L’ormai famoso libro di Pino Imperatore diventa ispirazione per uno spettacolo teatrale dalle grandi attese, che porta la firma di Paolo Caiazzo ed Alessandro Siani. Va dunque in scena “Benvenuti in Casa Esposito”, ritratto di una famiglia napoletana a stretto contatto con la malavita e alle prese con episodi imbarazzanti ma divertenti, da cui sprigiona il folclore del classico spirito partenopeo.
Un cast d’eccezione: Paolo Caiazzo – protagonista - è spalleggiato tra gli altri dagli indiscussi Salvatore Misticone e Nunzia Schiano, maestri del copione, conosciuti dal grande schermo grazie ai film Benvenuti al Sud e Benvenuti al Nord.
Una scenografia estremamente funzionale aiuta la scena a mutare di continuo, per permettere alla storia di subire varie evoluzioni impercettibilmente e in maniera reale, in location non immaginarie ma visibili. I supporti multimediali risultano gradevoli e divertenti, con scenette degne delle più seguite sit-com americane.
Originale l’idea di suddividere lo spettacolo in capitoli soprannominati come nel libro: una mossa azzeccata, che regala l’impressione di “sfogliare” la storia non soltanto leggendola, ma vivendola.
I testi sono divertenti, merito degli sceneggiatori si, ma soprattutto dell’autore del libro, musa ispiratrice dello spettacolo. Tutto perfetto sul copione, ma la resa sul palco però risulta un po’ blanda: attori emozionati – forse dal debutto – gestiscono in maniera lenta la scena, con dialoghi a volte fiacchi e poco frizzanti.
Benvenuti in casa Esposito risulta uno spettacolo comico ma con un importante ruolo sociale con il suo accento sulla delinquenza e sulla malavita. Una malavita a doppia faccia, che unisce e divide, esalta e scoraggia. E la coscienza di un colonnello spagnolo, invisibile, che fa riflettere sull’importanza della rettitudine e dell’onestà.