Teatro

Una giullarata sul primo ghetto del mondo

Una giullarata sul primo ghetto del mondo

Eugenio de Giorgi è considerato a ragione tra i più grandi attori, se non il più grande, che attualmente in Italia si occupano di storia popolare, sulla scia della scuola di Dario Fo e Franca Rame, di cui è considerato l'erede spirituale. Appassionato di Commedia dell’Arte, fonda nel 1996 l’Associazione Teatrale Duende, con la quale porta avanti negli anni – partendo da Venezia fino ad arrivare a Milano al Teatro Olmetto – la sua ricerca artistica, producendo numerosi spettacoli che hanno riscosso grande successo di pubblico.
Torna in scena, dal 26 gennaio al 6 febbraio al Teatro Blu, una delle sue creazioni più apprezzate: “Venezia 1516, affittasi monolocale zona ghetto”, del 2006.

Il testo – che è stato tra le altre cose pubblicato insieme al video dello spettacolo da Edizioni La Giuntina – racconta la nascita e la storia del Ghetto di Venezia, primo al mondo: un ambiente vivace e multicuturale, popolato della più varia e curiosa umanità. È proprio nel 1516 che la Serenissima decreta che gli ebrei “debbano abitar unidi in la Corte de Case, che sono il Ghetto appresso San Girolamo acciocchè non vadino tutta la notte attorno sia preso che dalla banda del Ghetto Vecchio dov’è un ponteselo piccolo, e similmente dall’altra banda del ponte siano fatte due porte, cioè una per cadauno di detti due luoghi”.

De Giorgi è un cantastorie, un menestrello che fa della sua voce e dei giochi di parole il suo strumento: conosciamo Tommaso Torquemada, responsabile della cacciata degli ebrei dalla Spagna, Giuseppe Francoso, che si fece battezzare quattro volte per necessità “monetarie”, il rabbino veneziano Leone da Modena e molti altri. Un turbine di colori, sfumature, pieno di ironia: una giullarata, nel senso originario del termine, che racconta, con grande humor, un tema decisamente non facile: l’inizio della segregazione e della persecuzione degli ebrei.