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Piemonte
STORIA DEL CORO EDELWEISS Gianluigi Montresor Correva l'anno 1950 quando un gruppo di amici della sottosezione Edelweiss del CAI di Torino dava vita a un coro alpino, con l'intenzione di dare una maggiore dignità ai canti che nascevano spontaneamente durante le escursioni in montagna: la guerra era finita da pochi anni e la voglia di cantare insieme era grande, nonostante le inevitabili ristrettezze economiche. Una vecchia fotografia ritrae il Coro Edelweiss durante un concerto improvvisato nel 1952. La sala non è un granché, si vede sullo sfondo una ragazza con un paio di sci che tradiscono l'epoca: legno di hickory massiccio. L'abbigliamento è molto eterogeneo, la divisa era ancora di là da venire, ma la passione era tanta. La sede è in via delle Rosine 3. Le parti s'imparavano dapprima sulla fisarmonica di Beppe Sandri e con la supervisione di Pinuccio Davico (il primo Direttore), poi s'insegnavano alle singole sezioni del coro, per poi cantarle tutti insieme. Così, una canzone dietro l'altra, nasceva un piccolo repertorio. Si provava sempre il mercoledì sera, ma poi anche il venerdì e sovente anche il lunedì. Ogni occasione era buona per cantarne una: in treno, nei rifugi, in sede, perfino al lavoro nella pausa mensa. A fine prove, in sede, interminabili partite a ping-pong e calcio balilla, unici divertimenti di quei tempi. Non manca qualche importante apparizione, come il concerto presentato da Nunzio Filogamo nel 1953. Nei primi anni il ricambio è molto intenso, e a distanza di pochi anni, del primo gruppo fondatore sono rimasti ben pochi elementi. Per motivi di lavoro, anche Pinuccio Davico deve abbandonare. Tra i molti elementi validi entrati a metà degli anni '50, c'è anche Franco Ramella, già molto esperto in questo genere per la sua militanza nel Coro Monte Cauriol di Genova, cui viene proposta la direzione. Con Franco Ramella il Coro Edelweiss compie un notevole miglioramento sia sotto il profilo tecnico sia in quello dell'impegno e della disciplina. Il repertorio si arricchisce di molti canti nuovi, in gran parte di origine SAT, ma cominciano a comparire diverse armonizzazioni curate per l'Edelweiss. I risultati non tardano ad arrivare. Il Coro Edelweiss partecipa a diversi concorsi, nel 1959 vince il primo premio al Campano d'Argento di Novara e nel 1960 al Concorso Nazionale di Bardineto (SV), inizia una serie di concerti nelle più prestigiose sale di Torino: il Collegio S. Giuseppe, il Conservatorio Giuseppe Verdi, l'Auditorium della RAI. Nel 1963 la sottosezione Edelweiss si scioglie come gruppo alpinistico, ma in compenso il Coro Edelweiss diviene il coro ufficiale del CAI sezione di Torino, e tutti i coristi sono iscritti "in blocco" al CAI. L'anno seguente avviene il definitivo trasferimento del coro alla sede del CAI al Monte dei Cappuccini, dove le prove si svolgono nella prestigiosa "sala degli stemmi", affrescata stupendamente nel 1893. Nel 1963, sempre con presentatore Nunzio Filogamo, partecipa alle celebrazioni del centenario del CAI. Ogni anno si moltiplicano i concerti tenuti in teatri, parrocchie, auditorium, conservatori, centri culturali, sedi di sezioni e sottosezioni del CAI. Si eseguono anche registrazioni radio e televisive, si partecipa a rassegne corali diverse, s'incidono dischi. A un primo e semplice 45 giri con due sole canzoni, seguono due long-playing rispettivamente nel 1969 e nel 1973. Altri armonizzatori interni al coro si aggiungono, tra cui spicca la figura di Lino Fornelli: ora le armonizzazione proprie del coro sono oltre 40, tuttora eseguite e valorizzate. Tappe significative sono i concerti nell'abbazia di Staffarda, alla Scuola Militare Alpina di Aosta, la trasferta a Montagnana (VI), l'iniziativa di diffusione – d'intesa col Comune di Torino - del canto corale presso le scuole medie torinesi, le trasferte oltralpe (Nizza, Aussois), i concerti all'IBM di Novedrate (Va), a Santa Croce di Firenze, al S. Fedele a Milano, a Madonna di Campiglio (TN). Numerosissime sono le registrazioni, in parte semiufficiali in parte amatoriali, che il coro possiede, frutto degli oltre 600 concerti tenuti nella sua sessantennale esistenza. La vicinanza con il CAI non viene mai meno. Quasi tutti i Presidenti del CAI di Torino sono vicini al coro, ne condividono lo spirito, partecipano spesso alla sua vita; è così per Alvigini, Quartara, Grassi, Mentigazzi, Ferrero, Formica e attualmente Osvaldo Marengo. In seguito a ricorrenti crisi d'identità del coro, nel 1992 si consuma il divorzio tra il Coro Edelweiss e il suo storico capo coro Franco Ramella, dopo ben trentasei anni ininterrotti. L'uscita di Franco Ramella e in seguito di altri coristi è un fatto certamente traumatico, che tuttavia porta come reazione istintiva nel gruppo un rinsaldamento nella volontà di proseguire. Nel 1992 viene eletto un nuovo capo coro: Willem Tousijn. Molto diverso da Ramella sia nel carattere sia nella formazione musicale, già nel coro dal 1978 e soprattutto direttore di un coro misto di buon livello, il Nigritella del Circolo dei Dipendenti Comunali torinesi, da lui stesso fondato nel 1976, dimostra eccellenti doti come la preparazione, la bravura musicale e infine la personalità. Il repertorio non è fondamentalmente cambiato, anche se sono state introdotte nuove canzoni e ci si sta cimentando anche con armonizzazioni non facilissime. Resta comunque una grande continuità con la tradizione Edelweiss. Forse il modo di cantare è in parte diverso, la direzione "laterale" di Ramella viene sostituita dalla direzione "frontale". Nel 1993 si incide con registrazione effettuata dal vivo una cassetta audio (Concerto Conservatorio di Torino). Il Coro Edelweiss, oltre alla consolidata routine di concerti tradizionali, compie, in quegli anni, alcune prestigiose trasferte lontano dal Piemonte: nel 1995 ad Andrézieux-Bouthéon (St. Etienne) in Francia, nel 1996 in Turchia, con due concerti, uno a Istanbul nel Consolato Italiano, il secondo a Bursa negli stabilimenti Tofas. Nel 1997 incide dal vivo un CD, registrato nella Chiesa San Martino di Alpigiano. Sono anni di duro lavoro e di forte rinnovamento nella base dei coristi: l'anzianità corale media è di diciannove anni, ma il 39% dei coristi ha un'anzianità media di non più di tre anni! Il lavoro di reclutamento continua, poiché per molti "vecchi" si avvicina il momento doloroso di "lasciare" per raggiunti limiti di età... Dal 1989 al 1998 il coro deve anche far fronte all'allontanamento forzoso dal Monte dei Cappuccini, per i lunghi lavori di ristrutturazione. Dopo penose, anche se provvidenziali, sistemazioni all'Istituto Richelmy, alla parrocchia di via Giusti, al circolo dell'Acquedotto Comunale, alla parrocchia Pier Giorgio Frassati, nel 1998 il Coro torna nella sua sede naturale ai Cappuccini, nella bella Sala degli Stemmi splendidamente restaurata. Tappe significative della direzione Tousijn sono: la giornate cantante a Biella (1994), le puntate in Val d'Aosta (Rifugio Torino, Avise, Ozein), Villa d'Ossola, Fenils, l'incontro al Monte dei Cappuccini con Walter Bonatti (1999), la presenza alla Marcialonga di Cavalese nel gennaio del 2001. Il coro contribuisce alla colonna sonora della serie "Le Alpi di Messner" di Carlo Alberto Pinelli per la RAI nel 1996. Il 2000 è l'anno del cinquantenario. Il Coro si mobilita per un grande concerto al Teatro Regio di Torino, con grande successo di pubblico e di critica. Il compositore Azio Corghi ha espressamente dedicato al Coro Edelweiss una composizione moderna di cinque brani intitolata "Alpincord", con rielaborazione di brani dialettali del poeta Nino Costa e di Sandro Cappelletto. Uno di questi ("La forssa d'j Alpin") viene eseguito in prima nazionale durante il concerto del Cinquantenario al Teatro Regio di Torino, insieme ad altri brani più tradizionali. Sempre in quell'occasione, il coro organizza al Monte dei Cappuccini un importante convegno, i cui atti costituiscono un cahier del Museo Nazionale della Montagna, intitolato "La Musica – la gente – i monti – Tradizioni e presenze del canto popolare" Foto da inserire Viene editato un libro che raccoglie la storia dei cinquant'anni del coro, unitamente al quale viene proposto un doppio CD, uno recente con registrazione effettuata presso il Sermig ed uno storico, con selezione di vecchie registrazioni, a dimostrazione della continuità ideale col passato, pur con il dovuto rinnovamento. Nel 2002 Willem Tousijn lascia la direzione del Coro, pur restando tra i tenori secondi, per eccesso di impegni; gli subentra Egidio Forti, che ha alle spalle una lunga militanza nelle schiere dei baritoni. Forti si cimenta anche in alcuni coraggiosi tentativi di rinnovamento del repertorio e del modo di presentare i canti di montagna. Particolarmente prestigioso il suo esordio col concerto nella Chiesa Superiore della Sacra di San Michele in Valsusa (2002), ed una serie ininterrotta di concerti natalizi con repertorio specifico. La direzione Forti si caratterizza per il proseguimento dell'attività concertistica tradizionale, ma anche con una serie di nuove iniziative e con la proposizione di brani di elevata difficoltà tecnica. Proseguono le collaborazioni con armonizzatori esterni. Il maestro Raf Cristiano compone una ninna nanna su testi del corista Nicola Ambrosacchio ("Fa la nana"), il maestro Luciano Di Giandomenico dona al Coro il celebre "Va' pensiero" di Giuseppe Verdi, armonizzato per voci maschili, il maestro Cognazzo rielabora un mitico canto popolare "La Monferrina" con uno scoppiettante "E peui pà pì". Il coro Edelweiss, che nel 2001 aveva preso parte allo spettacolo per presentazione del logo delle Olimpiadi, un anno prima dell'evento ("365 alle Olimpiadi") esegue a Palazzo Carignano a Torino il "Va' pensiero" davanti allo stato maggiore del Comitato Olimpico Internazionale (febbraio 2005). Sempre al maestro Luciano Di Giandomenico e a Vittorio Antonellini si deve "La musica del Silenzio" poi divenuta "La Montagna InCantata", cantata per soprano, voce recitante, coro e orchestra, spettacolo di 70', che il Coro Edelweiss, con l'Orchestra Sinfonica Abruzzese porta in scena all'Aquila nel 2005 e a Torino all'Auditorium della RAI nel 2006, come conclusione simbolica delle Olimpiadi. Il filo conduttore dello spettacolo, che si articola in quattro quadri (Scenari – Alpini in trincea – Mutamenti Atmosferici – Festa al villaggio) sono le musiche originali composte dal maestro Luciano Di Giandomenico, giovane e talentuoso compositore abruzzese. Come abruzzese è Francesco Zimei, che ha curato la selezione dei testi, con brani scelti tratti da opere significative di Massimo Mila, Mario Rigoni Stern, Primo Levi, Salvator Gotta, Piero Jahier, Mario Luzi, Cesare Pavese, Dino Buzzati e dello Zimei stesso. La voce recitante di Susanna Costaglione accompagna questo viaggio attraverso la letteratura alpina italiana del novecento. Tra i concerti della direzione Forti, spicca la trasferta romana del 2005 in occasione della Giornata nazionale della Montagna, con esibizione nella piazza del Pantheon e successivamente nelle sale del Vittoriano (Altare della Patria). Nell'agosto del 2006 viene improvvisamente a mancare Eraldo Pagella, per molti anni Presidente del Coro Edelweiss. A lui saranno dedicati negli anni seguenti due concerti sotto forma di Memorial, con i cori SOSAT di Trento e Oltrepiave di Vigo di Cadore. A partire dal 2006 il Coro Edelweiss, in collaborazione con la Biblioteca Nazionale del CAI e con il Museo della Montagna, porta in scena una serie di récital col logo "Leggere le montagne" per attore recitante, coro, pianoforte, arpa, proiezione di immagini, dedicati ad autori significativi (Buzzati, Mila, Rigoni Stern, Samivel) o a temi di carattere alpino (Le strade della Val d'Aosta, "Valanghe di carta") o a gruppi montuosi (Cervino, K2, Cime di Lavaredo, Dolomiti di Brenta). Alcuni di questi récital vengono proposti per tre anni consecutivi (2007-2009) al Festival LetterAltura di Verbania-Intra, nel 2009 come spettacolo di apertura nella prestigiosa cornice di Villa Taranto. Il senso di queste iniziative è quello di portare il proprio contributo non solo alla salvaguardia e alla conservazione del formidabile patrimonio artistico e culturale del canto di montagna, ma anche testimoniare come la cultura della montagna, in tutti i suoi aspetti, possa essere ancor oggi riproposta in modo non retorico ad un grande pubblico, per sottolineare e ribadire l'importanza cruciale, per il mondo di oggi, del rispetto e dell'uso ecocompatibile di un ambiente unico e irripetibile, la montagna. Nel 2008 il maestro Forti porta a termine una complessa incisione di brani, tra cui alcuni particolarmente impegnativi, nel CD 2008. Nel 2010. viene completamente rinnovato il sito www.coro-edelweiss.it, con introduzione di molti nuovi elementi di comunicazione, e inaugurata la collocazione su You Tube di una serie di brani significativi della recente storia del coro. Dall'inizio del 2010, è subentrato un nuovo direttore: Francesco Bianchi, romano di nascita ed ora torinese di adozione. Il cambiamento è arrivato dopo una decisione sofferta ma convinta della maggioranza dei coristi, allo scopo di rinnovare profondamente il coro, in vista di nuovi inserimenti e di una rivitalizzazione in occasione del sessantennale del Coro Edelweiss. Direttore professionista, dal curriculum invidiabile, Francesco è entrato con grande entusiasmo ed ora il coro è nella non facile fase di reciproco adattamento, di cui peraltro si intravedono già i primi frutti e le promesse future, che tutti si augurano di rinnovati successi. Al fine di migliorare il metodo di respirazione diaframmatica, l'emissione, la pronuncia e l'interpretazione del canto corale, i componenti del coro hanno anche iniziato un corso tenuto da una professionista e insegnante di canto. A dicembre 2010 è uscito, per celebrare i 60 anni del coro, un nuovo libro con un CD di 15 canti del Coro Edelweiss del CAI Torino. Il sessantennale del coro è stata una ghiotta occasione per riscoprire l'immenso patrimonio di cultura e di musica racchiuso nei canti popolari di montagna. Nell'occasione, il Coro Edelweiss ha deciso di fornire a tutti gli appassionati una prima selezione di 24 brani, tutti con armonizzazioni originali Edelweiss, con spartito completo delle 4 voci maschili; i canti sono accompagnati da una breve ambientazione storica, da una ricca bibliografia e dove opportuno da una traduzione in lingua italiana. Il breve saggio del maestro Francesco Bianchi sulle caratteristiche tecniche dello "stile delle armonizzazioni Edel¬weiss" introduce al tema che ha visto i contributi al Coro di mae¬stri armonizzatori quali Tullio Cavallero, Piercarlo Cerutti, Lino Fornelli, Sergio Travers, e buon ultimo Francesco Bianchi. Il volume contiene nella prima parte una serie di citazioni, che cercano di spiegare a tutti "il senso del nostro cantare", che affonda le sue radici nell'amore per la musica e per la montagna, ma anche nelle vibrazioni che l'autentico canto popolare sa pro¬porre a distanza anche di decenni o di secoli.