Lo spettacolo apre spunti riflessivi non solo sulla vita dei giovani, ma anche su quella degli adulti. SISTER(s) è un invito a spingersi oltre per guardare dove gli altri non guardano, investigare sulle dinamiche sociali, avere il coraggio di scegliere
SISTER(s) è una favola attuale dai toni grotteschi, aspra e divertente, la retrospettiva moderna e estremizzata della storia accattivante di due fratelli che, estranei alle logiche della società, decidono di vivere alla periferia dell’universo.
Una storia di abitudini bizzarre.
Rovigo (Alabama) è una stazione di servizio dove non si ferma nessuno, un non-luogo sospeso tra vita e morte. In questa zona limbo i due protagonisti Allison e Bruno interpretati da Laura Serena e Massimo Scola, sono coinvolti dalle dinamiche di una relazione-specchio e intrappolati in una dimensione temporale congelata nei ricordi d’adolescenza.
Abitudini bizzarre come andare a caccia di scoiattoli e mangiarli, travestirsi da scoiattoli, sniffare benzina e bere acqua di mare diventano la routine che si ribella al sistema verso la ricerca di “storie vere, dentro storie vere” usando le parole di Bruno. Ma cosa c’è di vero in tutto questo? L’illusione di vivere come si vuole o la corsa a perdifiato verso la realizzazione di sè?
L’intero spettacolo è percorso da suoni off e ronzii che convivono con i dialoghi, creando un vero e proprio mix sonoro dentro uno spazio-scatola che sembrerebbe poter a esplodere da un momento all’altro.
Tra sogno infantile e fiaba moderna.
Il primo oggetto di desiderio verso la realizzazione dei due fratelli è quello di avere un frigo. Anche qui, non parliamo di un frigo qualunque. E’ un frigo magico alquanto kitsch e dai colori fosforescenti, governato da un custode alato. Lo spettacolo assume i toni di un un viaggio onirico infantile, quando il frigo sembra essere abitato da forze sconosciute e invisibili che riempiono il frigo di alcolici. La porta del frigo diventa la soglia di un mondo altro da immaginare.
Un focus su quello che gli altri non dicono.
L’interpretazione spensierata degli attori smorza i toni di un argomento serio e attuale, trattato con attenzione all’importanza delle parole e del linguaggio. Il lavoro attento sul gergo adolescenziale utilizzato dagli attori si oppone alle regole del mondo degli adulti, dal quale si cerca di rendersi indipendenti a tutti i costi.
Con SISTER(s) di Andrea Dellai ExvUoto Teatro con la regia di Tommaso Franchin, riconferma l’attenzione verso tematiche che guardano la realtà in modo non convenzionale, puntando la lente di ingrandimento sulle persone che vivono ai margini, sull’influenza strabordante delle trappole mentali e fisiche che vengono imposte dalla società e dall’educazione inculcata sin dai primi anni di vita.
La corsa a perdifiato verso l’emancipazione da tutto e perfino da sè stessi, giunge alle estreme conseguenze fino alla liberazione dalla trappola dei ruoli: Bruno diventerà una suora (la sister di Allison!), Allison disobbidirà al padre.
I due fratelli abbandoneranno la stazione di servizio per cui avevano lottano sino a allora per esplodere come stelle – per tutto lo spettacolo echeggia la domanda refrain “lo sai come muore una stella?”- non essere più guardati da tutti come alieni e vincere: I am the winner è riportato sulla maglietta di Bruno, perchè “è bello saltare a occhi chiusi, senza sapere dove cadiamo”.
Lo spettacolo apre spunti riflessivi non solo sulla vita dei giovani, ma anche su quella degli adulti. SISTER(s) è un invito a spingersi oltre per guardare dove gli altri non guardano, investigare sulle dinamiche sociali, avere il coraggio di scegliere.