Teatro

VIRGILIO. VOLTI E IMMAGINI DEL POETA

VIRGILIO. VOLTI E IMMAGINI DEL POETA

Dal 16 ottobre 2011 all'8 gennaio 2012 Virgilio fa ritorno nella sua Mantova in un'importante esposizione curata da Vincenzo Farinella: si tratta di un piccolo ma splendido cammeo inserito in quello scrigno d'arte che è Palazzo Te.
Virgilio è l'autore latino forse più studiato e amato: fin dall'epoca romana le sue opere furono inserite nei percorsi scolastici, nel Medioevo egli ebbe fama di profeta, per Dante fu una guida nel suo percorso fra inferno e purgatorio, per la città di Mantova un faro e un punto di riferimento basilare nella propria storia.
Del poeta a Palazzo Te vengono indagate la figura umana, anche nella sua fisicità, e la fortuna che egli ebbe in un arco temporale di quasi duemila anni, attraverso reperti e testimonianze di qualità che ripercorrono un po' tutti gli ambiti delle arti figurative.
Nella prima sala vengono posti a confronto due ritratti: il celeberrimo mosaico, rinvenuto nel 1896 negli scavi eseguiti presso l'antica Hadrumetum e conservato oggi al Museo del Bardo di Tunisi, in cui il poeta è raffigurato, con ogni probabilità in modo realistico, mentre, affiancato da due muse, scrive un verso dell'Eneide e il Virgilio in cattedra, uno degli  emblemi della città di Mantova conservato oggi al Museo della città, che rappresenta l'idealizzazione fatta nel medioevo della figura del letterato.
Nello spazio espositivo successivo queste due immagini vengono poste a confronto con i “ritratti” di età moderna dando particolare risalto all'iconografia mantovana del poeta. Si passa dalla monetazione cittadina che, dal XII al XVII sec., ha sempre serbato il volto di Virgilio come cifra caratteristica, alla bizzarra tematica della testa nella vasca documentata in vari prodotti riferibili alla cerchia mantegnesca, fino a giungere a un frammento di affresco e a un disegno autografo di Giulio Romano che consentono di ricostruire una grande scena, in cui il letterato si trova con Augusto e la Sibilla, certamente in origine concepita per adornare un prestigioso palazzo mantovano.
La storia delle edizioni a stampa illustrate delle opere virgiliane è testimoniata da quella celebre di Strasburgo, eseguita nel 1502 a cura di Sebastian Brant e più volte riedita, messa a confronto con alcune altre, decorate sulla base di disegni di Domenico Beccafumi, date alle stampe a partire dal 1544.
In mostra sono poi presenti alcuni soggetti tipici dell'iconografia legata in qualche modo al poeta, per scelta rappresentati da opere poco note ma di alta qualità pittorica come i dipinti di Filippo Napoletano e Rutilio Manetti sul viaggio di Virgilio e Dante negli inferi o quelli raffiguranti la morte di Didone del lucchese Pietro Testa e del cremonese Giuseppe Bottani. Una sezione a parte è poi dedicata al mito neoclassico che si viene a creare attorno all'area archeologica di Piedigrotta ritenuta il presunto sepolcro del poeta con le splendide evocative vedute di Hubert Robert e Joseph Wright of Derby.
L'ultima sala è totalmente riservata al monumento mantovano di Luca Beltrami, inaugurato in piazza virgiliana nel 1927 e qui presentato grazie ad un piccolo bronzetto e ad alcuni bozzetti  in gesso di Giuseppe Menozzi, accanto ai quali si può ammirare una sconosciuta serie di disegni commissionati nel 1910 dall'archeologo Giacomo Boni ed eseguiti in vista di un suggestivo progetto alternativo al monumento che mirava a costituire sulle rive del Mincio un parco in cui  fosse ricostituita filologicamente tutta la flora citata nelle Georgiche e nelle Bucoliche.
La mostra è aperta il lunedì dalle 13 alle 18 e gli altri giorni della settimana dalle 9 alle 18 ed è corredata dal un esaustivo catalogo Skira contenente saggi di Paul Zanker, Vincenzo Farinella, Nadia Marchioni, Roberto Andreotti. Per maggiori informazioni: https://www.centropalazzote.it/