Teatro

'Un'opera per il Castello 2014': il contemporaneo chiama, Sant'Elmo risponde.

'Un'opera per il Castello 2014': il contemporaneo chiama, Sant'Elmo risponde.

Osservare Napoli dalla piazza d’armi di Castel Sant’Elmo, sulla collina del Vomero, è nella lista delle 100 cose che tutti dovrebbero fare. Non solo per il godimento estatico del panorama, tra la cartolina romantica del golfo e la metropoli febbrile del Rettifilo, ma anche per l’impegno conoscitivo che tale vista impone, pure all’osservatore più distratto. Tanto il cittadino con la macchina in doppia fila quanto il turista affannato dallo zaino megalitico, non possono fare a meno di dimenticare i rispettivi fardelli per concentrarsi sull’intrico di vicoli, piazze, persone, automobili, navi e abitazioni. Sarà che vedere senza essere visti stimola la fantasia perché, di fatto, da tale posizione privilegiata, lo spazio fisico si trasfigura in ambiente narrativo e quel groviglio indistinto diventa linguaggio, gesto, segno, una storia da raccontare, anche solo a sé stessi.

Castel Sant’Elmo – edificio storico percettivamente paradossale, che ai napoletani appare distante pur incombendo su tutta la città – sembra rappresentare un punto di partenza ideale per lo scrittore mancato che c’è in un ognuno di noi. Figuriamoci per l’artista in cerca di ispirazione che, oltre al mondo urbano al di là delle mura, può rivolgersi agli ambienti interni, percorrerne corridoi, scale e ambulacri, ibridando le forme dell’architettura con gli spazi mentali della creatività. Se n’è resa conto la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico e Artistico della città di Napoli e della Reggia di Caserta, che per il quarto anno consecutivo ha promosso, con il MiBACT e il PaBAAC, il concorso “Un’opera per il Castello”.

Non capita tutti i giorni la possibilità di confrontarsi con un’opera monumentale, quale è il possente castello in tufo giallo che, al suo interno, ospita il Museo del Novecento a Napoli, in un excursus storico e artistico che va da Tino da Camaino e Roberto il Saggio a Mimmo Paladino, oltre agli uffici della Soprintendenza. Il concorso, infatti, è diventato un’opportunità di richiamo per i giovani artisti, da 21 a 36 anni, che vogliono raccogliere la sfida di creare un’opera site specific, prendendo spunto da temi scelti di volta in volta e basati sulle teorie e le sperimentazioni più aggiornate dell’arte. Dopo “Il contemporaneo ricerca il suo pubblico”, “Lo spazio della memoria. La memoria dello spazio” e “Sospensioni, attese…”, l’argomento di questa edizione sarà “Lo spazio della comunicazione. Connessioni e condivisione”.

Come per gli altri anni, il vincitore verrà nominato da una giuria specializzata, composta da storici dell’arte, professori universitari e dell’Accademia di Belle Arti, galleristi e curatori, oltre che da un rappresentante della Direzione Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l’Architettura e l’Arte contemporanee. Il concorso prevede un premio in denaro di € 10.000,00, necessari a coprire la realizzazione dell’opera. Il progetto vincitore sarà presentato in occasione di un evento espositivo e verrà acquisito dalla Soprintendenza, per entrare a far parte della collezione permanente di Castel Sant’Elmo. Inoltre, sarà realizzato un catalogo per documentare anche i lavori dei dieci finalisti e un archivio digitale, che raccoglierà tutti i lavori presentati.

Per maggiori informazioni, ecco il link per consultare il bando completo.