XIVE è uno spettacolo di teatro- mimodanza interamente incentrato su un percorso ininterrotto di immagini, gesti, movimenti e suoni apparentemente non collegati tra loro. Le immagini fluide rispondono, però, ad un sottotesto (forse) inintelligibile, almeno alla prima lettura, dallo spettatore. I temi latenti che galleggiano sotto la luminosa superficie sono derivanti da una percezione diafana del quotidiano con i suoi splendori e le sue miserie, con le sue contraddizioni e con i contrasti tra ?vite? diverse. Le massaie sudate si rispecchiano nei loro sogni, in cui appaiono come regine del glamour; esse riappaiono come sbilenche prostitute di altri tempi.I contrasti della strada sfavillante e i rumori della notte si confondono con storie molto personali vissute all?interno di appartamenti posti al di fuori del mondo. L?epifania del quotidiano esplode in reti da trance orientale. Spose giganti in abito rosso eseguono valzer ipotetici prima che si riapra la scena sulla strada contaminata da guerre passate e future. Il quotidiano esplode, forse a causa di una catastrofe e si ritrovano zone oscure in cui replicanti disegnano uno spazio con fasci di luce, mentre spazi di rivolta individuale si illuminano improvvisamente per poi spegnersi di nuovo. Dopo molti secoli di vita sotterranea apparirà il nuovo matriarcato delle regine incontaminate, che non vorranno tornare massaie.