel Salone degli Incanti della ex Pescheria Centrale. E ancora cinema, fumetti, vita quotidiana, letterati al fronte e sentieri della memoria (luoghi di combattimento e di sepoltura). Dibattiti, proiezioni e spettacoli per capire come l’Europa cambiò volto: le molte facce della stessa storia. Insomma un modo diverso di leggere Trieste e con essa l’Italia e un frammento di storia fondamentale per l’oggi degli Italiani e degli uomini in generale. E il catalogo consente di ripercorrere tutto. Trieste, vari luoghi, fino al 25 gennaio 2009, catalogo Silvana Editoriale, sito internet www.triesteitaliana.it