“Non sei fregato veramente finchè hai da parte una buona storia e qualcuno a cui raccontarla”. Questo articolo parla di una delle più belle storie mai scritte in un libro (Novecento), impresse sulla pellicola oltreoceano e portate in scena sui palcoscenici di tutto il mondo da quasi trent’anni.
GLI SPETTACOLI
IN SCENA IN ITALIA
Alessandro Baricco, pluripremiato scrittore torinese, si riappropria delle sue parole, quelle che lo hanno reso famoso, quelle del suo libro più bello, e le porta in scena in un meraviglioso spettacolo/restituzione al pubblico di ogni età che ha amato la storia di Danny Boodman T.D. Lemon Novecento, “la leggenda del pianista sull’oceano” nella visione cinematografica di Giuseppe Tornatore. Nato sul Virginian e mai sceso a terra, anche a costo della morte.
Il palcoscenico è semivuoto, su tutto troneggia un grande pannello che rappresenta un pezzo dello scafo del transatlantico prima e una moltitudine di diverse sedie poi. Una struttura in ferro lineare sta sul proscenio ed è lì che Baricco, entrando in scena, comincia a leggere il suo capolavoro.
Le musiche originali di Nicola Tescari cullano lo spettatore creando atmosfere e visioni che prendono vita dalla bocca di Baricco, narratore discreto, elegante, che sciorina pagina dopo pagina l’opera con sorprendente naturalezza. Non recitando, non caratterizzando particolarmente i singoli personaggi. La storia basta, e Baricco la veicola al pubblico con profondo rispetto, ricreando quasi una dimensione rituale.
Baricco del resto è uno scrittore, e non un attore. Ben altro era il meraviglioso monologo diretto da Gabriele Vacis e portato in scena per oltre un quarto di secolo dal grandissimo Eugenio Allegri, scomparso la scorsa primavera.
Non si può che essere rapiti dalla voce di Baricco che ripercorre le tappe fondamentali della vita (e inevitabilmente della fine) di Novecento: pianista eccelso, amico fedele, essere umano unico. Dalla nascita sul Virginian all’adozione da parte di un fuochista di colore. Dalla scoperta dell’incredibile talento musicale all’amicizia indissolubile con il trombettista Tim Tooney, passando per la sfida con il sedicente “inventore del jazz” Jelly Roll Morton fino ad arrivare all’unica volta in cui provò a scendere dalla nave, senza poi riuscirci.
Novecento è un testo così denso di avvenimenti, così limpido e chiaro nella sua semplicità, che si presta a infiniti modi di rappresentazione. È proprio qui la sua immensa forza, forse il motivo del suo incredibile successo, della sua immortalità.