Da sabato 6 agosto, nell'acropoli del Parco Archeologico di Elea-Velia, va in scena il dramma antico, insieme con altri generi che ricordano la versatilità ed i multiformi ingegni della Magna Grecia.
Ci siamo, mancano pochi giorni all'apertura di VeliaTeatro ed all’universo immortale dei classici, dalla grande tragedia greca di Euripide e Sofocle alla commedia latina e greca di Plauto e Aristofane, fino alla filosofia con Platone: la XIX edizione del festival di teatro antico va in scena nell’acropoli del Parco Archeologico di Elea-Velia, ad Ascea (Salerno), nel Cilento, ed offre anzitutto la forza tragica di due celebri donne del mito come Elena ed Alcesti, prima dell’eterna angoscia di Edipo e della comicità universale di Plauto unita ai messaggi di Aristofane, ed infine la riflessione di Platone.
Nè manca uno sguardo aperto sul medioevo illuminato della Scuola Medica Salernitana, e numerosi interventi di autorevoli studiosi a precedere le rappresentazioni. Sono otto gli appuntamenti in cartellone (tutti alle ore 21), dal 6 al 22 agosto, per l’edizione 2016 della rassegna organizzata nell’antica città della Magna Grecia, patria dei filosofi Parmenide e Zenone e Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco.
Come avevamo già ricordato in una precedente presentazione, l'evento quest’anno è dedicato alla memoria di Mario Untersteiner (1899-1981), insigne filologo, grecista e studioso della filosofia eleatica e del teatro antico, ricordato insieme con la sua opera, in particolare in occasione della serata inaugurale, in accordo con il Laboratorio Dionysos dell’Università di Trento, con il Comune e la Biblioteca Civica “Girolamo Tartarotti” di Rovereto, dove lo studioso nacque, e con l’Università Statale di Milano e il Liceo Classico “Giovanni Berchet” di Milano, in cui lo stesso insegnò.
Percorrendo il programma e le note accuratamente predisposte, si parte dunque sabato 6 agosto con «Elena» di Euripide, rappresentata da «Kerkìs. Teatro Antico In Scena», la compagnia figlia del Corso di Alta Formazione Teatro Antico In Scena dell’Università Cattolica di Milano. La tragedia, per la regia di Christian Poggioni e con la direzione drammaturgica di Elisabetta Matelli, affronta il filone alternativo del mito della guerra di Troia: non la vera Elena, che in realtà è in Egitto, è fuggita con Paride, ma soltanto una sua immagine. Introduce la rappresentazione un intervento di Elisabetta Matelli, docente di Storia del teatro greco e latino all’Università Cattolica di Milano e presidente dell’associazione «Kerkís. Teatro Antico In Scena».
Domenica 7 agosto è di nuovo protagonista la grande tragedia euripidea con «Alcesti», sempre a cura di «Kerkís. Teatro Antico In Scena», per la regia di Christian Poggioni e con la direzione drammaturgica della professoressa Elisabetta Matelli, a cui è affidata la presentazione che precede lo spettacolo. In scena è un’altra grande figura femminile del mito classico: Alcesti, la donna disposta per amore al sacrificio estremo, la sola pronta a sacrificare la propria vita per la salvezza del marito Admeto. Nella tragedia in cui Euripide rovescia il modello eroico epico, c’è spazio anche per il valore dell’ospitalità, che si palesa nel personaggio risolutore di Eracle.
Nella terza serata, lunedì 8 agosto, si passa all’espressione comica, con «L’Aulularia», una riscrittura a cura di Franco Fanuele, in una veste magica e fiabesca, della commedia di Plauto, per la regia di Filippo D’Alessio e la produzione di Teatro Boni - Il Cerchio Invisibile - Open Theatre. La commedia dell’avarizia diventa strumento per esaltare il valore dell’essere piuttosto che del possedere. Precede lo spettacolo un intervento di Iole Fargnoli, docente di Diritto romano all’Università Statale di Milano e autrice del libro «I piaceri della tavola in Roma antica. Tra alimentazione e diritto», che è anche il titolo e l’argomento del suo contributo.
Mercoledì 10 agosto, VeliaTeatro apre una finestra sulla Scuola Medica Salernitana e sulla straordinaria figura di Trotula de Ruggiero, ricordata come prima ginecologa della storia, con «Trotula quasi magistra». Un testo tratto dal romanzo di Paola Presciuttini, nel libero adattamento di Umberto Zampoli, recitato da magistrati e avvocati, in uno spettacolo a cura del Comitato Pari Opportunità presso la Corte d’Appello di Salerno. Nel corso della serata, il dibattito moderato da Eduardo Scotti, giornalista de La Repubblica, in cui interviene Franco Roberti, Procuratore Nazionale Antimafia, sul tema del traffico internazionale di esseri umani, donne in particolare, da parte delle organizzazioni criminali.
Nella quinta serata, sabato 13 agosto, di nuovo in scena Plauto, con la commedia «Mostellaria» (La commedia del fantasma), rappresentata dalla compagnia «Fondamenta Teatri e Teatro», per la regia di Giancarlo Sammartano. Un servo infido e astuto, l’ingenuo padrone e il figlio dissoluto sono i protagonisti della spassosa commedia in cui si susseguono beffe, inganni e sorprese, compresa l’invenzione di una dimora abitata da un fantasma. Introduce lo spettacolo un intervento di Roberto Mario Danese, docente di Filologia classica e direttore del Centro Internazionale di Studi Plautini dell’Università di Urbino Carlo Bo.
Venerdì 19 agosto, torna in scena la tragedia greca con «Edipo Re» di Sofocle, a cura della compagnia «La Bottega del Pane», per la regia di Cinzia Maccagnano. È l’opera tragica che incarna il dramma della conoscenza della verità, che si esprime nella figura del sovrano inconsapevole uccisore del padre e autore di un rapporto incestuoso con la madre. Prima dello spettacolo, l’intervento di Aldo Raul Becce, psicoanalista e già docente presso vari atenei, dedicato a «Il complesso di Edipo», l’affascinante argomento nato dalla teoria psicoanalitica di Sigmund Freud, che proprio dalla tragedia sofoclea e dal mito greco di Edipo trae spunto.
Domenica 21 agosto, l’orizzonte si sposta nuovamente sul versante della commedia, con «Lisistrata di Aristofane ovvero la Guerra del Peloponneso non si farà». L’opera in cui il commediografo greco mette in scena lo «sciopero del sesso» delle donne elleniche perché gli uomini mettano fine alla guerra, è presentata attraverso una lezione-spettacolo, a cura di Giovanni Greco, regista e docente di Recitazione in versi all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma. Che, accompagnato dalla filologa e traduttrice Maria Cristina Zerbino, sviluppa la brillante trama aristofanea tra racconto della vicenda, commento delle dinamiche comiche e lettura drammatizzata.
Nell’ultimo appuntamento di VeliaTeatro 2016, lunedì 22 agosto, spazio al teatro di matrice filosofica con «I Numeri dell’Anima – Dal Menone di Platone», spettacolo a cura della «Compagnia del Sole», per la regia di Flavio Albanese. Tratto dal Dialogo platonico «Menone», mette in scena il confronto tra il filosofo Socrate e il giovane Menone, allievo del sofista Gorgia: il tema è la virtù, la possibilità di definirla, insegnarla e trasmetterla ai cittadini. E nel contempo, tra leggi matematiche e geometriche, si arriva a dimostrare l’immortalità dell’anima. Introduce lo spettacolo un intervento di Franco Ferrari, professore di Storia della filosofia antica all’Università di Salerno.
La manifestazione, organizzata dalla Associazione Culturale Compagnia Michele Murino Cilento Arte, si svolge con il sostegno di: Soprintendenza Archeologia della Campania, Regione Campania, Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, Comune di Ascea, Ente Provinciale per il Turismo di Salerno, Pro Loco di Ascea; con il patrocinio di: Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Regione Campania, Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, Università degli Studi di Salerno, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Università degli Studi di Milano, Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, Laboratorio Dionysos dell’Università di Trento, Liceo Classico “Giovanni Berchet” di Milano, Comune di Rovereto, Biblioteca Civica “Girolamo Tartarotti” di Rovereto, Istituto di Istruzione Superiore “Parmenide” di Vallo della Lucania.
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