Buio totale sul palco del Teatro dei Filodrammatici. Un po’ decentrato un secchio di latta ed un sacchetto di patate. Poi una luce, un ragazzo e il rumore di una radio.
Questo è ciò che si trovano innanzi sia gli spettatori sia la Commissione giudicatrice che occupa le prime file del teatro milanese.
È in scena “Assenti per sempre”, primo di tre spettacoli ad ingresso gratuito che concorreranno all’assegnazione della Borsa di lavoro “Alfonso Marietti”. “Finisterre & il Futbolin” e “Tutto il formaggio del mondo” saranno gli altri due appuntamenti che il 27 e il 28 maggio completeranno l’evento.
La Borsa di studio Marietti, giunta alla V edizione, è finalizzata a incentivare la creatività e l’iniziativa degli ex allievi dell’Accademia dei Filodrammatici di Milano. La Commissione giudicatrice, composta da insegnati e soci dell’Accademia, assegnerà il riconoscimento ad uno spettacolo che, oltre ad esser ideato e già presentato al pubblico prima della rappresentazione alla Commissione, sarà ritenuto particolarmente meritevole.
La Borsa di lavoro, consistente in un contributo variabile tra i 500,00 e i 6.000,00 euro assegnato a non più di tre produzioni, è nata nel 2001 e fu intitolata ad Alfonso Marietti, Presidente onorario nel secondo dopoguerra, che ricostruì e rianimò l’Accademia dei Filodrammatici.
“Assenti per sempre” è la ricostruzione degli avvenimenti accaduti in Argentina tra il 1976 e il 1983, ad opera del Processo di Riorganizzazione Nazionale, ovvero la dittatura militare instauratasi a seguito del colpo di stato del 24 marzo 1976 ai danni di Isabelita de Perón.
La rappresentazione, interpretata da Umberto Terruso e inscenata oltre che dallo stesso Terruso anche da Andrea Lapi, ripercorre tutti i drammi di quei terribili anni: il potere militare, il terrorismo, i desaparecidos, la tratta dei neonati, ma anche l’innocenza e la brutalità, la tortura, la fede cattolica, i voli della morte, e la passione per il calcio con la vittoria della Coppa del Mondo nel 1978 ad opera della Nazionale Argentina.
Come illustrato sulle note di regia la messa in scena risulta semplice con la precisa intenzione di far risaltare in modo particolare i contenuti del testo. Terruso, inoltre, sul palco si sdoppia in due personaggi, alternando la figura di uno dei tanti desaparecidos a quella di un ufficiale militare. Una specie di contraddittorio tra le parti in cui vengono esposti i diversissimi punti di vista e le ragioni dei due personaggi. Da una parte l’innocenza, l’incomprensione e il dolore, dall’altra una cieca obbedienza ai vertici, la folle convinzione di combattere una guerra civile dalla parte giusta, ed una superba freddezza nello svolgere il proprio lavoro, “solo un mestiere come tanti altri”. Ed ecco che all’equilibrio delle iniziali motivazioni finisce poi per sgretolarsi, per spezzare l’ago della bilancia nella sola ovvia direzione che la storia ci ha consegnato, ovvero quella della triste realtà dei desaparecidos e delle loro famiglie, vittime sacrificali di una dittatura sanguinaria.
Molto buona la performance di Terruso in grado di passare agevolmente da un personaggio all’altro immedesimandovi. Decisamente positiva l’interpretazione del testo, quest’ultimo frutto di una ricerca accurata e minuziosa, rappresentato analiticamente e senza fronzoli, in maniera essenziale e piacevole pur trattando argomenti delicati, riuscendo inoltre ad esser culturalmente elevato e ricco di dettagli seppur breve. Infine risulta piacevolissima anche l’idea dei numerosi intermezzi radiofonici, utili a creare la necessaria giusta atmosfera.
Milano, Teatro dei Filodrammatici, 26.05.2009
Visto il
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Nostos
di Aversa
(CE)