Artista eclettico dalla poliedrica formazione musicale, inizia i suoi studi da bambino, frequentando corsi di pianoforte, teoria e solfeggio. Spinto dalla passione per la musica vocale non classica, nel 1991 si iscrive ai corsi di canto e tecnica vocale presso il Centro Jazz di Torino, scoprendo con Giovanni Grimaldi e Francesca Oliveri l’universo della musica neroamericana. Dopo aver proseguito gli studi con importanti vocalist dell’area torinese (Claudio Lazzari, Elena Roggero, Elisabetta Prodon), incontra Marco Testa che rimarrà suo insegnante per i successivi anni di approfondimento. Grazie alla guida dell’eccentrico jazzista e allo studio dell’armonia e dell’improvvisazione jazz (nel corso anche di importanti seminari come quello diretto da Gabriella Ravazzi e Mal Waldron a Loano) scoprirà il valore inestimabile dell’individualità e dell’originalità nella ricerca di uno stile e di un “sound” personali. Fonda e dirige, nel 1993, lo Swing Low Gospel Choir, uno dei primi cori gospel sulla scena torinese e si dedica, in trio con la vocalist Marina Scaglione e il pianista Angelo Conto, all’interpretazione di classici americani, francesi e brasiliani nei locali e nei jazz clubs di Torino e provincia. Nel 1995 incontra il Tango Argentino, che studia e pratica dapprima come danzatore e poi come cantante, fondando con i chitarristi Alberto Mastrippolito e Andrea Evaristo, il trio Tango-canción, che si esibisce in collaborazione con la scuola di Tango El Firulete di Ricardo Labriola e Sarita Goyas. Si fa nel frattempo strada il desiderio di avvicinare la cosiddetta “musica colta”. Partecipa ai corsi di Musica Medievale di Pamparato (come cantante e suonatore di salterio a pizzico) e prende lezioni private di canto barocco e da camera. Con la pianista e clavicembalista Federica Zavattaro fonda il duo Daphénéo (il cui nome è ispirato ad una mélodie di Erik Satie) che rielabora in chiave non classica e “contaminata” la musica per voce e strumento a tastiera dal Seicento al Novecento (Purcell, Mozart, Fauré, Satie, Weill, Schoenberg). Con Federica Zavattaro e la chitarrista barocca Rita Grandinetti forma il trio Riverenze Barocche, che si esibisce in costume d’epoca nel corso di numerose manifestazioni e rievocazioni storiche. Nel 1999 concretizza il progetto, già avviato anni prima con il trio di Tango-canción, di dare alle stampe un album di canzoni d’autore dell’area latina e mediterranea. Con Mario Poletti, Beppe Turletti e Saverio Miele incide l’album Tango e altre storie, promosso in Piemonte e Liguria da una serie di concerti accolti con entusiasmo da pubblico e critica. Il fisarmonicista Beppe Turletti sarà in seguito sostituito da Luca Zanetti, e del gruppo entrerà a far parte anche il jazzista torinese Marco Tardito. Dopo il debutto nel ruolo di protagonista nel musical Il fantasma dell’Opera per la regia di Fulvio Crivello e dopo le numerose esperienze come voce solista dell’orchestra ritmico-sinfonica A.Gi.Mus di Moncalieri (diretta da Giancarlo Gazzani e, più recentemente, da Andrea Ravizza), scrive con il regista Girolamo Lucania lo spettacolo di teatro-canzone Sul ciglio di un applauso che riscuote interesse da parte del pubblico. Il jazz, il tango, la musica da camera e le esperienze teatrali lo portano, poco più che trentenne, a focalizzare la sua attenzione sulla “canzone”. I classici americani, la canzone d’autore italiana, il tango, i Lieder romantici, la chanson française, la stage-song, indipendentemente dal “genere” musicale a cui appartengono, sono infatti uniti da una caratteristica comune: il rapporto stretto ed inscindibile che lega la musica con il testo poetico. Le sue esibizioni, dunque, con piccoli ensemble strumentali o con il solo pianoforte, su arrangiamenti propri, sono sempre sul confine tra la canzone e il teatro e si trasformano in momenti di comunicazione con il pubblico nel tentativo di raccontare emozioni.