E' una delle esperienze di teatro interattivo più appassionanti in circolazione. La Casa delle Storie è un progetto avviato nel 2000 e portato avanti con successo ed entusiasmo, che gli ideatori in questa intervista definiscono "nutrimento dell'anima per bambini e adulti"
La fiaba non solo si racconta, ma si "fa": gli spettattori (con due t!) sono bambini, mamme, papà e nonni, che diventano i protagonisti dello spettacolo. Adulti e e bambini sono quindi stimolati a vivere la storia e, con un semplice meccanismo di assegnazione di ruoli - attentamente guidati dagli attori professionisti - vivono tutti insieme la fiaba, che assume contorni nuovi e insperati, in un momento storico in cui i più piccoli hanno decine di gingilli tecnologici come concorrenza principale.
Sette i titoli che ciclicamente vanno in scena, tutti con la tematica pedagogica rispettata e con il quid del contribuire a insegnare le difficoltà della vita grazie al loro messaggio universale che da sempre le favole portano in seno.
Ne parliamo con gli ideatori, Giovanni Lucini ed Elisabetta Milani, che hanno sperimentato le fiabe in diversi teatri (San Babila, Carcano, Smeraldo) e che ora sono in stagione al Teatro della Luna di Assago (domenica alle 11), con due date speciali al Manzoni di Milano (sabato 24 gennaio e 28 febbraio alle 15.30).
Come si costruisce uno spettacolo della Casa delle Storie?
Le fiabe hanno tutte un senso, sono tutte valide, ma noi dobbiamo valutare quelle che si prestano di più alla moltiplicazione dei ruoli. C'è una ricerca accurata dei materiali e delle musiche, scriviamo il copione, approfondiamo e scriviamo i dialoghi. Poi scegliamo gli attori, che non devono essere solo bravi, ma devono essere interpreti di cuore: attori così sono pochi, sono come i maestri di ballo, ti portano dove vogliono loro. Facciamo tante prove immaginandoci il pubblico e la risposta, per questo siamo un'ottima scuola per l'imprevisto, che in uno spettacolo come il nostro accade spesso.
In cosa cambia la fiaba?
Noi non snaturiamo nulla, ogni cosa è ponderata: c'è uno psicanalista che legge il copione, che controlla ogni singola e possibile interpretazione. Un esempio su tutti è Il brutto anatroccolo: quando Mamma Anatra dice una frase fortissima "Sarebbe meglio che tu andassi lontano", a cui segue la più forte ancora frase successiva del figlioletto: "Qui nessuno mi vuole, neanche la mamma". Ci abbiamo ragionato molto, ma nel copione quest'ultimo passaggio "neanche la mamma" lo abbiamo tolto, sentivamo che era troppo...era talmente evidente, che era solo un rigirare il coltello nella piaga. Ma il messaggio che passa, alla fine della storia, è che il brutto anatroccolo non si abbatte mai. Ed è con questo valore con cui i bimbi escono da teatro.
Come si fa a vedere le cose con gli occhi di un bambino, per voi che organizzate?
GL. Per me è l'avere presente nel cuore e nella vita la mia infanzia. Quando scrivo rivivo attimi vividi ed episodi vissuti e ritrovo il mio bambino, ho sempre molto chiaro ciò che voglio raccontare. Quando scelgo una fiaba ho bisogno di trovare significati universali e comprendere a fondo il valore che contiene.
Qual è la fiaba che i bimbi preferiscono?
E' molto soggettivo, dipende da ciò che hanno bisogno di sentirsi dire, qual è il loro percorso interiore in quel momento preciso. Prendiamo Hansel e Gretel: gli adulti ne hanno paura, dato che si parla di carestia e di abbandono. Ma se non affronti la strega nel bosco, non affronti le tue paure. Tutti gli spettacoli, comunque, hanno grandi momenti di gioco, i bambini vanno sempre verso la vita.
Che reazioni hanno i piccoli?
Penso che se potessero scegliere i bambini in autonomia, avremmo bisogno dello stadio da tante sarebbero le richieste! Tanti bimbi chiedono di noi, ci raccontano i genitori. Durante i 90 minuti dello spettacolo sono sempre attenti, vivono l'astrazione in modo totale.
Quali sono i riscontri reali che vi sono pervenuti in tanti anni di attività?
Ci scrivono in tantissimi, ci ringraziano perchè è servito a loro come genitori. Ci sono bambini, ormai all'Università, che tornano a trovarci e anche che ci "studiano". C'è la bellissima storia di un bimbo, particolarmente amante dei gatti, che ha assistito a 40 repliche del Gatto con gli Stivali, da quando aveva 17 mesi ai 7 anni: fasi diverse della sua vita, con risvolti diversi. Oggi però c'è anche tanta superficialità: i genitori dicono "Ah, l'ho già visto" e pochi tornano, non capendo che invece può essere ancora più utile. Purtroppo oggi i giochini elettronici rendono i bambini ipercinetici...hanno sempre bisogno di qualcos'altro: recentemente il padre di una bimba di 6 anni, ai Tre Porcellini, ci ha detto che avremmo dovuto fare qualcosa di più tecnologico. Che dire? Non ha capito nulla del progetto.
E' difficile fare teatro per bambini oggi?
Per noi lo è. C'è una difficoltà di trovare spazi idonei, ossia una sala senza palcoscenico, che sia sufficientemente grande e che tenga 100/150 persone. Dopo la chiusura dello Smeraldo, dove eravamo di "casa", siamo stati fermi una stagione, finchè siamo approdati al Teatro della Luna e ora anche al Manzoni. E poi c'è l'aspetto più profondo: serve trovare delle realtà che comprendano la valenza e la bellezza di questi progetti. Occorre incontrare persone sensibili, intelligenti, scrupolose, attente che non pensino solo all'incasso: la Casa delle Storie vuole nutrire l'anima.
I prossimi appuntamenti al Teatro della Luna di Assago (MI)
Domenica 25 gennaio ore 11 Cappuccetto Rosso
Domenica 1 febbraio ore 11 Il Pifferaio Magico
Domenica 8 febbraio ore 11 Il Gatto con gli Stivali
Domenica 15 febbraio ore 11 Hansel e Gretel
Domenica 22 febbraio ore 11 I Tre Porcellini
Domenica 1 marzo ore 11 Il Lupo e i Sette Capretti
Domenica 8 marzo ore 11 Hansel e Gretel
Domenica 15 marzo ore 11 Il Brutto Anatroccolo
Domenica 29 marzo ore 11 Cappuccetto Rosso
Domenica 12 aprile ore 11 Il Pifferaio Magico
Domenica 19 aprile ore 11 Il Brutto Anatroccolo