Continua con grande consenso di pubblico la serie di concerti “Specchi del tempo” al Teatro dell’Opera di Roma che mette a confronto opere del grande repertorio classico con il Novecento storico. Dopo la consueta efficace introduzione di Stefano Catucci la serata inizia con il Concerto n.1 in Re maggiore per violino e orchestra, op.19 di Sergej Prokof’ev , sul podio il giovane maestro australiano Daniel Smith con il violino solista di Vincenzo Bolognese, Primo Violino di Spalla dell’Orchestra di casa.
Il Novecento che viene dal passato
Un’opera giovanile, ma originale nella concezione e matura nelle intenzioni e nello sviluppo. Il riferimento alle strutture classiche è sempre presente, ma i tempi sono invertiti, quello iniziale e quello finale sono lenti, meditativi e intrisi di profondo lirismo. Il tempo centrale è invece dominato dal ritmo, incalzante e talora grottesco in un clima che rimanda a danze popolari. Daniel Smith è riuscito a controllare i tenui suoni richiesti all’orchestra in molti passaggi in un suggestivo dialogo con le asprezze del violino solista. Vincenzo Bolognese ha suscitato l’ammirazione di tutti per la bellezza del suono e la precisione con cui ha affrontato i passi di grande virtuosismo. Grandi applausi all’orchestra ed al solista che ha ripagato con un bis da un suo autore prediletto, un acrobatico fugato da una sonata di Eugene Ysaye.
Elogio dell’eroe
La seconda parte della serata è dedicata ad un monumento della tensione eroica del romanticismo, Egmont, op. 84 di L.V. Beethoven , musiche di scena per il dramma di Goethe sulle gesta dell’eroe fiammingo che sacrifica la sua vita per la liberazione delle Fiandre dall’oppressione degli spagnoli. I temi dell’eroismo, del sacrificio e dell’anelito alla libertà dei popoli sono sempre tati congeniali al sentimento di Beethoven, pertanto nella sua musica emerge esplicita l’affinità con le intenzioni di Goethe che riconosce a questa un completamento della sua narrazione.
L’opera è ripartita in nove brani oltre alla celebre Ouverture per orchestra, quattro intermezzi, due Lieder per soprano e orchestra, due brani recitati ed una Sinfonia di vittoria finale che ripropone i temi dell’Ouverture. Toni Servillo, stella del teatro e del cinema, ha prestato da par suo la voce ai brani recitati, mentre i due Lieder sono stati cantati da Angela Nisi, splendida voce sorprendentemente potente. Daniel Smith ha ottenuto dall’orchestra un suono ed una partecipazione adeguatamente “eroici”, gli applausi intensi e prolungati del pubblico che ha visto la presenza di una importante quota di giovani hanno suggellato una bella serata musicale.