Boston Marriage propone un testo funambolico, sul filo delle parole che sgorgano e scorrono copiose. Un teatro che richiede uno sforzo di bravura virtuosistica da parte delle attrici che lo interpretano: ma Maria Paiato, Mariangela Granelli e Ludovica D’Auria ci riescono senza problemi. E non era per nulla scontato.
L’autore David Mamet ha proposto questo testo per la prima volta a Cambridge (Massachussets, Usa) nel 1999: da allora lo spettacolo ha girato il mondo, riscuotendo successo ovunque. La commedia spesso scivola nel dramma, e ti prepari all’assenza del lieto fine: poi il testo si riprende, e torna a far ridere. Infatti si ride parecchio.
Boston Marriage, e cioè “matrimonio alla maniera di Boston”, era una locuzione che si usava sulla costa atlantica degli Stati Uniti, tra 800 e 900, per descrivere la convivenza sentimentale tra donne indipendenti che non avevano bisogno dell’aiuto economico di un uomo: a tutti gli effetti una convivenza/matrimonio LGBT ante litteram.
Boston di fine 800
La trama è presto detta. Nella Boston di fine Ottocento ci sono due donne, Anna e Claire, che un tempo erano legate da una relazione sentimentale. La casa è quella di Anna, tutto si svolge in salotto. Le due donne conversano. Anche se è lesbica, Anna è la mantenuta di un uomo ricco; si è fatta dare da lui i soldi per ristrutturare la casa in modo che piaccia a Claire (la sua ex) allo scopo di riconquistarla. L’altro personaggio è Catherine, una cameriera tiranneggiata da Anna (cui è affidato un ruolo macchiettistico).
Claire ignora i tentativi di riconciliazione di Anna e chiede alla sua ex di aiutarla a sedurre la sua nuova fiamma: una giovanissima ragazza, di buona famiglia. Anna temporeggia perché spera di riconquistarla: nel frattempo mostra a Claire una collana di smeraldi, che le ha regalato il suo amante. Poi la situazione precipita. Si scopre che la collana in realtà appartiene alla moglie dell’amante di Anna, ma non solo: in realtà l’uomo è anche il padre della ragazza che Claire vuole circuire. Gli intrecci vengono portati alla luce e sembra che tutto sia destinato a finire male: poi Anna riesce a volgere la situazione a suo vantaggio e torna a fare coppia con Claire.
Il valore aggiunto delle protagoniste
Con una trama così, i colpi di scena e i doppi sensi che richiedono una reazione immediata sono all’ordine del giorno: ma la Paiato è una vera mattatrice e riesce a gestire il testo con mano e voce ferme. Granelli e D’Auria, cui il testo affida parti meno complesse, se la cavano egregiamente nel ruolo di controparti razionali alla follia sopra le righe e quasi caricaturale della protagonista.