Teatro

Vittorio Franceschi presenta 'Grand guignol all'italiana' a L'Aquila

Vittorio Franceschi presenta 'Grand guignol all'italiana' a L'Aquila

L'autore bolognese e il cast diretto da D'Alatri incontreranno il pubblico a martedì L'Aquila. Un'occasione per conoscere più a fondo il testo di Franceschi e l'allestimento che sta per debuttare.

Grossolanità, cinismo, squartamenti e lacrime da cronaca nera, eros e bordello a infarcire un drammone popolare senza lieto fine. Nella Francia di fine ‘800, il grand guignol era tutto questo; un miscuglio non molto amalgamato di tinte fortissime, farsesche, macabre e cianfrusaglie. Talmente paradossale da essere, a volte, involontariamente comico. 

Il Teatro Stabile d'Abruzzo riporta in scena il Grand Guignol, il teatro classico degli orrori rivisto dalla penna ironica di Vittorio Franceschi il quale, nelle sue note, precisa: "lavorandoci su mi spostai un pochino verso sponde più nostrane, come la farsa e la sceneggiata, risciacquando rispettosamente i panni nella mentalità piccolo bortghese che da sempre ci caratterizza".

Alessandro D’Alatri, direttore artistico del Teatro Stabile d'Abruzzo e regista di "Grand guignol all'italiana" riscopre questo testo scritto e poi segregato in un cassetto da Franceschi quindici anni fa e porta sul palco l’innocente colf depressa, il salumiere di successo, la guida turistica ignorante con una moglie fedifraga e isterica e il postino sensibilmente gay. La storia non è importante: corna, liti, strafalcioni, soldi... con immancabile coup de théâtre finale. C’è anche un cane, che abbaia spesso però non entra mai in scena.
Alle scenografie ci pensa Matteo Soltanto.

E' lunga la carriera di Vittorio Franceschi portata avanti sia come attore che autore e regista nei massimi teatri stabili (Roma, Genova, Torino, Bologna, Trieste, Bolzano, Palermo e Piccolo di Milano). Attualmente è Condirettore della Scuola di Teatro “Alessandra Galante Garrone” di Bologna, dove insegna recitazione. Basti qui ricordare almeno che già in passato ha collaborato con Alessandro D'Alatri e sopratutto con Matteo Soltanto; per esempio è drammaturgo e attore de il "Il sorriso di Daphne", allestito dieci anni fa dal regista romano che poi ha diretto anche il monologo "Il cappotto" che Franceschi ha adattato per sé stesso dal testo di Gogol un paio di anni fa. Entrambe con scene di Soltanto. Giusto un anno prima Matteo Soltanto aveva curato sia la regia che la scenografia de "Il fiore inesistente", scritto ed interpretato da Franceschi. Più recentemente, lo scenografo torinese si è occupato dell'ambiente di "Scacco Pazzo", di cui Franceschi ha scritto il testo e fatto la regia. Così com'era stato anni prima per "L'arca di Gegè", "A corpo morto" e per le scene virtuali in "Il fanciullo allegro", in cui l'autore bolognese è anche tra gli interpreti. Di "Lager, memorie dei campi di sterminio", tratto da Primo Levi, Franceschi è regista e Soltanto scenografo. Di "Dialogo col sepolto vivo", sempre curato per l'ambiente dal fido scenografo, Franceschi è drammaturgo e attore.

Martedì 10 novembre, alle ore 17.00, al Palazzetto dei Nobili, nel centro di L'Aquila, ci sarà un incontro pubblico con Vittorio Franceschi in compagnia del regista Alessandro D'Alatri e del cast di "Grand guignol all'italiana", Lunetta Savino, Andrea Lupo, Umberto Bortolani, Carmen Giardina e Sebastian Gimelli Morosini. per presentare l'allestimento che debutterà il 12 e 13 novembre al Ridotto del Teatro Comunale del capoluogo abruzzese prima di intraprendere una lunga tournée che lo porterà in città come Roma, Avezzano, Rimini, Cervia, Pescara, Teramo e Agrigento.

Per maggiori informazioni: Teatro Stabile d'Abruzzo