Teatro

Una 'Cucina' multietnica e un parvenu beffato allo Stabile di Genova

Una 'Cucina' multietnica e un parvenu beffato allo Stabile di Genova

Un contemporaneo che ha tutti i numeri per diventare un classico e una pietra miliare della tradizione sono le due nuove scommesse dello Stabile di Genova in occasione dei festeggiamenti per il suo sessantacinquesimo compleanno.

Il Teatro Stabile di Genova festeggia il suo 65° compleanno aprendo la stagione 2016/2017 con due nuove produzioni: La cucina, di Arnold Wesker, in scena dal 18 ottobre al 6 novembre sul palcoscenico della Corte e Il borghese gentiluomo, di Molière, al Duse da mercoledì 19 ottobre a domenica 6 novembre.  

Nella prima pièce, le gelosie, le passioni le rivalità e gli equivoci che ruotano intorno ai fornelli di un ristorante diventano metafora del mondo. L’autore,  che in gioventù ha lavorato davvero come lavapiatti a Londra,  già nel 1957  descrive uno staff multietnico allegro e “arrabbiato”. Se, per certi aspetti si innesta nell’omonimo filone artistico, su un altro versante  precorre i tempi della realtà. Valerio Binasco, regista tornato a casa dall’Australia per questa occasione, fa scendere in campo una squadra di venticinque attori -  al massimo trentenni e nati alla Scuola di recitazione dello Stabile - per una partita nella quale, su scene di Guido Fiorato,  tutti i passaggi devono essere calibrati con ritmo.

Il borghese gentiluomo,  in scena al Duse,  nasce da una coproduzione con il Teatro Due di Parma ed è firmato da Filippo Dini, che ha scelto per sé anche la parte del protagonista,  Monsieur Jourdain. Lo  affiancano Sara Bertelà, Orietta Notari, Antonio Zavatteri.
Dal 1670, la storia del parvenu che - per assecondare le proprie manie di scalata sociale -  diventa vittima di truffatori di ogni genere, ma anche di un’irressistibile beffa ordita a fin di bene dalla moglie, indispettisce e diverte.