I figli dell'illusione sono naufragati nella musica dei miei versi, ma i figli della realtà hanno penetrato i miei segreti. Cosí il poeta mistico Sufi del XII secolo, il persiano Farid ad-Din Attar, si rivolge al lettore nell'epilogo della sua opera Il verbo degli uccelli, da cui abbiamo tratto la figura del mitico uccello Simurgh per dare il nome alla nostra compagnia. Il viaggio come meta, l'arte come strumento di osservazione della vita, dove la forma è sostanza che esprime bellezza ai sensi degli esteti, e conoscenza al cuore dei cercatori. Dai classici greci a Shakespeare, dalla Commedia dell'Arte al Teatro N?, dai Kallawayas Andini ai Cantastorie Hindù, dai Griots Africani agli Ashoks dell'Asia Centrale, traggono nutrimento e ispirazione sia drammaturgia che recitazione nel Teatro Simurgh. La creatività del Teatro Simurgh ha dunque a che vedere con una fusione di elementi provenienti da molte culture tradizionali di Asia, Africa, America ed Europa che confluiscono in un lavoro teatrale che Fiore Zulli ha chiamato In cerca dell'Attore Antico per un Teatro Moderno. Il risultato è un linguaggio scenico contemporaneo che aspira alla chiarezza nella comunicazione con ogni pubblico.