Teatro

Vent'anni di creazione contemporanea al Festival delle Colline

Vent'anni di creazione contemporanea al Festival delle Colline

La donna, vittima di tante violenze ma al tempo stesso motore dei cambiamenti in atto, è il tema principale dell'edizione 2015.

Un’edizione speciale, quella che si svolgerà a Torino dal 1° al 20 giugno, per festeggiare vent’anni da quel 1996 in cui un recital con Marisa Fabbri diede il via, nella suggestiva cornice di Villa Bria, a Gassino, al festival indipendente delle Colline Torinesi – Torino Creazione Contemporanea, diretto da Sergio Ariotti e Isabella Lagattolla.

Alla mamma di Pierpaolo Pasolini, Susanna Colussi, è dedicato MA, la novità di Antonio Latella, presentata a Torino in prima assoluta e coprodotto dal Festival delle Colline. Un’altra testimone del Festival è Aung San Suu Kyi, Premio Nobel per la Pace.  Su di lei il Teatro delle Albe di Ravenna ha costruito Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi, scritto e diretto da Marco Martinelli. Ermanna Montanari veste i panni della politica birmana. La recita torinese sarà preceduta dalla lettura di un messaggio della stessa San Suu Kyi, che dopo ventuno anni di reclusione oggi siede in parlamento, unica donna, ma che si vede ancora sbarrata la strada verso la Presidenza in Birmania.

Il Festival 2015 permette di conoscere anche una nuova drammaturga tedesca: Rebekka Kricheldorf. In programma in prima nazionale il suo testo Villa dolorosa messo in scena da Roberto Rustioni, nell’ambito di "Torino incontra Berlino", una sorta di Tre Sorelle nell’annoiata Germania, locomotiva d’Europa. È invece tratto dal romanzo greco di Petros Markaris, Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni, di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, miglior novità italiana 2014 ai Premi Ubu.  Siamo nel pieno della crisi economica greca: vengono trovate le salme di quattro donne, pensionate, che si sono tolte volontariamente la vita.

Emma Dante sarà in cartellone con Io, Nessuno e Polifemo: sul palco, con lei, altri cinque attori e una musicista. Il lavoro è tratto dall'Intervista impossibile a Polifemo di Emma Dante e racconta lo sbarco di Odisseo nella terra dei Ciclopi, forse la Sicilia, forse Milazzo, capovolgendo ogni interpretazione positiva sull'eroe omerico. Tornano anche Ricci/Forte, con Darling (Ipotesi per un’Orestea), uno spettacolo coprodotto dal Festival delle Colline, con Anna Gualdo nel ruolo di Clitemnestra e altri tre interpreti, liberamente ispirato all'Orestea di Eschilo e messo in scena in un claustrofobico container. Trincea, di Marco Baliani, è uno spettacolo dedicato alla Grande Guerra, che debutterà in prima assoluta al  Festival. La regia è di Maria Maglietta. Lo spettacolo coprodotto con Marche Teatro ha ottenuto il riconoscimento dalla Presidenza del Consiglio come evento del Centenario. Nell’anno dell’Expo milanese dedicato alla nutrizione, il progetto si concentra sulla magra alimentazione dei soldati nelle trincee.

Per il Focus sulla Creazione Italiana Contemporanea realizzato insieme al Teatro Stabile, di Gabriele Vacis viene presentato La parola padre. Le interpreti sono sei ragazze provenienti da Italia, Bulgaria, Macedonia, Polonia. Tutte parlano più o meno inglese ed hanno conti in sospeso con la loro patria e con i loro padri.
Alfonso Santagata, uno dei nomi storici del teatro di ricerca, sarà in scena alle Fonderie Limone di Moncalieri con il suo Esterniscespiriani, epifania di personaggi tratti dal teatro di Shakespeare. Kriminal tango, di Fanny&Alexander, gustoso ritratto di Fred Buscaglione, latin lover, un po’ gangster, amabile spaccone, scialacquatore. Lo spettacolo in prima assoluta sarà in scena a Le Roi Music Hall, in via Stradella 8, dove l’artista si esibiva col suo pianoforte rosa. Tra le giovani compagnie di questa edizione, Babilonia Teatri con Jesus, spettacolo che affronta temi come il senso della vita o della morte e le radici cristiane della nostra cultura, cercando un approdo alle radici della spiritualità; il Mulino di Amleto, alle prese con uno dei capolavori del teatro politico di  Bertolt Brecht, Mahagonny. Una scanzonata tragedia post-capitalistica e, infine, i Maniaci d’Amore impegnati in un progetto speciale, un laboratorio con gli allievi del College di Acting della Scuola Holden. Oggetto del loro lavoro l’opera di Franz Kafka, in particolare Metamorfosi. Il segno d’artista della ventesima edizione è donato dalla libanese Zena el Khalil, l’ennesima donna di un’edizione “al femminile”.

Maggiori informazioni sul sito www.festivaldellecolline.it