"Che Dio ce la mandi buona!" è una commedia brillante, scritta da Antonio Ferrero, interpretata con ritmi incalzanti e caratterizzazioni spassose. E' ambientata nell'appartamento dell'ingegnere Giorgio Blasetti e della consorte Carla, la quale, non avendo figli, ricerca nella domestica un rapporto che vada oltre la consueta relazione che si instaura con una governante. La ricerca della donna nasce dalla necessità di colmare il vuoto affettivo per la mancanza di figli, oltre che per il rapporto ventennale, di routine, ormai logoro che la lega con il marito. L'uomo, invece, desidererebbe una governante giovane e carina, in grado di soddisfare la sua mascolinità in fase decadente, dovuta agli anni che avanzano e alla sua propensione alle scappatelle. Il titolo "Che Dio ce la mandi buona!" sta proprio a rappresentare i due punti di vista opposti: l'esclamazione della moglie che spera di trovare una domestica con la quale instaurare un rapporto famigliare, mentre per il marito è la speranza d'avere alle proprie dipendenze una ragazza giovane e "disponibile", dall'aspetto esteriore accattivante. La commedia è ricca di un umorismo mai volgare, basato su un linguaggio adatto ad ogni tipo di età. Ciò nonostante non mancano spunti malinconici, di riflessione, attraverso i quali emergono virtù, limiti e speranze che caratterizzano da sempre gli esseri umani ed il rapporto di coppia.