Nel loro decimo anno di attività, le Scimmie Nude tornano con un’importante produzione corale e vari appuntamenti disseminati per la stagione milanese.
Si comincia con "Alieni", in scena al teatro Out Off da stasera al 4 novembre: uno spettacolo con 6 attori, che tenta, come tutti gli spettacoli della compagnia, di indagare l'uomo e, in questo caso per la prima volta, il rapporto tra l’individuo e la società, attraverso un linguaggio del tutto originale.
Dopo la Trilogia - che ha impegnato quattro anni di ricerca - sull’uomo e sulla sua intimità, il nuovo progetto ha visto la luce a maggio 2012, ed è stato presentato sotto forma di lavoro non compiuto al Teatro della Contraddizione. Le Scimmie Nude affrontano ora il problema del rapporto tra gli individui, tra il singolo e gli altri.
Cosa succede all’uomo, quando si mette in relazione con gli altri? Quali sono le sue reazioni? Come struttura la sua vita? Il progetto di ricerca "Alieni" scruta e analizza questo conflitto, esplorando la capacità dell’uomo di adattarsi (o non adattarsi) a quello che la società gli impone.
Ancora una volta un'indagine portata avanti con un linguaggio elastico e sempre nuovo, in grado di far immaginare, per non dire visualizzare, relazioni e reazioni altrimenti astratte
I sei personaggi senza nome di "Alieni", avvinti e sperduti in un coro metropolitano, cominciano da una sensazione di distacco individuale dagli altri. L’essere sociale e l’essere individuale sono due realtà ben distinte ma interconnesse tra loro. I personaggi si cercano, si inseguono, ma al tempo stesso si evitano nell'indifferenza e nella crudeltà più assolute. Essi si stringono in cori e poi si abbandonano all'isolamento e alla solitudine. Attraverso i loro intrecci scenici, vivono il loro perenne stato di disequilibrio sociale e personale.
Per non sentirsi un semplice ingranaggio di una società nella quale non si rispecchiano mai fino in fondo e per garantire un'esistenza riconoscibile a se stessi e agli altri, vogliono differenziarsi e mettersi in evidenza anche in maniera esagerata, estrema e bizzarra.
Gaddo Bagnoli, regista e autore della compagnia spega: “In questa ricerca sta maturando il pensiero che l'esistenza umana nella sua pratica si consumi in questa eterna lotta tra l'individualità e la socialità. L’essere per sé e l'essere per gli altri dipendono reciprocamente l'uno dall'altro in quanto scopo e mezzo. Il desiderio dell’uomo di piacere al mondo e di essere stimato è fondamentale per potersi riconoscere.”
L’idea è che la conflittualità e l'inconciliabilità delle esigenze di fondersi e allo stesso tempo di distinguersi dal proprio gruppo non escludano il loro reciproco stretto legame e che in ognuna di esse sia insita la condizione dell'esistenza dell'altra.
Ancora una volta solo l'amore e l'accettazione possono rappresentare una via d'uscita da questa antica
lotta di affermazione e di libertà, che oggi prende sempre di più i contorni di un egoismo rabbioso, cieco e
disperato.